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Lungofibreno Tremoletto diventa monumento Naturale. Speriamo che non faccia la fine di quello della Selva di Paliano

Zingaretti istituisce 5 nuovi monumenti naturali per garantire la tutela di un patrimonio inestimabile

Il presidente della Regione Lazio, Nicola Zingaretti ha firmato cinque decreti su proposta dell’Assessore all’Ambiente Mauro Buschini, che istituiscono altrettanti Monumenti Naturali. Si tratta di aree meritevoli di tutela e salvaguardia perché presentano elementi di interesse naturalistico e storico-archeologico che hanno contribuito in maniera significativa alla definizione di caratteri paesaggistici e ambientali dei luoghi. I nuovi 5 monumenti naturali si aggiungono ai 33 già esistenti che fanno parte delle 89 Aree Naturali Protette del Lazio, per un totale di superficie protetta pari a 236.054 ettari, il 13,7% circa del territorio regionale.

Lungofibreno tremoletto ad Isola del Liri

Il quinto Monumento Naturale è quello di Lungofibreno Tremoletto nel Comune di Isola del Liri in provincia di Frosinone. Una zona umida, rifugio di specie ornitiche. Grandi le valenze naturalistiche e geologiche anche per la presenza di un sinkhole, un particolare fenomeno carsico del tutto peculiare. L’area si colloca lungo la valle del Fibreno, uno degli elementi della rete ecologica di connessione tra la riserva di Posta Fibreno e il corso d’acqua stesso, un corpo idrico di eccezionale qualità e trasparenza delle acque sorgive. Speriamo che non faccia la fine del Monumento Naturale La selva di Paliano e Mola de Piscoli che dopo la sua istituzione, con il Presidente Polverini, è stato completamente abbandonato da amministratori incapaci di gestire un patrimonio del genere che avrebbe potuto portare turismo ed economia in tutta la zona a Nord della Ciociaria.

Particolare interesse storico

“Con i cinque nuovi Monumenti Naturali salvaguardiamo territori di particolare interesse storico, paesaggistico e naturalistico – spiega il Presidente della Regione Lazio, Nicola Zingaretti – Si tratta di monumenti che raccontano la storia della nostra comunità, un patrimonio inestimabile che deve essere tutelato. La nostra regione ha una vocazione di sostenibilità ambientale e culturale che continueremo a rafforzare, promuovere, anche attraverso la nascita di nuove aree naturali protette, e salvaguardare come bene comune”.

Il Faggeto di Allumiere

Il primo Monumento Naturale è il Faggeto di Allumiere, faggeto di bassa quota, residuo dell’ultima glaciazione, nel comune di Allumiere, in provincia di Roma. Quest’area presenta una grande valenza naturalistica trattandosi di una formazione forestale continua ed ecologicamente caratterizzata da habitat di interesse unionale. Inoltre, al suo interno insiste un’area di rilevante valore archeologico e paesaggistico nella quale sono state rinvenute importanti testimonianze risalenti all’Età del Bronzo finale.

Rioscuro a Cineto Romano

Il secondo Monumento Naturale è quello del Torrente Rioscuro, nel Comune di Cineto Romano nella provincia di Roma. L’area protetta insiste in una profonda incisione fluviale di estremo interesse naturalistico, inserita lungo il “Sentiero Coleman”, un percorso di connessione di collegamento tra le più estese aree protette del sistema dei parchi regionale, i Monti Lucretili e i Monti Simbruini. La Valle del Torrente Rioscuro riveste notevole importanza ecologica per la presenza dell’omonimo corso d’acqua, perfettamente conservato, al cui interno si osserviamo importanti evidenze geologiche.

Il Faggio di San Francesco a Rivodutri

Il terzo Monumento Naturale è quello di Faggio di San Francesco nel Comune di Rivodutri, in provincia di Rieti. Il Monumento naturale Faggio di San Francesco è legato tradizionalmente al culto francescano, è un esemplare monumentale di età superiore ai 200 anni. Molto suggestiva l’articolata forma del portamento arboreo.

San Cataldo Rosso ed Marmo Rosso a Cottanello

Il quarto Monumento Naturale è quello di San Cataldo e Marmo rosso di Cottanello nel Comune di Cottanello in provincia di Rieti. Di prevalente interesse geologico e storico al cui interno insistono due geositi e elementi di pregio floristico e vegetazionale. Il cosiddetto Marmo estratto dall’antica cava tutelata dal nuovo Monumento naturale, è stato ampiamente impiegato sin dall’età romana, e soprattutto nei grandi complessi di culto della Roma rinascimentale, per la realizzazione tra l’altro, su progetto di Gian Lorenzo Bernini, di  46 colonne, poste intorno agli altari laterali della basilica di San Pietro, una delle quali rimasta abbozzata emerge ancora dalla cava oggi tutelata.

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