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Politica

Violenza sulle donne, Martina Sperduti: "Oltre alle norme occorre una battaglia educativa"

Oltre 2mila donne vittime di femminicidio in Italia negli ultimi 12 anni, sono i dati allarmanti denuncianti dalla Responsabile provinciale Pari Opportunità di Forza Italia

La giornata internazionale dedicata alla lotta contro la violenza sulle donne è ormai alle porte. Il 25 novembre si celebra la ricorrenza per l'eliminazione di uno dei fenomeni più logoranti della società. Una piaga che non conosce freno ma che, anzi, continua a mietere vittime. Sull'argomento è intevenuta Martina Sperduti, Responsabile provinciale Pari Opportunità Forza Italia, che spiega quanto sia necessario, oltre all'applicazione delle norme che reprimano i reati di violenza, dare inizio ad una vera battaglia educativa. Una rivoluzione culturale che miri al rispetto, alla libertà ed alla parità di genere. 

Non solo spot

"Il fenomeno della violenza sulle donne rappresenta una delle più estese e raccapriccianti violazioni dei diritti umani fondamentali, perché costituisce il principale ostacolo al raggiungimento della piena parità dei sessi, del godimento dei diritti fondamentali, nonché dell’integrità fisica e psichica. Ed oggi, più che mai, sta acquisendo ai nostri occhi una centralità stringente, che impone prima di tutto alla politica una riflessione che non si limiti a considerazioni spot o a semplici slogan, troppo spesso ricchi di buona volontà, ma scarsi di soluzioni e consistenza.

I dati

Ogni giorno vengono denunciate 11 violenze sessuali nel nostro Paese, e in 12 anni sono state oltre 2 mila le donne vittime di femminicidio. Proprio per questo motivo, alla luce di questi dati, il nostro impegno per la lotta e la prevenzione di ogni forma di violenza deve essere quanto mai convinto e incisivo: lo dobbiamo alle tante vittime di violenza, e, per loro, non possiamo in alcun modo abbassare la guardia su quella che ormai si configura come un’emergenza dilagante, in aumento, alla quale bisogna dare risposte concrete. Ogni forma di abuso, in modo particolare quella sulle donne e sui minori, è e deve essere in cima alle priorità di qualunque forza Istituzionale in stretto rapporto con le numerose realtà all’interno di enti e associazioni di categoria.

Gli interventi

L’approccio al fenomeno della violenza sulle donne è cambiato nel corso degli anni, dobbiamo riconoscere i risultati ottenuti grazie al lavoro della politica. L’analisi, il monitoraggio, le azioni di supporto alle vittime, la prevenzione e la sensibilizzazione sono stati punti prioritari durante i Governi Berlusconi. A tutti questi importanti interventi ha fatto seguito, da parte di Governi di sinistra, un’assenza di strategia volta a contrastare il fenomeno della violenza sulle donne. Le Istituzioni, in modo trasversale, debbono tornare ad essere capaci di dialogare tra loro. Tutti dobbiamo tenere ferma la necessità di vigilare sempre sulla nostra sicurezza, sull’assistenza alle vittime delle violenze e sull’effettiva applicazione delle leggi in vigore nel punire gli autori di reati, incentivando il più possibile la sinergia fra le migliori risorse del nostro Paese, Stato centrale, Governi locali, società civile, medici, psicologi, magistratura e così via.

Cominciare dall'educazione

Il fenomeno della violenza sulle donne va costantemente monitorato garantendo ulteriori stanziamenti da erogare ai centri antiviolenza e alle case rifugio, per evitare la loro chiusura laddove questa sia probabile, e assumere le opportune iniziative volte ad eliminare le disparità regionali e locali che concernono le disponibilità e le qualità dei servizi di protezione per le donne vittime di violenza. Accanto alle risposte normative, vogliamo mettere in campo una battaglia culturale ed educativa ancora più forte di quella che si è fatta in questi anni e che deve partire dal rifiuto dell’idea malata che l’amore si affermi attraverso il possesso e il possesso attraverso la sopraffazione o l’abuso e per fare ciò bisogna promuovere il valore della diversità di genere, essendo la prima ricchezza che incontriamo nella nostra vita, da quando veniamo al mondo.

Il cambiamento

Insegnare agli uomini e alle donne la bellezza di crescere in libertà e in parità: oltre ad essere un nostro dovere, questo è il punto di partenza fondamentale per raggiungere quella modernità, quel progresso sociale, quel criterio di convivenza a cui tanto oggi noi ambiamo. Serve un cambiamento profondo, in grado di penetrare nel tessuto sociale dell’intero Paese, che affronti il problema alla sua origine, lo guardi nella realtà, e si poggi sui principi inalienabili della prevenzione, dell’educazione e della cultura, un percorso di rieducazione non solo degli uomini deboli o violenti, ma della società tutta, lavorando insieme–politici, amministratori, personale di categoria - riappropriandoci del ruolo di garanti del rispetto della legalità e dei principi che stanno alla base della convivenza civile, altrimenti non potremo mai parlare di una società sana o avanzata". 

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