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Ex Banca d'Italia, da 'Possibile Frosinone' il sostegno ai consiglieri Riggi e Scasseddu

"Anche noi contrari all'operazione per l'acquisto di Palazzo Munari. Questa decisione comporta un aggravio sul Bilancio del Comune di Frosinone che ricordiamo essere già da tempo in pre-dissesto"

Continua a tenere banco l'argomento legato all'acquisto da parte del comune di Frosinone dell'ex sede della Banca d'Italia. Dopo il via libera del consiglio comunale il dibattito è continuato al di fuori dell'aula di piazza VI dicembre. Si alternano i pareri favorevoli e contrari all'operazione dell'acquisto di Palazzo Munari. A prendere la parola questa volta è Possibile Frosinone che si è schierato al fianco dei consiglieri di opposizione Daniele Riggi e Fabiana Scasseddu sul pronunciarsi in disaccordo.

Possibile Frosinone dice No

"Il nostro appoggio incondizionato - scrive in una nota Anna Rosa Frate - va alla linea che hanno tenuto in consiglio comunale i consiglieri Fabiana Scasseddu  e  Daniele Riggi, del gruppo Misto, sulla questione Banca d’Italia (Palazzo Munari). Riteniamo che il prestigio di una città non si basi solo sull’acquisizione di una sede di rappresentanza, ma soprattutto sul livello di vivibilità e sulla qualità della vita, specialmente in termini ambientali ed economici e sul livello dei servizi sociali e culturali offerti.

Il taglio ai servizi

È di qualche mese appena la classifica sulla  Qualità della vita del Sole24Ore e l’Università la Sapienza  che vede  Frosinone continuare a sprofondare nelle più basse posizioni. Il capoluogo va in controtendenza ed invece di migliorare continua a perdere posizioni assestandosi al 96esimo posto su 110. Non possiamo infatti ignorare alcuni fatti obiettivi accaduti in questi anni, testimoniati anche in consiglio comunale: lavoratori di alcuni servizi comunali costretti a lavorare poche ore al mese con stipendi da fame; livello minimo di alcuni servizi non più garantito, basti pensare al caso degli assistenti sociali sotto organico; drastica riduzione del servizio scuolabus e del numero di asili nido comunali e, contemporaneamente, aumento del costo delle tariffe; chiusura totale o parziale di strutture destinate ad attività di carattere sportivo e culturale. Le tasse cittadine sono già al massimo, le tariffe aumentate e i servizi offerti diminuiti, subendo oltre al danno anche una clamorosa beffa. Una situazione, drammatica, aggravata, ulteriormente, dalle politiche di austerità economica e finanziaria dei governi nazionali che, negli ultimi anni, hanno ridotto i finanziamenti agli enti locali e, allo stesso tempo, imposto una maggiore tassazione.

Nel dettaglio

Entrando più compiutamente nella vicenda  del Palazzo Munari la questione è questa. Innanzitutto non si tratta di acquisizione ma semplicemente  di un cosiddetto  “RENT TO BUY”. Difatti, per dieci anni lo stabile resterà di proprietà della Banca d’Italia. Non c’è ancora chiarezza sui dati economici e contrattuali che sono stati demandati al dirigente di settore a dalla stampa locale abbiamo capito che Il comune pagherà un canone  annuale di 153mila euro. Oltre a questo, ci sarà un acconto pari al 77,10% del prezzo totale di vendita fissato a 117.963 all’anno ed un costo di godimento pari al 22,90% ossia pari a 35.037 euro l’anno. All’atto dell’acquisizione ci sarà un saldo da versare pari a circa 500mila euro, anche in caso di mancata opzione di acquisto. L’operazione sarà contabilizzata in affitti passivi per la “quota godimento” e in debito verso la Banca d’Italia per la “quota relativa al prezzo di acconto”. Non si tratta solo di una questione economica ma esiste anche un tema tutto politico legato all’euforia con la quale anche le forze di opposizione hanno deciso di avallare la scelta della giunta e della maggioranza, vantandosi della loro decisione.

Sostegno a Riggi e Scasseddu

Con Possibile siamo fortemente critici su questa operazione e per questo sosteniamo le ragioni di Scasseddu e Riggi che si sono tradotte negli unici due voti contrari nel momento della votazione. Dal nostro punto di vista, questa decisione comporta un aggravio sul Bilancio del Comune di Frosinone che ricordiamo essere già da tempo in pre-dissesto con il conseguente taglio ad una serie di servizi al cittadini che non si possono ignorare".

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