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Venerdì, 19 Aprile 2024
Politica

Regione, verso la nuova giunta: un ciociaro tra i papabili assessori

Tutte le province dovranno essere rappresentate. Per questo Rieti, Viterbo, Latina e Frosinone avranno ognuna un assessore

Francesco Rocca si avvicina al giorno della proclamazione. E intanto lavora sulla giunta. Ma prima di poter incasellare tutti gli uomini e le donne nei vari assessorati si dovranno consumare una serie di passaggi politici tra i partiti.  Il varo tra fine febbraio e i primi di marzo. Una giunta politica, composta quasi esclusivamente da eletti, con la parità di genere come obiettivo e il rispetto del 40% delle quote rosa come obbligo. Con i partiti della maggioranza impegnati nelle prime riunioni per delineare il governo della regione - come riporta romatoday.it - , la giunta Rocca è entrata ufficialmente in sala parto. Incontri informali, per ora, che hanno partorito il primo schema che andrà sottoposto in primis alla Premier Meloni per il suo ok e che poi dovrà vedere le varie tessere del puzzle incastrarsi, tra l'opera di mediazione tra i responsabili dei partiti con il neo eletto presidente. Oggi, intanto, dovrebbe essere in programma una riunione ufficiale tra i coordinatori.

Due schemi alternativi e la presidenza d'aula che balla

Di certo tutte le province dovranno essere rappresentate. Per questo Rieti, Viterbo, Latina e Frosinone avranno ognuna un assessore. Un'idea sulla quale il presidente Rocca pare essere d'accordo, senza veti particolari sui nomi. Si sarebbe stabilita anche la quota per ogni schieramento. Due le ipotesi, con la prima al momento data come più credibile. Sette assessori a Fratelli d'Italia, uno alla Lega e due a Forza Italia. Al partito di Salvini andrebbe la presidenza d'aula, con Pino Cangemi in pole, seppure con strascico di polemiche annesse. Schema alternativo quello con un assessorato in più alla Lega e uno in meno a Fdi, compensato dalla presidenza d'aula. In questo caso è da capire come i rapporti tra meloniani e rampelliani peseranno nella ripartizione delle poltrone.

Quote rose

Ci sono poi le donne, tallone d'Achille del centrodestra. Sono poche e per questo puntare alla parità di genere, come vorrebbe Rocca, appare complesso. Le quattro prescelte dovrebbero essere Roberta Angelilli (per lei si parla di Ambiente e Sviluppo economico), Laura Corrotti (Pari opportunità e politiche giovanili), Eleonora Berni (Agricoltura) e Laura Allegrini (Turismo) con le ultime due che riempirebbero anche le caselle Rieti e Viterbo.

Gli altri nomi

Per le altre due province ci sono Pasquale Ciacciarelli (Lavori pubblici e trasporti) quota Lega a Frosinone e Pino Simeone (Rifiuti), uomo forte di Fazzone, Forza Italia, a Latina. A completare la giunta ci sarebbero i nomi di Fabrizio Ghera (Casa e politiche abitative), Massimiliano Maselli (Commercio). Giancarlo Righini (Lavoro e Formazione) con quest'ultimo in pole per la vicepresidenza. In Forza Italia sono forti le voci che vorrebbero il trasloco dal Campidoglio verso la giunta regionale di Marco Di Stefano. Giorgio Simeoni è l'alternativa. 

Rocca vuole giunta a 12

Schemi e idee che non sono ancora passate per l'ok del neo presidente Rocca che, come da dichiarazioni, potrebbe tenere la delega alla sanità e forse anche quella al bilancio. Voci indicano Rocca intenzionato a spingere anche su alcuni nomi per la giunta, Carolina Casini su tutti che, non eletta nella sua civica, potrebbe far parte della squadra. Anche per questo il neo presidente sta spingendo per avere dodici assessori anziché dieci, con la Casini appunto e Civita Di Russo (per lei sarebbe pronto assessorato alle Legalità con deleghe alla polizia locale) come nomi da aggiungere alla squadra indicata dagli alleati. 

Polveriera Lega

Il fronte più complesso e in subbuglio al momento appare però essere quello nella Lega. Claudio Durigon è un leader locale dimezzato, che ormai tutti raccontano come depotenziato, senza la capacità di imporre suoi uomini e sue idee. Pino Cangemi, inviso a gran parte del partito, si starebbe auto imponendo come presidente in cambio della non sfiducia a Durigon stesso. Un'azione che sta provocando malcontenti e che, raccontano a RomaToday fonti qualificate, nei prossimi giorni potrebbe portare a cambi di casacca, con fuori uscite dalla Lega. 

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