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Gioco d'azzardo, in Regione Pd e M5S studiano l'ennesima proroga al "distanziometro"

Ma non tutti i consiglieri sono d'accordo. Nel frattempo Carteinregola lancia un nuovo appello per tutelare i luoghi sensibili dalle sale slot. Cioffredi: "La criminalità in veste nel gioco d'azzardo"

Il 1° settembre scadrà la sospensione approvata dalla Regione Lazio nei confronti di una legge del 2013, modificata nel 2020, che prevede la chiusura di sale slot e sale da gioco nel raggio di 500 metri da ogni luogo sensibile, come scuole, luoghi di culto, centri anziani e centri di aggregazione giovanile. La maggioranza giallo-rossa alla Pisana, però, dovrebbe votare nel corso dell'estate una ulteriore deroga fino al 2023, non senza malumori da parte di alcuni rappresentanti stessi della coalizione, sia sul fronte Pd sia su quello dei Cinque Stelle.

Contro il gioco d'azzardo a Roma e nel Lazio arrivano le unità di strada

Il fronte del "no" al gioco d'azzardo patologico

Di sicuro il fronte più compatto è quello di chi chiede da anni l'entrata in vigore della legge, ovvero le associazioni e le realtà del terzo settore contro il gioco d'azzardo patologico (Gap). Tra loro ci sono la Rete dei Numeri Pari, Slot Mob, il Forum del Terzo Settore, la Caritas, la cooperativa sociale Parsec e Carteinregola, che nei giorni scorsi ha riunito tutti questi soggetti e una buona parte della politica regionale in un lungo webinar, per discutere del tema e mettere sul tavolo le ragioni di un "no" convinto a reiterato alla volontà della Regione di rimandare ancora una volta il problema. 

I numeri del problema: nel Lazio 120mila ludopatici

Nel Lazio, secondo i dati emersi anche durante il webinar di Carteinregola, sono circa 350.000 le persone dedite al gioco e 120.000 sono affette da ludopatia. E rappresentano un numero elevato di persone che perde cifre consistenti di denaro. Si tratta di cittadini con redditi quasi sempre molto bassi, a volte che sfiorano la soglia di povertà e che si indebitano gravemente, mettendo a rischio anche la stabilità familiare, per poter continuare a mettere denaro nelle videolottery o a scommettere nelle sale. E come spiega anche Gianpiero Cioffredi, presidente dell'osservatorio regionale su legalità e sicurezza "paradossalmente la propensione al gioco aumenta con la riduzione del reddito familiare".

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"Il crimine investe nel gioco d'azzardo"

Ma c'è di peggio, illustra sempre Cioffredi: "C'è una bizzarra dislocazione delle sale gioco che coincidono molto spesso con i territori a più alta densità di organizzazioni criminali". Il punto su cui battono fortemente le associazioni anti-gioco d'azzardo è anche questo e l'intervento di Cioffredi non fa altro che confermare le loro paure:  "Nel Lazio i settori nei quali investe la criminalità organizzata sono ristorazione, turismo, agenzie immobiliari, carburante e gioco d'azzardo - esordisce, andando a elencare numerose operazioni delle forze dell'ordine e della guardia di finanza che hanno scoperchiato giri d'affari sporchi di mafia, camorra e 'ndrangheta legati al gioco d'azzardo -. Una delle ultime è l'operazione Gerione dei Ros, in cui si esplicita che il clan Maniscalco in combutta con un imprenditore siciliano a Roma ha gestito decine di società di sale gioco e sale scommesse. E' evidente che più aumenta l'offerta più salgono gli interessi criminali".

"La giunta contenga il fenomeno"

E se si spendono interi stipendi, pensioni o sussidi statali nel gioco, il rischio di finire nelle fauci fameliche di qualche usuraio è altissimo. "Spesso dentro le sale o nelle immediate vicinanze - continua Cioffredi - stazionano permanentemente esponenti dei clan criminali. Per questo abbiamo deciso di stanziare 790.000 euro a sostegno delle famiglie dei giocatori patologici, perché ci siamo resi conto che aumentano i casi e nell'ultimo anno gli sportelli anti-usura ci hanno segnalato un incremento del fenomeno". Cioffredi ha concluso augurandosi "che la giunta regionale affermi il principio della necessità di contenimento, perché quella delle case del gioco come case della legalità è una bufala. Gli interessi criminali sono direttamente proporzionali all'aumento delle sale da gioco". 

I numeri del settore secondo l'Istat

Ma perchè ad agosto 2021 e adesso a distanza di un anno il consiglio regionale rimanda il discorso del "distanziometro"? E' una questione di equilibrio. Come racconta qualcuno dalla maggioranza, la politica è costretta a fare "taglia e cuci" di un vestito molto scomodo da indossare, ma necessario: il settore del gioco secondo l'Istat in Italia impiega oltre 37.000 persone in poco più di 8.000 imprese e poco meno del 10% sono nel Lazio. Cifre che per Carteinregola e le altre realtà anti-gioco sono molto bassi se confrontati all'intero comparto imprenditoriale laziale (450.000 imprese e quasi 2 milioni di addetti su 5 province, dati pre-pandemia). "Ma la perdita di posti di lavoro sarebbe parziale - scrive l'associazione - perché nel caso della rimozione delle slot da bar e tabaccherie parliamo di un'attività secondaria. E sarebbe fenomeno risibile se paragonato al danno che il comparto procura al sistema sociale, economico e occupazionale generale". 

I malumori interni alla maggioranza giallo-rossa

Anche a livello nazionale i passi per riorganizzare il settore del gioco d'azzardo sono così lenti che in pratica in Parlamento sono fermi. C'è una bozza di decreto che non arriva in Consiglio dei Ministri e gli enti locali fanno orecchie da mercante, essendo eventualmente chiamati ad applicare regole molto restrittive. In Regione la politica lavora per una modifica in luogo di una proroga, ma la strada - nonostante il tempo sia poco - è ancora lunga e tortuosa. Nel Pd, come nel M5S, le posizioni sono differenti e lo testimonia la presenza di Marta Leonori al webinar di Carteinregola, ma anche del deputato pentastellato Francesco Silvestri e dell'altro consigliere reginale di +Europa Alessandro Capriccioli. 

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