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Sabato, 20 Aprile 2024
Politica

Ares 118 unificate, Zicchieri: "Non saranno accettati peggioramenti del servizio sanitario"

Il deputato della Lega manifesta perplessità sull'accorpamento in atto focalizzando l'attenzione sulla differenza orografica e la densità abitativa delle due province che unite comprendono circa milione di abitanti

Con la delibera 473 del 28 giugno, a firma del direttore generale Ares 118, Maria Paola Corradi, a decorrere 1° luglio, sono state ufficialmente disattivate le Unità operative complesse, Servizio urgenza emergenza sanitaria, di Frosinone e Latina istituendo, la nuova Uoc Sues Frosinone-Latina. Una decisione che se da una parte trova le rassicurazioni dell'assessore regionale D'Amato dall'altra sta sollevando non poche perplessità. Dubbi manifestati anche dal deputato della Lega Francesco Zicchieri che in una nota scrive: "Non è nuova la notizia dell’accorpamento dei servizi di emergenza delle Asl. Di quelle di Frosinone e Latina si parla da tempo. Dal medesimo tempo si registrano le rassicurazioni da parte degli assessori, in questo caso dell’assessore regionale D’Amato, circa l’assenza di qualsiasi rischio di penalizzazioni per il personale di entrambe le Asl e, soprattutto, nell’efficacia del servizio.

Un territorio da un milione di abitanti

Tuttavia permangono le perplessità, soprattutto legate alla drastica differenza orografica e di densità abitativa che le due province presentano e, aggiungo, sulle incognite non risolvibili a priori circa l’immediata efficienza, soprattutto nei meccanismi e automatismi indispensabili per un servizio delicatissimo come quello dell’assistenza in emergenza, ad appannaggio di una centrale unica che dovrà gestire un territorio immenso, con agglomerati abitativi collocati in zone remote e una rete stradale gigantesca. Il parametro applicato per gli accorpamenti, cioè quello tarato solo sul numero di abitanti (minimo 600.000), non può infatti essere esaustivo quando si parla di una popolazione non compresa in poche città ma oltre un centinaio di centri anche piccoli e piccolissimi. Inoltre nel caso delle province di Frosinone e Latina il numero degli abitanti rasenta il doppio della quota minima indicata per le nuove Uoc, poiché si tratta di circa un milione di abitanti.

Stop ai disservizi

Difficile, insomma, stare tranquilli quando si parla della pelle dei cittadini, quando questi ultimi non hanno avuto negli ultimi tempi esperienze rassicuranti quanto al funzionamento del servizio sanitario e quando si procede, nelle riforme dei servizi, con un criterio evidentemente solo ragionieristico. È evidente, dunque, che non saranno tollerate, dopo le chiusure degli ospedali, i servizi che appaiono e scompaiono, le specialistiche che non decollano e tutto il corollario ben noto ai nostri concittaddini, ulteriori peggioramenti o defaillance dovuti a errori di calcolo, per essere gentili. Dalla gestione dei servizi sanitari del Lazio, infatti, non possono essere accettati che miglioramenti dell’esistente, atteso che esso è visibilmente insufficiente".

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