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Tivoli, e Valle dell'Aniene: ripartire dalla crescita. Intervista al sociologo Luigi Gentili

Il 28 giugno 2016 alle ore 18,00 verrà presentato dal Circolo LiberalPD Tiburtina valley, presso la sede del PD di Tivoli - via del Melangolo 34 -, il nuovo libro di Luigi Gentili "Ripartire dalla crescita". Nell'evento saranno presenti i senatori...

Il 28 giugno 2016 alle ore 18,00 verrà presentato dal Circolo LiberalPD Tiburtina valley, presso la sede del PD di Tivoli - via del Melangolo 34 -, il nuovo libro di Luigi Gentili "Ripartire dalla crescita". Nell'evento saranno presenti i senatori Bruno Astorre e Carlo Lucherini, il presidente della Commissione Bilancio della Regione Lazio Marco Vincenzi e il deputato Andrea Ferro. Un'occasione per parlare di economia e di sviluppo, ma anche per riflettere sulle condizioni del territorio, visto che Tivoli e l'area della Valle dell'Aniene non versano certo in buone condizioni dal punto di vista socio-produttivo. Ne parliamo con il sociologo e saggista Luigi Gentili, segretario del circolo territoriale LiberalPD dell'area tiburtina.

Luigi Gentili di cosa parla il tuo nuovo libro "Ripartire dalla crescita"?

Il libro tratta di un argomento di attualità, lo sviluppo economico. E' un'analisi sociologica e politica, e dimostra che in tutte le aree più competitive del pianeta esiste la supremazia delle reti organizzative. Sono le reti infatti che fanno la differenza, e lo sviluppo si crea sostenendo i cluster produttivi e le economie di agglomerazione. Questo avveniva nell'antichità, con i Fenici, i Cartaginesi o gli Ateniesi e si ripete oggi in aree come la Silicon Valley, Oxford, Colonia, o il Baden Wutttenberg. Dove non c'è cooperazione l'economia è depressa e priva di prospettive.

Quindi occorre incentivare le reti d'impresa, ma questo è sufficiente per creare sviluppo?

Le reti organizzative sono alla base dello sviluppo, ma occorre sostenere anche le risorse locali, che spesso coincidono con la cultura e la conoscenza. Lo sviluppo si crea mettendo "a sistema" un insieme di realtà produttive, che combinate tra loro genera un effetto leva. Il turismo, ad esempio, deve legarsi ai settori enogastronomico e al neoartigianato locali, altrimenti rimane ancorato ad una vecchia concezione della ricettività che non ha più presa. Si sta passando dal turismo "dei luoghi" al turismo delle "esperienze", e il turista deve essere "immerso" nella realtà produttiva locale per vivere delle esperienze all'interno di realtà "plurali". Il turista visita i luoghi, ma vuole anche mangiare i prodotti o comprare dei gadget locali. Solo così si crea un'esperienza unica. Anche la ricettività turistica quindi si crea attraverso le reti. Senza una strategia di rete territoriale si hanno solo espedienti temporanei che nel corso del tempo vengono annientati dalla routine quotidiana. Nella Valle dell'Aniene questa routine è data dalla precarietà e dall'indifferenza verso l'economia. Ne viene fuori, al livello imprenditoriale, un clima "magico", dove tutto resta fermo e immobile come nei romanzi di Carlo Levi o Elio Vittorini. Nel territorio serve una politica economica. Nella Valle dell'Aniene esistono delle reti d'impresa competitive?

Esistono molte reti, ma manca un disegno complessivo. Questo è un grave handicap perché in questo modo mancano le basi per innescare un ciclo virtuoso di crescita. La maggior parte delle iniziative restano isolate e autocentrate, mentre quello che serve è il collegamento sistemico con la realtà produttiva del territorio. Le amministrazioni locali, salvo poche eccezioni, operano per intuito, improvvisando, senza un disegno organico di sviluppo. Solo la Regione Lazio si sta muovendo bene attraverso degli interventi di valore. Esiste però un gap gestionale tra Regione e amministrazioni locali, che seguono piani diversi. Occorre pertanto maggiore impegno da parte delle amministrazioni locali, troppo legate alla miopia economica. Tornando al turismo, come si fa a creare sviluppo se non si investe nell'immagine del territorio? Purtroppo la parola "pianificazione strategica" non esiste, ed allora non si capisce la differenza tra un marchio e un logo territoriali o, ancora, tra una "cattedrale nel deserto" o un sistema "reticolare".

Alcuni data ci dicono che stiamo uscendo dalla crisi, vale anche per il nostro territorio?

Assolutamente no. L'economia locale, nel complesso, è depressa e stagnante. I dati parlano chiaro: nell'ultimo bollettino uscito dal Centro per l'impiego, che oltre a Tivoli comprende il territorio di molti comuni della Valle dell'Aniene, è boom di cifre negative. Emerge sia l'allarme per la disoccupazione cronica che per l'elevata mortalità aziendale, con 12 mila disoccupati e la cessazione di 160 attività economiche (+28%) nell'ultimo anno.

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