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Durigon aggiusta il tiro: “Consorzio unico valore aggiunto, ma ripartire funzioni tra vertice e amministrazioni”

Il sottosegretario al Mef, dopo l'ok alla fusione dei consorzi industriali del Lazio, circostanzia: “Un soggetto di grandi dimensioni può intercettare con maggiore facilità i finanziamenti europei, ma competenze urbanistiche rimangano a livello locale”

Il sottosegretario all’Economia Claudio Durigon, che nelle scorse ore si è detto favorevole al Consorzio unico industriale del Lazio, ha aggiustato il tiro nella mattinata di oggi, lunedì 17 maggio 2021.

Con una nota diramata dalla Lega ciociara, tra le cui righe si evince un confronto col coordinatore provinciale Nicola Ottaviani – sindaco di Frosinone da tempo avverso al Consorzio unico – l’altresì responsabile regionale del Carroccio precisa che l’accorpamento dei consorzi laziali, tra cui i territoriali e predominanti Asi e Cosilam, è “un valore aggiunto” nel reperimento dei fondi europei. Specie quelli stanziati a favore del Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr): il Recovery Plan. Al contempo però, a detta dello stesso Durigon, non bisogna intaccare funzioni e compiti degli enti locali: province e comuni.

Durigon: “Consorzio unico valore aggiunto, ma competenze urbanistiche rimangano a livello locale”

“Le province del Lazio sono assolutamente fondamentali nell’ambito della ripresa economica del post pandemia - premette il sottosegretario pontino Durigon - Le imprese e gli enti territoriali possono recitare un ruolo fondamentale soltanto attraverso una attenta pianificazione delle linee di programmazione dello sviluppo, cogliendo le opportunità più avanzate che coniugano le aspettative dei cittadini e delle aziende con i parametri qualitativi degli standard europei.  Particolarmente significative, dunque, potranno rivelarsi le iniziative promosse attraverso le unioni dei Comuni, le aree vaste e i consorzi pubblici ed economici, in grado di intercettare le nuove opportunità che, come avviene dopo ogni guerra, saranno generate dalla rimodulazione della domanda e dal reset dei mercati nazionali ed europei”.

“Per questo motivo – dichiara, infine, aggiustando il tiro rispetto alla futura realtà consortile laziale - l’opzione del Consorzio Unico regionale industriale, in sostituzione dei consorzi locali o delle aree produttive attrezzate, può costituire un valore aggiunto sotto il profilo delle economie di scala, ripartendo però le funzioni e i compiti tra l’organizzazione di vertice e le amministrazioni periferiche e territoriali. In altri termini, un soggetto pubblico-economico di grandi dimensioni può intercettare con maggiore facilità i finanziamenti e le opportunità europee, mentre a livello locale è opportuno che rimangano le competenze di carattere urbanistico e amministrativo, connesse all’assegnazione delle aree industriali, alle nuove localizzazioni o ai cambi di destinazione d’uso, in ragione della maggiore rapidità ed elasticità delle risposte che devono essere date al mondo delle imprese, con la tempestività di ogni singolo caso”.

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