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Discarica in via Le Lame, Magliocchetti: "Burocrazia inaccettabile"

Stanziati i primi fondi per la bonifica dell'area, ma non è stato ancora approvato il piano di caratterizzazione per la fascia di contaminazione del terreno tra la discarica ed il fiume Sacco

Sulla discarica di via Le Lame a Frosinone è ora di darsi una mossa. Se da un lato un primo passo è stato compiuto con lo stanziamento di 2 milioni e mezzo per la caratterizzazione e gli interventi di manutenzione straordinaria, dall'altro le lungaggini burocratiche fanno dubitare della possibile conclusione degli interventi prevista entro la fine del 2023. Questo anche per il fatto che non risulta ancora approvato il piano di caratterizzazione per la fascia di contaminazione del terreno fra la discarica ed il fiume Sacco.

L'intervento di Danilo Magliocchetti

Sulla questione è intervenuto il consigliere comunale di Frosinone Danilo Magliocchetti, che nel dettaglio spiega a che punto è il procedimento che dichiara: "Le incomprensibili lungaggini burocratiche, in alcuni casi veramente inaccettabili, in particolar modo quando si parla di ambiente, sono testimoniate, ancora una volta, da quanto riportato nel piano rifiuti della Regione Lazio, segnatamente nella proposta di deliberazione consiliare nr 40 del 10/12/2019. Nelle 1072 pagine del piano, oltre ad affrontare la questione rifiuti, si parla anche degli interventi di bonifica di alcuni siti nel Lazio.

Stanziati 2.500.000

In particolare, a pag 102 è riportato che “I principali siti, nel bacino del fiume Sacco, con un procedimento di bonifica in corso per cui sono stati rilevati superamenti delle CSC (concentrazione soglia di contaminazione) per i suoli e/o acque sotterranee sono la ex discarica “Le Lame” nel Comune di Frosinone…” Nel piano si apprende che per la ex discarica di Via Le Lame, finalmente, sono stati stanziati, € 1.016.365,00 per la caratterizzazione e interventi di manutenzione straordinaria su opere MiSE e completamento.  Nonché € 1.500.000,00 per la caratterizzazione della fascia di terreno potenzialmente contaminato, interposta tra la discarica Le Lame e il fiume Sacco di Frosinone.

Non approvato il piano per la contaminazione del terreno

E questa è senz’altro una notizia positiva, e bene ha fatto la Regione a prevederla nel piano rifiuti. Tuttavia sul documento, mentre per la discarica c’è già il piano di caratterizzazione approvato, per la fascia di contaminazione del terreno tra la stessa discarica ed il Fiume Sacco, c’è  la seguente postilla, “Siti con notifica di attivazione ai sensi del D.Lgs. 152/06 (art. 242) con PdC non ancora approvato.”

Tradotto, significa che l’art 242 del Decreto legislativo 152/2006  “Norme in materia ambientale” al comma 3, prevede che  “la regione, convocata la conferenza di servizi, autorizza il piano di caratterizzazione con eventuali prescrizioni integrative. L'autorizzazione regionale costituisce assenso per tutte le opere connesse alla caratterizzazione, sostituendosi ad ogni altra autorizzazione, concessione, concerto, intesa, nulla osta da parte della pubblica amministrazione.”

Di fatto parliamo, quindi, di un piano di caratterizzazione, per la fascia di contaminazione del terreno fino al fiume Sacco, non ancora approvato, come scritto dalla stessa Regione, che l’accordo di programma sottoscritto con il Ministero dell’ambiente è di quasi un anno fa, precisamente a marzo 2019 e che l’obiettivo dichiarato, da parte dello stesso Ministero dell’Ambiente, è quello di completare tutti gli interventi entro la data del 31 dicembre 2023.

Impossibile rispettare la data prevista

Di questo passo, dubito fortemente che quella data possa essere rispettata, ed il territorio, in primis la Città di Frosinone, non possono assolutamente permettersi che, per l’altrui inerzia, si perda ulteriore competitività, o potenziali investitori. Infatti, da quando l’emergenza sanitaria e ambientale dell’ecomostro di circa 625 mila tonnellate di rifiuti è emersa in tutta la sua gravità, quanti anni sono passati invano? Appena 30 anni. Paradossalmente, un solo milione di euro, rispetto alle reali necessità di bonifica, verrà utilizzato, forse, nel 2020. Mentre per l’area attigua alla discarica, stiamo ancora a parlare di caratterizzazione del sito non ancora approvato. Esempio mirabile di come la burocrazia, non personificata con qualche ente, dopo 30 anni non ha alcun senso, ma intesa esclusivamente come procedimenti lunghi, complessi farraginosi, possa colpevolmente ed irresponsabilmente mettere in secondo piano la salute delle persone e le possibilità di sviluppo".

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