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Regione Lazio, per la prima volta effettuata una diagnosi pre impianto su una coppia fertile dal prof. Antonio Colicchia.

La Asl Roma A, a seguito della sentenza del Tribunale di Roma che le ha intimato di effettuare la diagnosi genetica preimpianto (PGD) su una coppia fertile affetta da fibrosi cistica, ha stabilito che l’intervento sarà effettuato direttamente...

La Asl Roma A, a seguito della sentenza del Tribunale di Roma che le ha intimato di effettuare la diagnosi genetica preimpianto (PGD) su una coppia fertile affetta da fibrosi cistica, ha stabilito che l’intervento sarà effettuato direttamente presso una propria struttura, la Unità operativa di Fisiopatologia della Riproduzione del centro S.Anna, diretta dal professore Antonio Colicchia.

È la prima volta in Italia che una struttura pubblica è chiamata ad erogare la prestazione di diagnosi genetica su un embrione prima del suo inserimento nell’utero. Il presidente della commissione Politiche e sociali del Consiglio regionale del Lazio, Rodolfo Lena, ha seguito con attenzione la lunga battaglia legale della coppia in questione, informata nella giornata di ieri dallo stesso professore Colicchia della decisione assunta dalla Asl.

“Si tratta di una notizia dall’altissimo valore simbolico - commenta Lena - che costituisce la migliore risposta possibile a chi pensava che il settore pubblico non potesse essere in alcun modo concorrenziale nel campo della genetica e della fecondazione assistita”.

“Si apre così - prosegue il presidente - una nuova strada per tante coppie, con l’ulteriore buona notizia costituita dal fatto che il Sistema sanitario regionale farà certamente da calmiere rispetto ai costi molto elevati della diagnosi genetica preimpianto. Come istituzione non possiamo che supportare questi esempi di eccellenza nati in senso a una nostra Asl, grazie ad investimenti strategici e alla valorizzazione delle professionalità”.

La coppia in questione, sostenuta dall’associazione Luca Coscioni, ha visto accolta la richiesta di ottenere la PGD per evitare il ripetersi della possibilità di avere un secondo figlio affetto da una patologia fortemente invalidante come la fibrosi cistica.

Fino a questa sentenza, solo le coppie affette da infertilità avevano la possibilità di accedere alla diagnosi preimpianto. “Da oggi - spiega il professore Colicchia - questa incomprensibile discriminazione viene a decadere aprendo la possibilità anche a coppie affette da altre patologie genetiche come la microcitemia di sapere in anticipo se il loro figlio nascerà sano”.

La PGD è largamente utilizzata nei centri privati di fecondazione assistita dal 2009, quando la sentenza della Corte Costituzionale abrogò il divieto di fecondare più di tre ovociti riaprendo la possibilità di crioconservare gli embrioni in eccesso o malati che in ogni caso devono essere crioconservati.

“Questa sentenza - commenta Colicchia - supera le resistenze dei centri pubblici ad effettuare PGD anche in regioni ,come la Sardegna, dove si registra la maggior frequenza di coppie dove entrambi i partner sono portatori sani di patologie genetiche come la microcitemia”.

Queste coppie, infatti, hanno un rischio del 25% di dare alla luce un feto malato di Thalassemia ,una malattia che costringe a trasfusioni per tutta la vita.

“A partire da adesso - conclude il professore - esiste una nuova prospettiva per tutte le donne affette da problemi genetici che potranno diventare madri di figli normali senza essere costrette a interrompere le loro gravidanze. Il servizio di Genetica del nostro Centro ha iniziato la fase di adeguamento per implementare la nuova metodica”.

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