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Politica

Piglio, la vera storia del centro di trasferenza dei rifiuti di Casa Zompa

In un lunga lettera ai vertici regionali gli esponenti dei Progetto Piglio e PSI fanno il punto su questa incresciosa situazione fortemente voluta dal PCI prima e dalla Provincia oggi

La lista civica Progetto Piglio e la sezione del PSI locale, hanno scritto una lunga lettera al Presidente della Regione Lazio, agli assessori Mauro Buschini (ambiente), Carlo Hausmann (Agricoltura) e al consigliere Regionale Daniele Fichera, per illustrare l'autorizzazione variante sostanziale per il Centro di Trasferenza di Rifiuti Solidi Urbani di “Casa Zompa” – Piglio (FR) per ampliamento e modifica attività di gestione dei rifiuti, ovviamente la loro contrarietà al rilascio al rilascio della variante. Votata peraltro all’unanimità anche dal Consiglio Comunale pigliese.

L’approvazione da parte della Provincia di Frosinone

“la presente – si legge nella lettera- per porre alla Vostra cortese e diretta attenzione l’approvazione di variante sostanziale approvata dalla Provincia di Frosinone con Conferenza dei Servizi lo scorso novembrea favore del Centro di Trasferenza di Rifiuti Solidi Urbani di Casa Zompa– Piglio (FR).

Il vino ed i rifiuti 

Facendo seguito alla nostra prima richiesta di interessamento rivolta all’Assessore Regionale all’Ambiente e Rifiuti dello scorso settembre,promossa per scongiurare il potenziamento e l’ampliamento dell’attuale impianto di trasferenza sito nel territorio di Piglio (FR), con la presente si intende rappresentare il profondo sentimento di sfiducia e di timore di un territorio storicamente vocato alla produzione di uno dei prodotti di eccellenza della Regione Lazio, il Cesanese e che oggi rischia di essere snaturato a vantaggio di altre realtà produttive di ben più difficile coniugazione con la produzione agricola e vinicola di qualità. Per mera miopia politica nel passato e fronte di uno stato emergenziale dei rifiuti nel territorio di Piglio fu autorizzatala costruzione del centro di trasferenzain oggetto, all’interno dei 150 m della fascia di protezione delle acque pubbliche (PTP 8 allora e PTPR oggi) , per ottimizzare la raccolta e il trasporto dei rifiuti solidi urbani del comprensorio, quindi dei soli Comuni limitrofi a Piglio.

Potenziamento dell’attività di trasferenza dei rifiuti 

Nel corso dello scorso settembre, nonostante la contrarietà dell’Amministrazione comunale di competenza, nonostante l’incidenza nei pressi nel sito trasferenza di Casa Zompa di vincoli sanciti nel PTPRe legati al fosso demaniale Gricciano e nonostante soprattutto la ferma opposizione della popolazione residente, l’Amministrazione Provinciale su delega della Regione Lazio ha provveduto a concedere il titolo autorizzativo all’ampliamento richiesto dal gestore del servizio, per mezzo della necessaria Conferenza dei Servizi. Grazie a questa decisione, quello che è sempre stato rappresentato come un potenziamento dell’attività di trasferenza  originariamente autorizzato nel territorio di Piglio, si è trasformato in una vera e propria autorizzazione a nuovo impianto di trattamento di rifiuti. Non più quindi una piattaforma logistica di stoccaggio provvisorio limitato nel tempo (uno o due giorni)  in attesa di conferimento in discarica o verso impianto di trattamento, ma un vero e proprio impianto di pretrattamento, con operazioni autorizzate da R2 a R12, cioè che autorizzano a qualsiasi operazione di pre-trattamento e per quasi tutte le categorie di rifiuti (non pericolosi ma comunque impattanti) ad esclusioni dei soli solventi. L’autorizzazione ovviamente prevede quantità (50500 tonnellate/anno; 168 tonnellate/giorno) maggiore rispetto all’originario autorizzato.

Casa Zompa non ha più motivo di esistere

Di fatto il centro di trasferenza di Casa Zompa si trasforma da struttura di pubblica utilità che non ha più motivo di esistere cessato lo stato emergenziale della fine dello scorso secolo ad opportunità imprenditoriale e speculativa del libero mercato; Casa Zompa è così trasformata da centro di trasferenza a “nuovo impianto di trattamento rifiuti”: il tutto con un unico atto, la conferenza dei servizi delle Provincia di Frosinone dello scorso novembre 2017.

Un territorio delicato 

Il dato veramente drammatico in tutta la vicenda è che la volontà di creare un nuovo impianto di trattamento rifiuti in Provincia di Frosinone, forse anche legittimo, ha trascurato il fatto che l’ex centro di trasferenza di Piglio Casa Zompa è fisicamente sito nel comprensorio produttivo destinato ad accogliere da sempre -e tutt’oggi- le vigne del Cesanese. Esso non ricade nel Comune di Piglio ma fisicamente insiste, opera e tratterà rifiuti anche in quantità superiore agli attuali, ad una distanza di dieci metri dai vigneti che unanimemente sono riconosciuti tra i più prestigiosi della Regione.
Imprenditori agricoli  facenti capo a  Cantine Vinicole di riguardo nel tempo hanno prodotto vini di eccellente qualità e giovani imprenditori del territorio negli ultimi anni hanno deciso di destinare nuove linfa e nuovi investimenti in quella stessa area.

I rischi di tale operazione 

On. Presidente e Onorevoli Assessori, per quanto sopra descritto, stanti: l’assenza di positive ricadute in termini di occupazione per il territorio derivanti dall’impianto di trattamento dei rifiuti, il rischio di compromissione del comparto produttivo vinicolo e zoo-agroalimentare in genere del territorio; il rischio di compromissione della integrità e della valenza paesaggistica dell’intera e vasta area, il rischio di svalutazione e di conseguente e progressivo abbandono delle terre ora destinate alla produzione di pregio e di risalto internazionale del vino cesanese.

L’amministrazione Comunale è contraria 

Richiediamo un interessamento tempestivo della Regione Lazio in concerto con l’Amministrazione comunale di Piglio per scongiurare l’operatività del nuovo centro di trattamento rifiuti che si vuole a tutti i costi realizzare nel territorio di Piglio, in spregio alle attese ed alla volontà della cittadinanza residente e in spregio alle risorse che gli imprenditori vinicoli e agricoli del comprensorio hanno profuso per la crescita culturale ed economica dello stesso. Confidando nel Suo accoglimento della presente richiesta La invitiamo sin d’ora nel Comune di Piglio o in qualunque altro luogo riterrà opportuno per gli approfondimenti necessari. In attesa di un tempestivo riscontro rivolgiamo distinti saluti. 

La storia del Centro di trasferenza dei rifiuti di Casa Zompa

Correva l’anno 1997 quando Piero Badaloni, Presidente della Giunta Regionale del Lazio, con le ordinanze n° 26 di Febbraio e n° 77 di Ottobre 1997, ordinava al dott. Salvatore Suriano, Commissario straordinario del Consorzio tra i comuni di Cassino, Formia e Gaeta costituito per il riciclaggio dei rifiuti solidi urbani, di: “continuare i lavori relativi alla realizzazione, giusto il progetto presentato a questa Amministrazione, della stazione di trasferenza dei rifiuti ubicata nel Comune di Piglio, località “Casa Zompa”, finalizzata alla realizzazione del trasporto dei rifiuti all’impianto di preselezione e compostaggio di Colfelice”. – scrive lo storico locale Giorgio Alessandro Pacetti

Nel 1973 il riconoscimento al Vino Cesanese della DOC

Il centro di raccolta di “Casa Zompa” a Piglio, era stato oggetto anche  di una interrogazione presentata dall’on. Panetta ai Ministri dell’Ambiente e delle Politiche Agricole. Panetta nella sua interrogazione pone l’attenzione sul fatto che: “nel 1973 il Presidente della Repubblica riconosceva per decreto, al vino “Cesanese del Piglio”, la denominazione D.O.C. e tra le premesse a base della concessione si faceva chiaro riferimento al mantenimento delle condizioni ambientali, che dovevano rimanere inalterate (art. 4); nel 1988 il Comune di Piglio individuava nella zona “Casa Zompa” il luogo per la raccolta dei rifiuti di questo comune; che dopo vari atti amministrativi del Comune di Piglio e della Regione Lazio il luogo della discarica veniva confermato, provocando l’esposto da parte degli abitanti della zona alla Procura della Repubblica di Frosinone ed al Ministro dei Lavori Pubblici, che in risposta forniva una nota del 15 Novembre 1996 del Genio Civile in cui si comunicava di non aver mai concesso alcuna autorizzazione ed invitava l’amministrazione comunale ad adottare i provvedimenti conseguenti; tutto ciò premesso, poiché con ordinanza n° 77 dell’Ottobre 1997 il Presidente della Regione Lazio ribadiva l’individuazione della stazione di trasferenza dei rifiuti di Casa Zompa per la razionalizzazione del trasporto dei rifiuti destinati all’impianto di Colfelice, si chiede ai Ministri interrogati quali provvedimenti si intendano adottare per la salvaguardia del territorio in primis e della salvaguardia del marchio “Cesanese del Piglio” e dell’economia ad esso collegata”. F.to Panetta.

Precedentemente una richiesta di Iannarilli a Badaloni 

Anche il consigliere regionale di Forza Italia Antonello Iannarilli, nell’Aprile ‘97 aveva chiesto al Presidente della giunta Regionale Piero Badaloni e all’assessore all’Utilizzo, Tutela e Valorizzazione delle risorse ambientali, la revoca dell’ordinanza n° 26 del Febbraio 1997. Iannarilli nella sua interrogazione poneva l’attenzione sul fatto che “la realizzazione della stazione di trasferenza dei rifiuti solidi urbani in una località a vocazione agricola, in cui si produce vino doc, era lesiva dei diritti della cittadinanza e nociva all’ambiente, che andrebbe, invece, protetto, salvaguardato e tutelato soprattutto dall’Ente Regione”. 
Il consigliere regionale Iannarilli nello scrivere a Badaloni dichiarava che “risulta poco trasparente l’iter amministrativo seguito dal Comune di Piglio che, senza alcun atto deliberativo e solo per volontà del sindaco, ha accettato, dopo averla proposta, l’attivazione del centro di trasferenza al quale non risultano essere state rilasciate le previste autorizzazioni e/o concessioni dagli organi preposti e che, anzi, i manufatti già realizzati risultano, agli atti, abusivi”. Iannarilli inoltre faceva presente a Badaloni che “insufficienti, contraddittorie e superficiali risultano le relazioni dei tecnici incaricati di esaminare e studiare l’area individuata dal Comune di Piglio, area di proprietà di una ditta a suo tempo scelta, senza procedere nè a gare, nè a trattative di sorta” . Dulcis in fundo, Iannarilli rincarava la dose con l’affermare che “ il terreno in questione, sede di una falda acquifera, risulta ricco di emergenze superficiali, sino ad oggi utilizzate per i vigneti ed il cui inquinamento arrecherebbe danni irreparabili al territorio ed alla sua economia”. 

Il primo sequestro della magistratura 

Per la cronaca, il centro di trasferenza era stato posto sotto sequestro dalla Magistratura di Frosinone, in data 20 Maggio 1997 dal Dott. Saverio Francesco Musolino. Il copioso fascicolo aveva richiesto approfondimenti volti ad individuare le molte zone di ombra che avevano contraddistinto l’iter burocratico. L’indagine era stata condotta dal GIP presso la Procura Circondariale di Frosinone che, in data 23 Luglio 1997, aveva revocato il sequestro. Una delle domande che antecedentemente all’Ordinanza Regionale circolava tra la cittadinanza pigliese era questa: “Come si è giunti ad individuare Piglio come centro di trasferenza in contrapposizione alle decine e decine di industrie sorte nell’area di Colleferro, Anagni e Ferentino, poi dismesse, e che potevano egregiamente servire alle bisogna senza pregiudicare la zona agricola DOC del Cesanese?” 

La maggioranza di allora abbandona il Consiglio Comunale 

Nel contempo, la minoranza comunale di Piglio, nel Giugno 1997, aveva chiesto un consiglio comunale straordinario, che era stato disertato, dopo l’apertura, dalla maggioranza. I rappresentanti di minoranza avevano quindi inoltrato al Prefetto di Frosinone un esposto, chiedendo di indagare sulla pretestuosità dell’abbandono lasciando così ancora più ombre sull’operato della civica amministrazione.  I consiglieri di minoranza Neccia, Salvatori, Ceccaroni e Lucidi volevono conoscere tutta la verità sull’iter amministrativo burocratico dell’intera vicenda e sulla scelta dell’area ed avevano inoltrato nel mese di Maggio un esposto alla  Procura di Frosinone successivamente rigettato. Sul fronte dei “no”, contrari al Centro di trasferenza dei rifiuti a Piglio, oltre la gioventù pigliese, che aveva manifestato il 23 Maggio sfilando in corteo con striscioni lungo le vie del paese, c’era stata anche la presa di posizione della “Cantina sociale Cesanese di Piglio” e anche del CODACONS, area metropolitana di Roma, che aveva inviato al Comune di Piglio una nota, in occasione del consiglio comunale del 4 Aprile ‘97., con la quale si auspicava che “qualsiasi decisione fosse presa dal consiglio comunale, nel rispetto delle risorse ambientali e delle produzioni tipiche della zona”. 

La situazione si è aggravata 

Anche il rappresentante locale di Italia Nostra, Giorgio Alessandro Pacetti, nel “cahier de doleances” Dossier sul “Centro di smistamento e di trasferimento rifiuti solidi ed urbani in località Casa Zompa”, faceva rilevare l’aggravarsi della già precaria situazione viaria dovuta al forte flusso di automezzi pesanti sulla Provinciale Piglio-Anticolana, con il conseguente maggior dissesto totale dell’arteria ed inevitabili disagi per gli abitanti delle contrade interessate. 
A Piglio si chiacchiera a Roma si decide 
Ma mentre a Piglio si polemizzava e si parlava senza concludere nulla, a Roma, invece, il Presidente della Giunta Regionale del Lazio, con le ordinanze n° 26 di Febbraio e n° 77 di Ottobre 1997, ordinava al Dott. Salvatore Suriano, Commissario straordinario del Consorzio tra i comuni di Cassino, Formia e Gaeta per il riciclaggio dei rifiuti solidi urbani, di “continuare i lavori relativi alla realizzazione, giusto il progetto presentato a questa Amministrazione, della stazione di trasferenza dei rifiuti ubicata nel Comune di Piglio, località “Casa Zompa”, finalizzata alla realizzazione del trasporto dei rifiuti all’impianto di preselezione e compostaggio di Colfelice, e che i lavori di realizzazione dovranno essere completati entro 90 giorni dal presente provvedimento”. 

Dove sta il beneficio ai cittadini di Piglio?

Al di là della storia del Centro di trasferenza di “Casa Zompa” quale beneficio ha portato alle famiglie di Piglio, avendo la pattumiera a (Km 0)? Nessuno!!! Si pensava almeno ad una riduzione delle aliquote TARSU TASI, rispetto agli altri paesi del circondario. Purtroppo anche questo è stato precluso ai pigliesi. La storia continua….
 

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