Roma, l’Italia continua a non spendere le risorse comunitarie
Secondo una recente ricognizione effettuata dall’Ufficio studi della Associazione Artigiani e Piccole Imprese Mestre -CGIA, alla data del al 28 febbraio scorso, il nostro Paese, su di una dotazione complessiva di 73 miliardi di euro stanziati...
Secondo una recente ricognizione effettuata dall’Ufficio studi della Associazione Artigiani e Piccole Imprese Mestre -CGIA, alla data del al 28 febbraio scorso, il nostro Paese, su di una dotazione complessiva di 73 miliardi di euro stanziati dall’Unione Europea, a valore sui Fondi Strutturali Europei, per la Programmazione 2007/2013, ne deve ancora utilizzare ben 12 miliardi. La notizia non ci ha purtroppo sorpreso atteso che chi scrive aveva già segnalato da oltre due anni, in diversi Convegni, lo scarso utilizzo dei Fondi comunitari, sia da parte dell’Italia per l’attuazione dei Programmi su base nazionale, sia da parte delle singole Regioni per i Programmi regionali di loro rispettiva competenza. Abbiamo voluto quindi approfondire la tematica sulla base dei dati, ad oggi disponibili, pubblicati sul sito del Ministero dell’Economia e delle Finanze e forniti dall’ Ispettorato Generale per i rapporti finanziari con l'unione europea. Dalla loro analisi, contenuta nella sottostante Tabella, è emersa la reale attuazione degli Interventi cofinanziati dai Fondi comunitari, ripartiti per obiettivo, ed il quadro d’insieme dell’avanzamento finanziario della programmazione comunitaria per il periodo 2007/2013, sul territorio nazionale, alla data del 31 dicembre 2012, considerando l’importo complessivamente stanziato per tutto il periodo di programmazione (Contributo totale), gli impegni assunti ed i pagamenti effettuati dai beneficiari finali.
ATTUAZIONE FINANZIARIA PER OBIETTIVO (In milioni di euro)
Obiettivo | Contributo Totale | Impegni | Pagamenti | % Impegni / Contributo totale | % Pagamenti / Contributo totale |
Convergenza | 38.267,86 | 27.889,09 | 11.860,34 | 72,9% | 31,0% |
Competitività | 15.457,60 | 11.448,78 | 7.582,49 | 74,1% | 49,1% |
Cooperazione | 705,59 | 499,31 | 265,02 | 70,8% | 37,6% |
Sviluppo rurale | 17.695,26 | --- | 8.490,41 | --- | 48,0% |
Pesca | 848,68 | --- | 366,36 | --- | 43,2% |
Totale | 72.974,99 | 39.837,18 | 28.564,62 | 54,6% | 39,1% |
REGIONE | Contributo Totale | Impegni | Pagamenti | % Impegni / Contributo totale | % Pagamenti / Contributo totale |
Lazio | 2.183,53 | 925,71 | 926,85 | 42,4% | 42,4% |
L’elaborazione della Associazione Artigiani e Piccole Imprese Mestre CGIA dalla quale siamo partiti è proseguita analizzando il contributo finanziario netto allo sviluppo di tutti i Paesi dell’Ue. Nel periodo 2007-2013, l’Italia, ad esempio, ha versato a Bruxelles sull’ordine dei 110 miliardi di euro e ne ha ricevuti, attraverso i programmi comunitari, circa 73 miliardi di euro. “Nel rapporto dare/avere con l’Ue, in questo settennato, si è registrato un saldo negativo di 37 miliardi di euro. Dopo la Germania, il Regno Unito e la Francia, siamo il quarto contribuente netto a garantire l’azione dell’Unione. Se, invece, prendiamo come parametro di riferimento il dato pro-capite, sono i Paesi nordici a guidare la graduatoria, mentre l’Italia scivola all’undicesimo posto, con uno sforzo economico per residente pari a soli 623 euro”. Analizzando la differenza assoluta tra le risorse versate all’Unione e quelle accreditate a ciascuno Stato dell’Ue, tra il 2007 e il 2013, il maggior contributore è la Germania, con 83,5 miliardi di euro. Seguono il Regno Unito, con 48,8 miliardi, la Francia, con 46,5 miliardi e l’Italia con 37 miliardi di euro. Se, per contro, prendiamo come termine di raffronto il dato pro-capite, il maggior sostenitore dell’Ue è il Belgio, con 1.714 euro. Immediatamente dopo scorgiamo i Paesi Bassi (1.569 euro), la Danimarca (1.346 euro), la Svezia (1.195 euro), la Germania (1.034 euro), il Lussemburgo (997 euro), il Regno Unito (759 euro), la Francia (707 euro), la Finlandia (689 euro), l’Austria (674 euro), l’Italia (623 euro) e Cipro (197 euro). Tutti gli altri 17 Paesi, invece, sono percettori netti, ovverosia hanno ottenuto più di quanto hanno versato a Bruxelles. Uno spagnolo, ad esempio, ha ricevuto 355 euro, un polacco 1.522 euro, un portoghese 2.100 euro e un greco 2.960 euro.
Giorgio De Rossi