Il racconto: “ricoverato tra le corsie per 7 volte in tre anni e salvo grazie ai medici dell’ospedale colleferrino”
Non si spaventi il lettore di quello che leggerà di seguito. Presso l’Ospedale di Colleferro reparto di Urologia sono stato sottoposto a 81 anni nel mese di ottobre ad uninterventodifficoltosoper l’asportazione di una ciste renale mercoledì 30 marzo 2022 (ricorrenza questa quando 37 anni fa la salma del P. Quirico Pignalberi., ora venerabile, è stata traslata dal cimitero comunale di Serrone alla cappellina del S. Cuore a Piglio sita nel complesso francescanodi San Lorenzo, di cui ero stato sostenitore).
L’intervento iniziato alle ore 10,00 è terminato alle ore 14,30 durata 4 ore e mezza.
Dopo l’intervento sono stato riportato in stanza e due giorni successivi dall’intervento (venerdì 1° aprile) ho avuto due crisi respiratorie che hanno messo in allarme dottori e infermieri del reparto di cardiologia dell’Ospedale.
Sono stato sottoposto ad una TAC che ha evidenziato una brutta polmonite.
Sono ritornato in stanza del reparto urologico e, nel pomeriggio del 1° aprile,sono stato portato in sala di rianimazione, per essere monitoratoe vi sono rimasto fino al sabato 2 aprile ore 20,00 (giorno questo della ricorrenza della salita in cielo di Giovanni Paolo II il papa amato dai giovani di tutto il mondo per il qualesono stato promotoreinsieme alla civica amministrazione capeggiata dal sindaco dott. Tommaso Cittadini, della realizzazione del Cammino contemplativo nell’anno 2011con l’installazione di una statua, di una lapide e di una croce realizzate dal maestro Egidio Ambrosetti, recentemente scomparso, completato in seguito dalle stazioni delle Via Crucis in ferro battuto alte tre metri,nella zona dei prati di S. Biagio dove il 15 aprile2004 il Papa aveva effettuato l’ultima visita nel territorio di Piglio insieme a tutto lo staff di accompagnatori: segretario, medico e agenti vaticani).
Alle ore 20,30,visto che le mie condizioni di salute stavano peggiorando la dott.ssa del reparto ha deciso di farmiportare in sala di rianimazione dove sono rimasto per due giorni.
Il giorno dopo domenica 3 aprilele mie condizioni sono peggiorate e tutti i valori stavano scendendo, in quanto alla polmonite si erano aggiunti problemi cardiaci.
Durante la giornata festiva alle ore 15,30sono venute a trovarmi da Roma le mie figlie Lorena e Lucia preoccupate dalle informazioni ricevute sul mio stato di salute (era forse l’ultimo saluto?).
Avevo dato loro disposizioni per il mio funerale.
Alle ore 18,30 è iniziato un graduale miglioramento.
Sono state forse le preghiere dei “Discepoli di Padre Pio” ai quali si era rivolta mia moglie proprio quando le mie condizioni si erano aggravate?
Alle 18,40 una dottoressa mi sveglia per dirmi che i parametri stavano migliorando: in quel momento è terminata la mia agonia visiva con le ombre che mi giravano negli occhi, con le pareti della stanza che si muovevano.
Dopo due giorni di permanenza nel reparto di rianimazione sono stato portato alle ore 21,00nel reparto di cardiologia dove sono rimasto fino alle ore 12,00 di lunedì 11 aprile per ritornare poi al reparto urologico dove è continuata la mia permanenza fino a sabato santo 16 aprile ore 15,00 dadove sono stato dimesso.
Ringrazio lo staff medico ed infermieristico da cui sono stato seguito ed anche le persone che hanno pregato per me (parroci, frati, padri passionisti e conventuali, diaconi, suore e gente comune).
Per la cronaca sono già sette volte, a partire dal mese di Aprile 2019, che vengo ricoverato all’Ospedale di Colleferro per problemi urologicie renali.
Giorgio Alessandro Pacetti (Piglio)