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Interviene la candidata

Elezioni 2022, primarie del centrodestra: Cestra dice no ai biodigestori

La candidata, ingegnere chimico, ritiene “inutili e dannosi” gli impianti per la produzione di biogas. Per Frosinone vuole una celere bonifica della discarica di via Le Lame e “una più consapevole e frazionata” raccolta differenziata dei rifiuti

L’ingegnere chimico Maria Grazia Cestra parteciperà alle primarie del centrodestra in vista delle Elezioni amministrative 2022. Sfiderà il candidato di punta Riccardo Mastrangeli, l'altro assessore uscente Rossella Testa, il docente Raffaele Ramunto e l’avvocato Sonia Sirizzotti.

Le operazioni di voto si svolgeranno domenica 27 marzo 2022, dalle 8 alle 21, presso le 4 sezioni della nuova sede comunale (Palazzo Munari), di Piazza VI Dicembre, della Delegazione Madonna della Neve e della Delegazione Scalo. Previsto anche un seggio mobile.

Maria Grazia Cestra, oltre che in materia di bonifiche e rifiuti, interviene anche sulla stretta correlazione tra mobilità e conseguenze per l’ambiente. “Fondamentale, in questo senso, il ruolo che svolgerà il Mobility Manager, già previsto dall’amministrazione Ottaviani - ha dichiarato  - Il piano della mobilità, oltre ad assicurare ricadute positive sull’ecosistema in termini di minori emissioni e fluidificazione del traffico, prende in considerazione anche situazioni di emergenza singola e collettiva e muove i suoi principi fondamentali nel conseguire il benessere per il cittadino.  In un’ottica green, nel quale rientra il progetto del teleriscaldamento e il potenziamento degli spostamenti su mezzi elettrici, inoltre, va considerata anche l’implementazione della rete di piste ciclabili con le aree verdi attrezzate a disposizione della cittadinanza”.

Cestra: “Accelerare con le bonifiche, specie in via Le Lame”

“Siamo noi la popolazione a stretto contatto con l’area SIN - Sito di interesse aazionale - della Valle del Sacco - dichiara Maria Grazia Cestra - L’emergenza socio-economico-ambientale di questa area è scaturita dal rilevamento di concentrazioni di esaclorocicloesano (HCH) in campioni di latte superiori a quelle consentite, messe in relazione all’utilizzo di foraggi coltivati lungo le sponde del fiume. I risultati della caratterizzazione dei terreni per il SIN della Valle del Sacco, oltre all’esaclorocicloesano (HCH), hanno evidenziato elevate concentrazioni per alcuni metalli pericolosi, quali arsenico, piombo, vanadio”.

“Tale situazione è stata evidenziata sia nelle aree industriali che in quelle urbane e nelle zone agricole. Questi, insieme ad altri, sono il risultato di un inquinamento invisibile che riguarda il suolo e il sottosuolo. Gli inquinanti che partono dal suolo e dal sottosuolo si depositano nel tempo e rilasciano nel lungo periodo sostanze pericolose per l'uomo, per il mondo animale e per il mondo vegetale”.

“Quasi sempre, tali forme di inquinamento restano dormienti per anni, per poi manifestare il loro danno nei confronti dell’ecosistema quando le condizioni non sono più recuperabili. È quello che si teme per la discarica di Via Le Lame. Questi sono i motivi per i quali occorre celermente bonificare l’area e per passare a un modello di economia circolare applicato a tutta la filiera della produzione e del consumo, fino ad arrivare al sistema di recupero dei rifiuti”. 

La questione della discarica di via Le Lame

A proposito di rifiuti: sì alla differenziata, no ai biodigestori

“Occorre realizzare, dunque, un sistema di gestione degli scarti che generi ricchezza per la comunità. Entrambi gli aspetti possono essere conseguiti. Generare ricchezza significa realizzare una raccolta differenziata più consapevole e più frazionata che permette di separare i vari tipi di rifiuti all’origine aumentando anche la frequenza di raccolta. Questo è un modello che Frosinone potrebbe sperimentare. I materiali verrebbero separati già alla fonte con un abbattimento del costo legato alla separazione e al recupero in generale”.

“Differente è l’aspetto che riguarda la produzione di biogas da impianti di biodigestione. Il gas recuperato da questo processo è un gas impuro, ricco di molecole pesanti che sporcano le varie parti dell’impianto. Per tale motivo tali impianti richiedono molta manutenzione, che li rende spesso non funzionanti e non competitivi. Inoltre, insieme al problema delle emissioni odorigene, tali impianti hanno grandi problematiche di trattamento della parte liquida che assume le caratteristiche più di un rifiuto liquido che di un refluo. In merito, mi sento di esprimere un giudizio personale da un punto di vista tecnico che è completamente a favore della raccolta differenziata dei rifiuti solidi urbani e delle relative soluzioni impiantistiche efficienti”.

“Anche perché la realizzazione di un qualsiasi impianto, costituisce un uso del suolo che è di tutti e un uso dell’ambiente riversando in esso emissioni gassose, reflui, emissioni acustiche che creano comunque un danno. Per tale motivo sono da valorizzare le iniziative in cui ogni cittadino è parte attiva e che portano benessere alla comunità in termini di autonomia energetica”.

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