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Con il Lazio in zona rossa scuole chiuse: si torna in Dad. Chiusi anche gli asili

Con il numero di contagi in salita e il rischio concreto che l'intera regione possa avere una colorazione più restrittiva, si fa strada anche la chiusura delle scuole come nella già rossa provincia di Frosinone

Con un Rt per la prima volta a 1,3 il Lazio si avvia ad entrare in zona rossa da lunedì 15 marzo (qui il punto). Secondo quanto previsto dal prossimo decreto del governo di Mario Draghi, nella fascia più rigida saranno chiuse tutte le scuole di ogni ordine e grado, ma verrà garantita la didattica a distanza. Come nella già rossa provincia di Frosinone.

Didattica a distanza - come riporta romatoday.it - che, invece, non verrà garantita i piccoli bambini dell'asilo con i genitori costretti a barcamenarsi tra smart working e "sorvegliare" il proprio figlio. Ma la decisione arriverà solamente oggi, dopo il report dell'Istituto Superiore di Sanità e la decisione del Ministero della Salute su quei dati. 

Chiusi anche gli asili

Nel testo del Dpcm del 2 marzo, che si trova tuttora sul sito del Governo, c'è scritto che "dal 6 marzo si prevede nelle zone rosse la sospensione dell'attività in presenza delle scuole di ogni ordine e grado, comprese le scuole dell'infanzia ed elementari". Non si parla dei nidi ma l'articolo 2 del decreto legislativo 13 aprile 2017 numero 65 che viene citato parla di "servizi educativi per l'infanzia e scuole dell'infanzia statali e paritarie", dunque anche i nidi che accolgono i bambini.

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Si torna in Dad con la zona rossa

E così le scuole del Lazio rischiano, davvero a tornare tutte in Dad. Dopo la Pistelli di Prati e l'Aristofane di Valmelaina (dove troppi prof sono in isolamento o in quarantena), già altri plessi hanno ripreso con la didattica a distanza integrale come gli istituti alberghieri Amerigo Vespucci in via Cipriano Facchinetti a Casal Bruciato e Domizia Lucilla a Monte Mario.

Tra le altre scuole chiuse e poi riaperte in queste settimane, per diverse positività o per varianti, ci sono stati anche l'istituto comprensivo Sinopoli Ferrini (a causa anche della variante brasiliana), la Cerboni dell'Ic Rosetta Rossi, la Alonzi dell'Ic Damiano Sauli, un plesso dell'Ic Villaggio Prenestino, la Donatello e poi i casi a Malafede, Acilia e Fiumicino. Qualcuno ha avuto a che fare con le varianti, altri invece con i professori impegnati nelle vaccinazioni. 

Sta di fatto che ora lo scenario sta cambiando nuovamente. Con il numero di contagi in salita e il rischio concreto che la Regione Lazio possa diventare zona rossa, si fa strada anche l'ipotesi di una chiusura delle scuole. 

Il commento dei professori

"Siamo confidenti che coloro che ci governano sappiamo garantire la salute pubblica, soprattutto dei nostri ragazzi. La speranza è che le scuole non chiudano - commenta all'agenzia Dire Tiziana Sallusti, preside del 'Mamiani' di Roma- ma non neghiamo che il numero di positivi è elevato e la paura c'è".

Annunziata Di Rosa dirige l'Istituto Comprensivo 'Sinopoli-Ferrini di Roma, la scuola del Municio II dove sono stati rintracciati casi della cosiddetta 'variante brasiliana': "Abbiamo ripreso la didattica in presenza la scorsa settimana dopo lo screening. Ma per le decisioni prese a livello regionale, bisogna fare un'analisi di insieme. Noi ci affidiamo alla visione lucida di chi farà le scelte". 

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