PUBBLICHIAMO la lettera del Senatore di Forza Italia Francesco Aracri in risposta al direttore de "Il Tempo".

"Caro direttore,

ho percepito il suo editoriale di ieri come un invito a un’operazione di autocoscienza che Forza Italia a Roma deve compiere, senza più rinvii. Lo raccolgo e mi associo. Notando con dolore come il disastroso risultato di domenica sia stato il punto più basso dal ’94 ad oggi. E, cosa ancora peggiore, quel 4,2% rappresenta il copione di una morte annunciata. Da tempo il sottoscritto ha evitato polemiche interne provando a perseguire la strada di una politica inclusiva, che aprisse le porte di Forza Italia a nuove energie e soprattutto non perdesse mai il filo del confronto con gli alleati. In provincia, questo proposito si è trasformato in realtà, ed abbiamo ottenuto buoni risultati. A Roma, invece, è stato soffocato da condotte e retaggi che non hanno ragion d’essere, ancor meno oggi: i personalismi, la «corsa al colloquio privato con Berlusconi». E, soprattutto, il mantenimento dei ruoli non per contribuire davvero a far crescere il partito ma come ancora di salvataggio per le candidature. Risvolti pratici si percepiscono nell’andamento della vita interna al partito: la convocazione di coordinamenti per il Lazio è un fatto assolutamente sporadico. E per Roma città, la compilazione di un organigramma interno ha conosciuto una estenuante gestazione di circa un paio d’ anni. Il risultato di tutto questo è, ovviamente, un partito ormai «vivo» solo sulla carta, che ha smarrito ogni spirito di iniziativa. Per questo serve una vera inversione di rotta, perché dalle politiche del 2013 in avanti abbiamo assistito a una lenta emorragia. Dobbiamo rimboccarci le maniche, e non sperare che sia sempre Berlusconi a trovare il «colpo di genio» che sostituisca l’inerzia di troppi." Francesco Aracri (senatore di Forza Italia)