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Frosinone calcio, Moreno Longo realista "Dobbiamo guardarci indietro e cambiare marcia"

Gli sforzi della squadra non sono stati premiati e si torna a parlare della maledizione del pareggio

Nota- Questo comunicato è stato pubblicato integralmente come contributo esterno. Questo contenuto non è pertanto un articolo prodotto dalla redazione di FrosinoneToday

Moreno Longo non è proprio quello che si definisce il ritratto della felicità. Ha urlato, incitato, si è sbracciato, ha modificato quello che c’era da modificare fino al 96′ di una partita dai mille risvolti. Che non ha premiato gli sforzi fatti, ancora una volta. Gli sforzi di una squadra che ha avuto il 66% di possesso palla (sull’onda lunga di quanto accaduto nei numeri anche ad Empoli), che ha tirato 17 volte in porta contro i 6 degli avversari (che hanno fatto ugualmente 3 gol) e che ha battito 10 angoli contro i 2 degli avversari. Sbollita la rabbia, normalissima in casi del genere, risponde alle domande di Sky e poi il passaggio in conferenza stampa. Manda anche dei messaggi diretti alla squadra nei 20′ delle due interviste.


Mister Longo, un altro pareggio 3-3, sta diventando una pericolosa abitudine. Siete bravissimi a farli i gol ma anche ad incassarli. Sta diventando un grande problema o un grandissimo problema?
Lo valuto come un problema, una lacuna che questa squadra sta denotando. Non possiamo far finta di nulla, ma bisogna trovare la chiave per alzare il livello di attenzione. Se andiamo ad analizzare stiamo parlando di gol incassati su calci piazzati, di gol abbastanza evitabili. Sta a me trovare la chiave per cambiare la situazione. Anche oggi abbiamo buttato via due punti in superiorità numerica”. “Tutto questo non deve capitare ad una squadra come la nostra – prosegue Longo -. Noi non possiamo nemmeno appellarci a quelle che sono le assenze pesanti. Chi ha giocato oggi era nelle condizioni di giocare nel migliore dei modi. L’aspetto che dobbiamo invertire è uno: quando giochi per vincere è completamente diverso da quando una squadra gioca con tranquillità. Vedi il Frosinone quando ha fatto il doppio salto alla serie C alla serie A, vinse il campionato di B sulle ali della tranquillità. Adesso lo step deve essere mentale, la lacuna da colmare è quella. La differenza risiede nella gestione di certi momenti. Che è la stessa della passata stagione perché altrimenti il Frosinone oggi sarebbe in A e non i B. Una lacuna da colmare che ci sta facendo mancare punti”. “Quando si subisce gol – pigia il tasto Longo – da sempre fastidio ad un allenatore. Prendere gol sul 3-2 a 7′ dalla fine non possiamo permettercelo. E’ un campanello d’allarme. Appena abbassi la tensione e pensi di vincere senza sudare, il risultato può essere vanificato”.


E’ il momento della conferenza stampa, qualche metro più in là. Non affollatissima, c’è da dire. Qualche minuto prima c’era passato Castori.

Mister Longo, lo spettacolo di oggi ci ha lasciato perplessi. Difficile ricordare una partita di questo genere. Cosa è successo a questa squadra? Difesa imbarazzante, attacco evanescente, centrocampo un po’ meglio. A suo parere è una questione di testa o anche motivazioni di ordine tecnico, tattico e psicologico?
Questa sua analisi così feroce non la condivido affatto. E se andiamo a guardare negli annali del calcio, se si guarda bene, la si può trovare una partita di questo genere, così brutta. Non le conosco tutte ma sono convinto esista. La gara non è stata bella, ci sono stati tanti errori ma ho visto anche buone cose. La squadra è partita come doveva partire, prima del gol loro. Sapevamo che sarebbe stato difficile creare tante occasioni da gol contro una squadra chiusa. Sul gol del Cesena, a difesa schierata, con maggiore attenzione si poteva fare meglio. Non ci siamo demoralizzati ed ha trovato il pari. Su una palla inattiva, non c’è zona o uomo che tenga, hanno trovato il gol da un episodio. Nel secondo tempo ci siamo messi a quattro in difesa e prima del gol Soddimo avevamo creato altre occasioni per il 3-2. E’ chiaro che poi abbiamo lasciato campo aperto alle ripartenze di Laribi e Jallow. Ma non voglio scusanti né attenuanti, a mio avviso la partita non è stata così brutta come si dice”.
Il nostro giro palla era lentissimo, come se i nostri giocatori fossero scarichi. Ci siamo preoccupati di avere pazienza ma noi siamo andati oltre nella pazienza. La palla poi non trovava mai sbocchi dalla parte giusta e spesso eravamo costretti a tornare indietro.
Avevamo chiesto di girare palla con grande velocità, in questa dinamica potevamo lavorare meglio. Anche nel secondo tempo dovevamo alzare i ritmi per cercare di muovere la palla più velocemente, a meno tocchi per cercare di muovere i difensori avversari e la loro fase difensiva, visto che si difendevano in undici”.


Il passaggio della difesa a quattro vuol dire cambiare in prospettiva?
“Il cambio è stato fatto perché in superiorità numerica dovevamo passare a quattro per cercare di avere un uomo con caratteristiche offensive nella loro metà campo”.


Contestazione dolorosa più dei gol incassati, il sesto in due partite? La classifica ora comincia ad essere deficitaria se vista in prospettiva.
Per quanto riguarda il futuro il nostro obiettivo è cercare di recuperare giocatori importanti nel reparto difensivo come Terranova e Ariaudo e poi una volta recuperati potremo pensare magari ad un cambio di difesa. Quanto alla contestazione, se fossi stato un tifoso avrei contestato. Una squadra come la nostra in vantaggio a 8′ dalla fine non può subire il 3-3 in quel modo. I tifosi vanno ringraziati perché fino alla fine ci hanno sostenuto. Oggi non meritavamo applausi ma solo fischi e li abbiamo presi meritatamente. In questo senso non c’è nulla da rimproverare loro, anzi. Io ho sentito solo incitamento fino alla fine”.


Siamo preoccupati perché questo ci sembra come il copione di un film. Vediamo errori dal puto di vista tattico, vedi i gol presi in copia ed anche nei comportamenti, vedi in questo caso la lucidità nella fase finale delle partite. C’è difficoltà del gruppo ad apprendere le nozioni di Longo o da parte sua a far passare il suo messaggio?
“Sicuramente tutto si risolve con il lavoro. Non abbiamo altre possibilità se non abbassare la testa e continuare a lavorare più di prima, con maggior attenzione e concentrazione per riportarlo poi in campo. Da parte mia c’è rabbia quando non c’è la bravura esclusiva dell’avversario ma dove c’è la superficialità di commettere certi errori. Possiamo e dobbiamo fare di più. Poi sono io l’allenatore e non mi tiro indietro di fronte alle responsabilità”.


In ottica Brescia quali corde lei toccherà per rialzare il morale di questi ragazzi che debbono scrollarsi di dosso questa pareggite?
“Premetto che non ci sono partite tanto diverse dalle altre sotto l’aspetto di dover vincere. Anche oggi eravamo nella condizione di dover vincere e lo saremo da qui alla fine del campionato. La chiave per ripartire sarà quella di non abbattersi, non possiamo demoralizzarci. Dobbiamo trovare le motivazioni, scavare ognuno nel proprio io per trovare le energie necessarie, la fame, la ferocia per tuffarci nel lavoro quotidiano. Questo è quello che mi fa ben sperare, sennò non sarei così positivo nel pensiero. La situazione attuale è questa. Oggi se qualcuno si spaventa è giusto che non possa fare questo lavoro. Però il Frosinone deve trovare l’energia per tornare a pensare positivo”.


Si è parlato di condizione psicologica ma può essere anche un problema fisico? O manca la serenità?
“Sotto l’aspetto della condizione, la problematica non esiste. La squadra corre fino alla fine, sennò non avrebbe avuto modo di fare quello che ha fatto ad Empoli per 91′. La condizione non si perde in 3′. Oggi non si preso gol perché i giocatori eravamo stanchi. Credo che la componente, lo ripeto, sia solo mentale. Dico che una squadra come la nostra un gol come il terzo non può prenderlo, è un gol che ha dell’incredibile. Quanto al passato a me non interessa. Dobbiamo toglierci di dosso questo tipo di atteggiamento che non è da chi vuole fare un campionato importante”.

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