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Sabato, 20 Aprile 2024
Politica

Ciociaria zona rossa, Ottaviani: “È per assenza di posti letto”. D’Amato: “No, è per Rt a 1.31 e varianti”

Il sindaco di Frosinone: “Qualcosa non sta funzionando nella ripartizione dei posti letto Covid”. L’assessore alla Sanità replica: “Non c’entrano nulla, tant’è che il Lazio accoglie pazienti in terapia intensiva da regioni confinanti come il Molise”

Al sindaco del capoluogo ciociaro Nicola Ottaviani, secondo cui "Frosinone e provincia - ha dichiarato all'Adnkronos - sono zona rossa per l'assenza di posti letto", replica l'assessore regionale alla Sanità Alessio D'Amato: "La provincia è andata in zona rossa - ha controbattuto, dicendosi dispiaciutosi della 'polemica inutile' - per un valore Rt pari a 1.31 e un'alta incidenza di circolazione delle varianti, in alcune circostanze legata a comportamenti non rigorosi come accaduto a Torrice". 

Secondo lo stesso D'Amato, infatti,  "i posti letto non c'entrano nulla - continua - tant'è che il sistema sanitario del Lazio in questi giorni sta addirittura accogliendo pazienti in terapia intensiva da regioni confinanti come il Molise". Pertanto, l'assessore regionale invita il primo cittadino di Frosinone "a lasciare da parte le polemiche e collaborare con la Asl nella gestione della pandemia e nel rispetto rigoroso delle regole".

D'Amato, inoltre, conferma che proprio oggi è stata richiesta alla struttura del Commissario all'Emergenza Covid, il generale Francesco Paolo Figliulo, di avere le scorte di vaccino per aumentare le vaccinazioni nella zona rossa. "Auspico - conclude - che anche l'amministrazione comunale di Frosinone voglia perorare questa giusta causa". 

Perché la provincia di Frosinone è zona rossa e arriveranno più dosi di vaccino anti Covid

La controreplica di Ottaviani: "Regione Lazio ha confermato che 94% dei posti letto è saturo"

Dopo la replica di D'Amato non manca la controreplica di Ottaviani: “Nell’ordinanza istitutiva della zona rossa in provincia di Frosinone, da parte della Regione Lazio, è scritto testualmente che ‘alla data del 5 marzo, risultano ricoverate n. 247 persone, di cui 17 in terapia intensiva, con una occupazione di posti letto dedicati alla gestione Covid-19 del 93,9% (in aumento, rispetto al 74% della settimana precedente) e la presenza di cluster attivi in strutture socioassistenziali’.

"Se il 5 marzo, quindi, non il Comune di Frosinone, ma la Regione Lazio ha confermato che il 94% dei posti letto dedicati ai pazienti Covid-19, con i relativi riverberi sulle terapie intensive, è saturo, è assai difficile credere che, a distanza di 3 giorni, la situazione si sia normalizzata, a meno di non credere di essere passati dai posti ai divani-letto. Qui non è questione di polemiche, ma di risposte immediate e di tranquillità sociale, in termini di reale offerta sanitaria e, se le regioni confinanti hanno necessità di supporto, credo che sarebbe più logico veicolare l’offerta sugli ospedali romani, che hanno maggiori potenzialità".

"Il Comune di Frosinone è disponibile a fornire locali e palestre, per effettuare le vaccinazioni in grande quantità, supposto, però, che tali vaccini da noi arrivino con gli stessi criteri, modalità e solerzia di altre zone del Paese, Roma compresa. Alla manager della Asl, dottoressa Pierpaola D’Alessandro, va il ringraziamento per l’organizzazione che sta cercando di costruire ad ogni livello, con grande professionalità, ma se le risorse e gli strumenti non sono adeguati e sufficienti, non si possono pretendere, certo, da lei, miracoli”.

Le dichiarazioni iniziali all'Adnkronos del sindaco Ottaviani

"Frosinone e provincia sono zona rossa non tanto per l'indice Rt o la circolazione delle varianti del Covid, quanto per l'assenza e la saturazione di quelle che sono le disponibilità dei posti letto nelle terapie intensive e negli ospedali dedicati Covid. Questo fa riflettere, e significa che qualche cosa non sta funzionando nella ripartizione dei posti letto dedicati al Covid-19 e alle terapie intensive". Lo ha detto all'Adnkronos Nicola Ottaviani, sindaco di Frosinone, in merito alla situazione della città e della provincia di Frosinone. 

"È vero che il servizio regionale, alla bisogna, fornisce posti letto anche all'esterno della provincia, ma ciò evidenzia che l’offerta non è stata pianificata completamente, poiché non risultata garantita l'autosufficienza a livello provinciale - ha aggiunto Ottaviani - Servono dei correttivi immediati, poiché oggi non possiamo dire, contrariamente al marzo dello scorso anno, di trovarci in una fase inattesa della pandemia. È passato un anno, dalla primavera del 2020, e non può essere trascorso invano. E poi non abbiamo avuto, ripeto, sia a Frosinone che nelle altre aree della provincia, i casi di assembramento e di affollamento, che invece abbiamo notato nelle fotografie delle grandi vie dello struscio o dello shopping del centro di Roma. Qualcosa non sta funzionando e dev'essere corretto, in particolare riguardo alla disponibilità effettiva dei posti letto dedicati al Covid e alle terapie intensive".

"Ulteriore questione, da approfondire, e sicuramente da affrontare, - ha concluso Ottaviani - è quella della tempestività nel rifornimento dei vaccini nella nostra provincia, poiché le prenotazioni, a parità di fascia anagrafica, divergono anche di due mesi tra Frosinone e Roma, tanto è che a persone di 78 anni è stata data la disponibilità immediata nella Capitale, per l’inoculazione di AstraZeneca, mentre a Frosinone, per le stesse persone, è stata fissata per maggio. Bisogna fare presto, stanziando maggiori risorse verso la nostra provincia, da parte del ministero della Salute e della Regione Lazio".

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