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Roma, manovra finanziaria e shock di competitività: soldi solo a chi investe

di Luigi Gentili La nuova manovra finanziaria, approvata di recente dal governo, è decisamente a favore della crescita economica: essa salvaguardia le imprese produttive ma anche le classi sociali più svantaggiate.

di Luigi Gentili

La nuova manovra finanziaria, approvata di recente dal governo, è decisamente a favore della crescita economica: essa salvaguardia le imprese produttive ma anche le classi sociali più svantaggiate. Competitività ed equità, sono questi i due pilastri su cui dovrà fondarsi una nuova Sinistra, lontana dalle ideologie dell'austerity e della tassazione ad oltranza. Inoltre, lotta agli sprechi senza ridurre però gli investimenti, anzi favorendoli. I 20 miliardi di incentivi alle imprese andranno solo a chi fa veramente investimenti, mettendo uno stop agli incentivi a pioggia che hanno caratterizzato la politica economica fallimentare dei governi precedenti. Nello stesso tempo, sostegno alle famiglia e al welfare, con un'estensione dei diritti sociali.

Il primo punto che salta all'attenzione, nella nuova legge di Bilancio, è l'abolizione di Equitalia. La società della riscossione sarà fusa nell'Agenzia delle Entrate. Una decisone, questa, che il presidente del Consiglio aveva già annunciato durante la Leopolda del 2010 e che di fatto significa abbattere le more e gli interessi eccessivi delle cartelle esattoriali. In termini di fisco, seguono altre due misure importanti: la nuova edizione della "voluntary discosure" per il rientro dei capitali detenuti illecitamente all'estero e i bonus per le ristrutturazioni edilizie e il miglioramento dell'efficienza energetica degli edifici. Quello però che caratterizza in modo decisivo la manovra finanziaria è il pacchetto competitività, volto a premiare le imprese che investono in ricerca, innovazione e tecnologie. Quelli che vengono favoriti sono i settori legati alla quarta rivoluzione industriale, tanto che il ministro dello Sviluppo Economico, Carlo Calenda, parla di shock di competitività. La politica industriale abbandona poi l'idea dei bandi selettivi e molti intoppi burocratici.

La nuova manovra approvata dal governo favorisce l'industria 4.0, ovvero un processo che porta ad una produzione industriale innovativa e basata sulle interconnessioni. Dopo le critiche sul ritardo italiano nell'industria 4.0, ora inizia il recupero. Il pacchetto competitività per le imprese prevede il super ammortamento sugli investimenti in beni strumentali e l'iper ammortamento sugli investimenti nella trasformazione tecnologica e digitale. Verranno inoltre sostenute le PMI con l'accrescimento del fondo di Garanzia - per attivare crediti bancari - e prorogata la legge Sabatini che agisce sul tasso dei finanziamenti bancari. Il governo azzera inoltre l'Iperf agricola per i gli imprenditori professionali e i coltivatori diretti.

A questa svolta competitiva fa da bilanciere una serie di misure sociali, a testimonianza dell'impegno civico verso chi vive ancora la crisi con difficoltà: si va dalla crescita del Fondo sanitario nazionale al sostegno verso le famiglie in difficoltà economiche e con i figli, sino ad una serie di misure per la lotta contro la povertà. Non perdere il senso della giustizia è fondamentale per una politica riformista di centro sinistra, anche se il sostegno al sistema imprenditoriale non è da meno. L'occupazione riparte solo se le imprese investono, in modo produttivo, e per fare ciò occorre abbassare le tasse ma anche fare in modo che gli sprechi si riducano. Per questo legare i finanziamenti agli investimenti sembra essere decisivo per ridare forza a un sistema economico che da troppo tempo è fermo e soffocato nell'immobilità.

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