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Venerdì, 19 Aprile 2024
In corsa per Palazzo Madama / Posta Fibreno

Pantano, sindaco tuttofare, si candida al Senato: "Per conto dei piccoli comuni"

Intervista al primo cittadino di Posta Fibreno, il borgo del lago. Dopo l'uscita dal Pd, è in corsa con il Terzo polo formato dalla “sua” Italia viva e da Azione, nel collegio uninominale del Lazio sud: le province di Frosinone e Latina

Durante la pandemia, in piena zona rossa, stava tutto il giorno da solo al Comune a portare avanti amministrazione ordinaria e straordinaria. «Nei piccoli comuni, ovviamente, ci conosciamo tutti. E tutti mi hanno chiamato», racconta Adamo Pantano, sindaco di Posta Fibreno, borgo di mille anime e nota meta turistica per via dell’omonimo lago.

Ora si candida al Senato. Un mese fa, dopo l’uscita dal Pd in segno di protesta, è approdato tra le file di Italia viva. Il Terzo polo, formato dal partito di Renzi e da Azione di Calenda, ha puntato su di lui nel collegio uninominale del Lazio sud: le province di Frosinone e Latina. «Sono 122 comuni e il mio è tra i trenta più piccoli», fa presente il primo cittadino.

E, se gli si chiede cosa significhi essere il sindaco di un borgo, esemplifica così: “Normalmente, se non passo un giorno in municipio, mi vengono a suonare a casa alle sette di sera. È come se fosse una grande famiglia. Ti cerca anche per pratiche e necessità che non sono di competenza comunale. Nelle piccole realtà come la mia non puoi dirlo che di certe cose non se ne occupa il Comune”.   

Pantano, lei è il classico sindaco tuttofare?

“Sì ma sono fortunato perché ho una squadra di consiglieri che sanno fare davvero tutto. Se si devono spostare le transenne durante una festa, ad esempio, non è che chiamiamo e paghiamo una ditta per farlo. Nei piccoli comuni ci sono molte più scartoffie da seguire in prima persona per via del numero esiguo di dipendenti. E i finanziamenti presi dalla mia amministrazione, come quello da quasi un milione di euro per il nuovo asilo, costano mesi e mesi di sacrifici. Ma sono investimenti su Posta Fibreno, anche contro il suo spopolamento”.

Da una piccola realtà alla candidatura al Senato. Cosa si prova?

“Una grande soddisfazione personale e una grande dimostrazione di stima da parte del partito. Per il sottoscritto, inoltre, è anche un’occasione di promozione del mio borgo in alcune zone della provincia di Latina. Al contempo l’opportunità di conoscere meglio alcuni comuni pontini che sono inclusi nel collegio interprovinciale”.   

Perché è uscito dal Pd ed è passato a Italia viva?

“All’indomani dell’ufficializzazione delle candidature del Pd, ho esternato le mie forti perplessità. Ho chiesto ai vertici provinciali se ritenessero normale non riconoscere un seggio sicuro alla provincia di Frosinone, che ha quasi quasi mezzo milione di abitanti ed è rappresentato da due consiglieri regionali e dai presidenti della Provincia di Frosinone del Consorzio industriale del Lazio. Per me non è normale e preferisco stare con un partito che punta sugli amministratori di questo territorio”. 

Sfida i big in corsa per Palazzo Madama. Qual è il suo punto di forza?

“È stata portata avanti una politica molto territoriale sulle candidature come la mia. Posso contare come sempre sulla collaborazione di tanti sindaci, anche di colore diverso, soprattutto dell’Unione dei comuni del Lacerno e del Fibreno, che comprende anche Broccostella, Campoli Appennino, Fontechiari e Pescosolido. Certo è che il taglio dei parlamenti, spropositato, ha tolto di fatto la possibilità di schierare più rappresentanti eleggibili del territorio”.

In caso di elezione, cosa farebbe per il Lazio sud?

“Affrontare il problema più grande, ovvero che il territorio che rappresento direttamente è diventato marginale. È una zona di confine, caratteristica in comune con la provincia di Latina. Il Lazio Sud funge da cuscinetto tra Roma e altre regioni. Questo lo scontiamo anche a livello europeo. In passato potevamo accedere a molti più fondi e agevolazioni. Non siamo riconosciuti come tale, ma di fatto siamo un’area svantaggiata. Noi, invece, dovremmo essere il nord del sud. Bisogna anche potenziare strade di collegamento e trasporti su gomma e rotaia tra le province di Frosinone e Latina”.

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