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I racconti dei migranti commuovono gli alunni di Frosinone

Tutte le esperienze raccontate hanno in comune il terribile viaggio intrapreso per arrivare in Italia

Come spiegare ai giovani perché in tanti fuggono dal proprio Paese per arrivare in Italia? Attraverso il racconto dei protagonisti. Da qui parte il progetto "Migration" dell'Istituto Comprensivo IV di Frosinone in collaborazione con la Cooperativa Sociale Diaconia che nei giorni scorsi ha portato in visita nelle classi di terza media alcuni migranti provenienti da tutto il mondo e accolti da Diaconia. Qui i giovani migranti hanno potuto parlare in inglese della loro vita nel Paese di origine, del loro viaggio e di come l'Italia li ha accolti.

Mustafà, un ragazzo poco più che ventenne dall’Iraq, appassionato di atletica (detiene il record di 12 secondi sui 100 metri) ha commosso tutti gli alunni con la sua storia. Costretto a scappare dalla persecuzione dei talebani alla sua famiglia, ha attraversato sette paesi prima di arrivare in Italia. Nel suo viaggio perde i suoi fratelli, arrestati in Iran e di cui non ha più notizie da allora.

C’è poi la storia di Abdul dal Ghana. Nato in Italia, da bambino torna con i genitori in Africa. Qui il padre apre una scuola e lui diventa un insegnante di inglese. Tutto finisce a causa di una persecuzione politica che colpisce la sua famiglia. Perdono la scuola, alcuni familiari vengono uccisi e lui è costretto a scappare. Oggi Abdul sta prendendo la licenza media italiana e presto inizierà ad insegnare inglese grazie ad un progetto di Diaconia, oltre a fare il volontariato per la Caritas di Frosinone.

Nosa invece arriva dalla Nigeria. Ha 40 anni e fino al 2017 conduceva una vita normale. Padre di 4 figli, lavorava come ingegnere elettronico per un’importante azienda del Paese. Di fede cristiana, è stato costretto alla fuga dai terroristi di Boko Haram che hanno duramente colpito la sua famiglia. Il consiglio che ha dato ai ragazzi è quello di conoscere il mondo, viaggiare, imparare da altre culture e coltivare sempre i propri sogni, nonostante le difficoltà. Come lui anche Faber è fuggito dalla Nigeria. Un ragazzo sorridente che dopo tante difficoltà, oggi lavora ed è felice di stare in Italia.

Juliet invece è giovane mamma nigeriana. Anche lei è dovuta fuggire dal suo paese perché orfana e senza una famiglia in grado di proteggerla da violenze e abusi. Arrivata in Italia 7 anni fa, oggi ha una splendida bambina, un marito e un altro bambino in arrivo. Anche lei vede il suo futuro in Italia.

Tutte le esperienze raccontate hanno in comune il terribile viaggio intrapreso per arrivare in Italia. Quasi tutti sono stati imprigionati appena giunti in Libia, Paese in cui non esistono diritti umani. Per pagarsi il drammatico viaggio in barcone hanno dovuto lavorare per mesi, patendo fame e soprusi. Come raccontato da Nosa, il momento della partenza viene deciso dagli scafisti, senza tenere in conto le condizioni del mare o l’inadeguatezza dell’imbarcazione. Centinaia di persone, compresi i bambini, vengono ammassati sui gommoni e fatti partire. In molti durante la traversata hanno perso amici e parenti, venendo salvati o dalla Guardia Costiera o dalle imbarcazioni delle ONG.

Migranti a scuola

I ragazzi sono stati molto colpiti dalle difficoltà raccontate dai migranti, da come hanno dovuto attraversare il deserto, poi la Libia ed infine il mare.  Anche in relazione ai terribili fatti di Crotone di questi giorni. – raccontano le insegnanti Rita Troiano e Patrizia Patrizi - Ma la cosa che più li ha stupiti è scoprire di avere davanti ragazzi come loro, con gli stessi interessi, passioni e sogni. È stato il modo più diretto e semplice di abbattere le barriere della paura per aiutare i nostri alunni a diventare buoni cittadini futuri. L’obiettivo del progetto “Migration” è proprio quello di usare la lingua inglese come terreno comune con cui conoscersi e condividere esperienze. Ringraziamo la Cooperativa Diaconia e il nostro Istituto per questa bella opportunità che porteremo avanti anche nei prossimi mesi.

“Le tante domande fatte dai ragazzi hanno permesso di instaurare un vero e proprio dialogo fatto di momenti tristi ma anche di tanti sorrisi. “spiega Fabio Piccoli, responsabile dell’area Accoglienza di Diaconia “Gli studenti hanno subito capito che davanti a loro avevano dei giovani che per salvarsi hanno dovuto lasciare la propria casa. Abbiamo accolto con entusiasmo l’invito dell’Istituto Comprensivo di Frosinone perché il nostro compito non è solo quello di fare accoglienza ma di contribuire ad una cultura dell’accoglienza.  Anche per nome e per conto della Diocesi di Frosinone-Veroli-Ferentino da sempre, grazie al Vescovo Ambrogio, attenta al tema Con questo ed altri progetti cerchiamo di raccontare al meglio il fenomeno migratorio da un punto di vista nuovo e positivo.  Ed oggi lo abbiamo fatto partendo dai più giovani”.

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