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Tivoli, la Boschi:"fase due" del referendum: ora si attivino i comitati

Il 20 luglio 2016 si è svolto all'Hotel Luca D'Este di Tivoli un incontro sulla Riforma Costituzionale con Maria Elena Boschi.

Il 20 luglio 2016 si è svolto all'Hotel Luca D'Este di Tivoli un incontro sulla Riforma Costituzionale con Maria Elena Boschi. Organizzato e presieduto dal PD della Provincia di Roma, l'evento è stato un'occasione per discutere su una riforma politica che avrà un impatto enorme sul mondo delle istituzioni, sia al livello nazionale che locale. La riforma, infatti, se approvata, segnerà un momento di rottura e di passaggio, con il superamento di un sistema politico bloccato - come quello attuale - ad un sistema politico aperto al cambiamento. La stessa Ministra Boschi, nel suo discorso introduttivo, ha sottolineato i tre obiettivi essenziali della Riforma Costituzionale: più stabilità al Paese, più semplicità e più efficienza. Occorre un nuovo sistema politico in grado di decidere in tempi certi e dare risposte tempestive ai cittadini, non solo per il bene del nostro Paese ma anche per avere maggiore credibilità sul fronte Europeo.

Dopo il 15 ottobre verrà presentata la legge di Stabilità. L'Europa ci riconosce spazi finanziari di flessibilità se in cambio verranno realizzate le riforme. La sola clausola delle riforme vale qualcosa come otto miliardi da spendere. Il fallimento della Riforma Costituzionale ha quindi grandi ripercussioni sul piano economico. Un'analisi recente del Centro Studi di Confindustria è esplicita: il fallimento del Referendum potrebbe interrompere il recupero intrapreso e far ricadere l'economia in recessione. La vittoria del No è quantificabile per il triennio 2017/2019 con un calo dello 0,7% del PIL nel 2017, del 1,2% nel 2018 e di un ulteriore 0,2% nel 2019. Serve quindi una mobilitazione collettiva in grado di enfatizzare in modo chiaro e diffuso l'importanza di una nuova svolta riformista.

Gli ultimi avvenimenti elettorali spingono il PD a riconsiderare il proprio modus operandi. Eventi come questo al Duca D'Este indubbiamente danno forza ed energia per ripartire, per ridare carica ai tanti circoli sul territorio che, a causa della crisi, rischiano di chiudersi a riccio, peggiorando una stagnazione politica che va affrontata. Anche perché il PD è tutt'ora il maggior partito in Italia e in Europa. La raccolta di 13.000 firme sul territorio è stata importante ma ora deve aprirsi la "fase due". Non si tratta solo di creare più comitati, che servono, ma occorre anche farli "esplodere". I 70 comitati per il Si devono ora aprirsi alle piazze, sposare la logica dell'agorà. I temi e le opportunità della Riforma Costituzionale devono entrare nelle feste di partito, devono legarsi ad eventi e manifestazioni pubbliche sul territorio, devono diventare oggetto permanente nella comunicazione mediatica. La Campagna referendaria deve trasformarsi in un'occasione per riattivarsi, lavorando in un'ottica di rete, dentro e fuori il partito.

Il punto di partenza è la modifica della Costituzione. Senza scomodare il filosofo Montesquieu, che vede nel cambiamento costituzionale l'avanzata della democrazia, non tutti sanno che sono previste nella stessa Costituzione delle apposite regole per cambiarla. Dal 1963 al 2013 ben 11 leggi l'hanno già modificata. Questo succede ogni volta che nascono nuove esigenze. Si chiama progresso. Chi vota Si approva una riforma che va oltre il bicameralismo perfetto, unico al mondo, che gli stessi costituenti, da Calamandrei a Dossetti criticavano e che ha funzionato finché la Dc aveva la supremazia assoluta. Oggi la situazione politica è cambiata, e il sistema ha manifestato la sua inadeguatezza: 12 governi in 20 anni.

Luigi Gentili

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