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Le candidature alla Presidenza

Provinciali 2022, centrodestra per forza unito se il Pd trova la quadra

Il Partito democratico e il resto del centrosinistra cercano di esprimere un unico candidato. La controparte, dopo la spaccatura, non può che fare altrettanto per puntare all'elezione del nuovo presidente della Provincia di Frosinone

Nelle coalizioni, abituali e improvvisate, si va ormai alla conta per le candidature alla presidenza della Provincia di Frosinone. Pd e centrosinistra, dopo le spaccature iniziali, devono ormai scegliere tra i due nomi più gettonati: il sindaco di Sora Luca Di Stefano o il primo cittadino di Monte San Giovanni Campano, Emiliano Cinelli. Entrambi civici, l’uno è sostenuto dal Pd e l’altro è dell’universo democrat.

Se si arriverà a una candidatura unitaria, il litigioso centrodestra dovrà riappacificarsi per forza se intende essere competitivo. Calcolatrice alla mano, lo dicono i numeri che un nome sostenuto da Pd e alleati prenderebbe quanto i voti dei papabili candidati del centrodestra messi insieme.

Hanno dato la loro disponibilità alla candidatura Riccardo Mastrangeli e Giuseppe Sacco, sindaci nell’ordine di Frosinone e Roccasecca. L’autocandidatura di Mastrangeli ha mandato su tutte le furie FdI, che nel mentre si accordava con la corrente maggioritaria provinciale del Pd – Pensare democratico – e l’alleata Forza Italia.  

Voteranno potenzialmente 91 sindaci e 1.056 consiglieri, in tutto 1.147 amministratori, in rappresentanza dei comuni della Provincia di Frosinone. Ogni Comune ha un differente speso specifico in base alla sua popolosità. Ogni voto di Frosinone e Cassino (Fascia E), le uniche due con oltre 30 mila abitanti, vale 287 ponderati. Nelle nove cittadine sotto tale soglia (D), con almeno 10 mila abitanti, ne vale invece 228. A seguire, arrivando ai piccoli comuni, i 115 voti ponderati della Fascia C, i 62 della Fascia B e i 30 della Fascia A.

Centrodestra: per ora sembrerebbe favorito Sacco

Il civico Sacco, sostenuto fin da subito da 12 sindaci del Cassinate, sarebbe il candidato ideale secondo i vertici provinciali di Fratelli d’Italia e Forza Italia. Portano soprattutto in dote i pesanti voti dei sindaci Roberto Caligiore (Ceccano, FdI) e Daniele Natalia (Anagni, FI), ognuno da 228 voti ponderati, e delle loro amministrazioni comunali. Guidano Comuni da cui si possono garantire anche dieci voti oltre al proprio.

Per ora, quantomeno, anche le maggioranze di 5 comuni da 115 – oltre alla “sua” Roccasecca, Piedimonte San Germano, Sant’Elia Fiumerapido, Ripi e Aquino - nonché 4 comuni da 62 – Castro dei Volsci, Castrocielo, San Giovanni Incarico e Patrica – e altri 6 da 30 voti ponderati: Villa Santa Lucia, San Vittore del Lazio, Ausonia, Colfelice, Colle San Magno e Falvaterra. Solo i loro sindaci garantirebbero quasi 1.700 voti ponderati.

Sarebbero per ora poco più di un migliaio i voti ponderati dei sindaci a favore di Mastrangeli, che può contare innanzitutto sulla sua maggioranza ristretta del capoluogo ciociaro (287 voti ponderati a testa). Non è affatto escluso, poi, che possa intercettare il consenso di Alatri. Anche perché è stato l’unico sindaco di centrodestra a prendere parte alla riunione convocata nella città dei ciclopi.

Alatri è tra quelle in cui i voti dei sindaci e dei consiglieri comunali valgono 228. Spicca poi l’appoggio di Fiuggi (115), ma per ora sono arrivate adesioni perlopiù dai comuni da 30 “punti”: Acuto, Alvito, Broccostella, Casalvieri, Filettino, Fontechiari, Pastena, Picinisco, Rocca d’Arce, Settefrati, Sgurgola, Strangolagalli, Vicalvi e Torre Cajetani.  Il civico Mastrangeli, che regge l’amministrazione di centrodestra nel capoluogo ciociaro, non verrebbe sostenuto dai consiglieri di Fratelli d’Italia, forse neanche di Forza Italia. In tutto sarebbero quattro se non sei voti a favore di Sacco.

Se c'è unità nel centrosinistra, il centrodestra deve trovare una sintesi

Se si sommano i voti dei sindaci dei comuni grandi e medi, quelli decisivi, un candidato unitario del centrosinistra prenderebbe tanto quanto Sacco e Mastrangeli messi insieme. Se Pd e alleati convergeranno su Di Stefano o Cinelli, fioccheranno i voti delle maggioranze di Cassino – 287 voti ponderati ogni amministratore, come Frosinone – nonché le altre big Sora, Ferentino, Veroli e Monte San Giovanni Campano, da 228.

Si possono aggiungere altresì soprattutto i primi cittadini di 5 comuni da 115 voti ponderati – Ceprano, Boville Ernica, Paliano, Arpino e Arce – e di 11 comuni da 62: Amaseno, Atina, Supino, Pofi, Esperia, Castelliri, Morolo, San Giorgio a Liri, Serrone, Pico e Piglio. Per quant’è stato esplicitato, un candidato unico avrebbe già qualcosa come 2.400 voti ponderati espressi da sindaci.

In proporzione, con mille “se” e “ma” legati alla coesione o meno di ogni singola amministrazione comunale e ai voti sparsi delle minoranze consiliari, prenderebbe il doppio dei voti di ognuno dei due potenziali competitor di centrodestra. Da qui la necessità di arrivare a una sintesi per essere competitivi, a seguito di questa sorta di “primarie” con la calcolatrice alla mano e i nervi alle stelle.

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