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Roma, il Debito Pubblico Italiano innesta il turbo

A cura di Giorgio De Rossi Il 15 dicembre scorso la Banca d’Italia ha reso noto i dati relativi al debito pubblico italiano registrati nel mese di ottobre; da essi emerge una preoccupante risalita rispetto al precedente mese di settembre...

A cura di Giorgio De Rossi

Il 15 dicembre scorso la Banca d’Italia ha reso noto i dati relativi al debito pubblico italiano registrati nel mese di ottobre; da essi emerge una preoccupante risalita rispetto al precedente mese di settembre, raggiungendo l’importo di 2.223,8 miliardi di euro, con un incremento di 11,2 miliardi di euro. In particolare, la crescita del debito è risultata imputabile per 8,3 miliardi di euro ai crediti concessi dal Tesoro per investimenti e per 2,9 miliardi di euro all’incremento delle spese mensili delle Pubbliche Amministrazioni. Ampliando il raggio di azione dell’analisi, nei trascorsi dieci mesi del 2016, si è registrato un aumento complessivo di 51,1 miliardi di euro del debito delle Amministrazioni pubbliche. C’è da dire che il trend del corrente anno è stato alquanto altalenante in quanto il nostro indebitamento veniva da due mesi di calo. Se ad agosto aveva toccato quota 2.224,7 miliardi, registrando la prima discesa dal dicembre 2015, a settembre aveva fatto ancora di meglio: 2.212,6 miliardi. Comunque, da una lettura dall’alto dei dati relativi agli ultimi sette anni, si denota un generale costante aumento del debito. Dal 116,1% del 2009, al 132,7% del 2015. Tutto lascia pensare che tale percentuale aumenterà ancora a fine 2016. Ma a porre la ciliegina sulla torta dell’indebitamento pubblico per il corrente anno è stato il Ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan il quale, per costruire l’ennesima rete di salvataggio delle banche (sia per MPS, che per altri Istituti in crisi), ha chiesto ed ottenuto dal Parlamento l'autorizzazione a spendere 20 miliardi extra rispetto agli obiettivi programmatici di bilancio. Il Ministro ha dichiarato trattarsi di una “misura precauzionale” con l'obiettivo di «salvaguardare i risparmi e mantenere la stabilità finanziaria». La cifra è superiore a quella della quale si era parlato nei giorni scorsi perché l'esecutivo si prepara a interventi a tutto campo. «Il Governo - ha spiegato Padoan - è pronto ad adottare uno o più provvedimenti che serviranno, sia per assicurare il rafforzamento patrimoniale e relativa ricapitalizzazione, quanto per ripristinare un adeguato livello di liquidità in grado di garantire programmi di finanziamento a medio e lungo termine». A nostro avviso la ricapitalizzazione preventiva è una misura adottata per evitare il ben più pesante e disastroso “bail in” e rimane comunque una mossa non priva di sacrifici per i risparmiatori i quali si vedrebbero comunque costretti ad una conversione dei bond obbligatoria e penalizzante. Inoltre, i 20 miliardi di euro di fondi da disporre a carico del bilancio statale costituiscono un ulteriore pesante indebitamento che graverà sulle nostre spalle e un’ulteriore ipoteca accesa sulla testa dei nostri figli. Sarebbe auspicabile che gli Organi di vigilanza sul credito facciano presto chiarezza sulle responsabilità degli autori di questi crolli finanziari dal momento che le pesanti conseguenze andranno comunque a gravare, sia sui risparmiatori, che sull’intera collettività, attuale e futura. Ricorrere in una sola volta ad un unico e capiente provvedimento finanziario di salvataggio bancario, anziché procedere a singoli, dolorosi e tardivi finanziamenti di soccorso, ricorda molto il pensiero machiavellico il quale, nel suo trattato di dottrina politica, sosteneva che fosse meglio compiere per necessità un’azione una sola volta, che sarebbe stata comunque presto dimenticata e convertita abilmente in utilità per i sudditi, anziché ricorrere ad azioni seriali individuali che avrebbero solo prolungato nel tempo malcontento e collera.

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