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Asdd Roma 2000 (calcio a 5 non vedenti), il grido di Cimarelli: «Torneremo a fare il campionato»

«L'Asdd Roma 2000 tornerà a fare il campionato». Mister Sauro Cimarelli è determinato: lui, il factotum della società capitolina di calcio a 5 dedicata ai non vedenti, è rimasto molto amareggiato per non aver potuto partecipare al massimo torneo...

«L'Asdd Roma 2000 tornerà a fare il campionato». Mister Sauro Cimarelli è determinato: lui, il factotum della società capitolina di calcio a 5 dedicata ai non vedenti, è rimasto molto amareggiato per non aver potuto partecipare al massimo torneo nazionale nella stagione che si è appena chiusa.

«Ho avuto forti contrasti con i vecchi vertici della Fispic (la Federazione Italiana Sport Paralimpici per Ipovedenti e Ciechi che poi è stata commissariata dal presidente del Cip Luca Pancalli, ndr) che hanno compiuto diversi errori e quest'anno eravamo pronti a formare un girone "nord" con una squadra toscana e una ligure che si aggiungesse a quello sud (Lecce, Bari e Siracusa, ndr), ma ci hanno detto che non eravamo nei termini e quindi hanno assegnato uno scudetto con un torneo a tre sole squadre. Ma il prossimo anno vogliamo rientrare anche perché questa società ha più di dieci anni di storia e ha conquistato 2 scudetti, 1 Coppa Italia e 2 Supercoppe italiane». Cimarelli è stato anche responsabile tecnico della Nazionale italiana non vedenti e ipovedenti per circa dieci anni e quindi conosce benissimo sia la disciplina che le dinamiche federali. «Mi sono avvicinato a questo mondo e da subito mi ha appassionato: da questi ragazzi apprendi i veri valori dello sport e senti che il tuo contributo ha una grande valenza sociale. Ora facciamo attività presso il centro sportivo Marco Calabresi di Cinecittà Est a Roma e abbiamo un gruppo di ragazzi che vanno dai 18 ai 50 anni, ma ci sono anche giocatori più piccoli che gravitano attorno alla Roma 2000. In Italia si fanno tante chiacchiere sulle barriere architettoniche, ma se si tratta di dover far fare dello sport a persone disabili non c'è nessuno che ti dia una mano. Io sono stato in Argentina – conclude Cimarelli - dove esistono strutture adatte per far fare calcio e sport anche a queste persone, da noi non c'è nulla».

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