Grotte di Falvaterra, recuperato un fusto del 1929 archeologia industria del petrolio
Recuperato un fusto di più di 50 kg, risalente al 1929 all’interno delle Grotte di Falvaterra ad opera dello Speleo Club Roma e membri del Soccorso Speleologico del Lazio. Si tratta di un fusto, con stampa sul ferro della dicitura “Società Italo Americana Pel Petrolio 1929”, si sottolinea il desueto Pel al posto della preposizione ed articolo Per il, molto robusto, in grado di mantenersi sostanzialmente integro, nonostante le piene e le pressioni a cui è stato sottoposto, con la sommersione nel sistema ipogeo sotto colonne di acqua di diverse decine di metri di acqua, un vero reperto dell’industria petrolifera del tempo che si è preferito recuperare, evitando che fosse trascinato via dalla furia delle acque sotterranee.
Il reperto farà parte dell’Ecomuseo delle Grotte di Falvaterra, che si sta approntando con la storia e le vicissitudini di questo ambiente. Il recupero fa parte delle attività che si svolgono, da ben oltre 20 anni, nelle Grotte di Falvaterra, nell’ambito delle attività del “Puliamo il Buio” in collaborazione con Legambiente e SSI Società Speleologica Italiana, attività che hanno permesso di restituire, in condizioni molto più naturali, un ambiente ipogeo tra i più belli dell’Italia Centrale che inizia con l’inghiottitoio di Pastena e termina con la risorgenza dell’Obaco di Falvaterra.
Il tutto non solo per finalità turistiche, siamo meta un turismo speleologico di notevole importanza, ma anche e soprattutto per finalità ambientali, siamo un monumento naturale regionale e la nostra falda è in connessione con altri sistemi profondi che alimentano numerose sorgenti carsiche che si estendono da San Giovanni Incarico, a Falvaterra fino a Castro dei Volsci utilizzate, da sempre, per finalità di approvvigionamento idrico delle condotte pubbliche.
Per quanto il materiale solido ( plastiche, metalli, materiali vari) di origine antropica stia nettamente diminuendo, grazie al corretto espletamento della raccolta differenziata da parte dei cittadini e dei comuni, meno si può dire sulla qualità delle acque, con episodi di schiume che si verificano in occasione di piene, al pari di altre aree della Valle del Sacco, con tensioattivi derivanti da scarichi vari, pozzi neri e depurazione, evidentemente non a norma, sui quali occorrerà vigilare ed evidenziare, a chi di competenza, tali episodi per tutelare ambiente, salute dei cittadini, turismo ed economia del territorio.
Altri appuntamenti sono previsti durante l’anno con le giornate ecologiche di pulizia ipogea con la Xª edizione del Coast to Coast Falvaterra-Pastena, primo sabato di Luglio e la giornata del Puliamo il Buio 2023 di fine settembre, cercando di dare sempre il contributo all’ambiente con profonda gratitudine verso i volontari , gruppi speleo e associazioni varie che da anni collaborano in quest’opera di pulizia ipogea che oltre vent’anni fa sembrava quasi impossibile.