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Fratelli d'Italia tuona: "No alla moschea in viale America Latina"

Annunciata una raccolta firme per evitare il cambio di destinazione d'uso del terreno dove è prevista la costruzione del luogo di culto

Bufera sulla costruzione della moschea in via America Latina. La notizia era stata diffusa ieri dal consigliere comunale di Fratelli d'Italia Marco Ferrara che, dinanzi al progetto già depositato da parte del privato, ne chiedeva l'integrazione per quanto concerne l'opera compensativa con la realizzazione di un parcheggio ad uso della scuola "De Luca", situata nei pressi del futuro luogo di culto. 

Ma a quanto pare Fratelli d'Italia Frosinone si è trovato in disaccordo con le affermazioni ritenute "del tutto personali" del capogruppo in Consiglio. Sotto accusa non è la costruzione della moschea in sè quanto il luogo in cui la stessa dovrebbe sorgere. Le motivazioni sono spiegate in una nota. "Nel massimo rispetto della libertà di culto e del poterla professare così come previsto dall’art. 19 della Costituzione - scrivono Giuseppe Vittigli portavoce cittadino, David Boni e Sergio Arduini, dirigenti circolo di Frosinone, Alessandro Cimaroli, portavoce Gioventù nazionale Frosinone e Daniele Maura, consigliere provinciale - siamo a contrastare senza se e senza ma il luogo dove dovrebbe sorgere la moschea.

Le ragioni del No

Partendo dal presupposto che il terreno non è destinato alla costruzione di strutture diverse da quelle ad uso residenziale, - argomentano - va specificato che la stessa si trova a ridosso di una tra le strade più importanti della città, che il terreno è a meno di 10 metri da una scuola (asilo e scuola elementare), che non vi sono parcheggi utili a comprendere le numerose macchine previste nei giorni di preghiera (basta verificare la situazione di via Maria il venerdi pomeriggio) e che la zona dove dovrebbe sorgere la moschea non offre alcun servizio utile a soddisfare le esigenze dei fedeli. Si sottolinea che la notizia della costruzione della moschea ha creato nel quartiere (abbastanza grande) uno stato di confusione, rabbia e paura, paura di venir totalmente abbandonati dalle istituzioni, ma allo stesso tempo la voglia di far sentire la propria voce a difesa dei propri interessi. 

A breve una petizione

È chiaro ed evidente - concludono - che la nostra posizione sarebbe stata la stessa anche in caso di costruzione di luogo di culto diverso da quello musulmano e che nessuna opera di compensazione potrebbe far cambiare la nostra posizione ferma e decisa. Nei giorni a seguire partirà una raccolta di firme nel quartiere ed in tutta la città al fine di bloccare in ogni modo democratico, ma deciso, il cambio di destinazione d’uso".

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