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Cassino, agguato a colpi di pistola per bloccare un pusher rivale. Ecco chi sono gli arrestati

A finire in carcere i fratelli Francesco e Massimo De Silva e Matteo Di Silvio. Una vita tra lusso e prepotenza con il mito di Scarface

Una piazza di spaccio occupata 'abusivamente' stava per costare la vita ad un ventiseienne di Cassino che, per un soffio, è sfuggito ad un agguato a colpi di pistola. Un episodio gravissimo, avvenuto nel giugno del 2019 nel quartiere San Bartolomeo a Cassino. Un tentato omicidio che, però, non è restato impunito grazie alla certosina attività d'indagine portata avanti dai Carabinieri della Sezione Operativa della Compagnia di Cassino. In dieci mesi di riscontri, verifiche, pedinamenti e intercettazioni telefoniche ed ambientali, gli uomini del tenente Massimo Di Mario, comandante del Norm e del capitano Ivan Mastromanno, sono riusciti a capire il movente dell'aggressione ed anche alcuni atti intimidatorio avvenuti in precedenza e mai denunciati dalla vittima. 

Il mito di Scarface

In casa di uno degli arrestati i militari del colonnello Fabio Cagnazzo, comandante provinciale dei Carabinieri di Frosinone, hanno trovato un ritratto di Al Pacino immortalato mentre interpreta Tony Montana (protagonista del film. Inizialmente delinquente dei bassi borghi, arriverà a farsi le ossa come numero due dell'organizzazione del boss Frank Lopez, fino a diventare lui stesso signore della droga. Fonte Wikipedia)

L'arresto

Il sostituto procuratore Alfredo Mattei, titolare dell'inchiesta, una volta conclusa l'attività di riscontro ha chiesto ed ottenuto dal Gip del tribunale di Cassino, Domenico Di Croce, l'arresto per tre persone, tutte di etnia rom e misure restrittive per altre e due. A finire in carcere sono stati Matteo Di Silvio, appena diciannovenne e i fratelli Francesco e Massimo De Silva di 36 e 32 anni (Foto in alto). Obbligo di dimora invece per i fratelli A.D.S. di anni 22 e N.D.S di anni 24. Indagate a piede libero anche tre donne poiché ritenute responsabili, a vario titolo, di concorso in minacce, danneggiamento e tentativo di violazione di domicilio.

I fatti

Sul finire della primavera e l’inizio dell’estate 2019, nuovi pusher avevano violato le regole imposte dalla famiglia De Silva/Di Silvio, spacciando in zone e orari non consentiti. I “trasgressori” di tali regole venivano immediatamente puniti dai componenti della famiglia De Silva/Di Silvio e in tale contesto si verificano gli agguati posti in essere nei confronti del ventiseienne pusher solitario abitante nel quartiere San Bartolomeo. Lo stesso, per nulla spaventato dalle minacce, ha proseguito nella sua attività. Questo ha portato alcuni componenti della famiglia Di Silvio/De Silva a mettere in atto nei confronti del rivale una serie di 'micro avvertimenti': dal lancio di mattoni e bottiglie mentre con l'autovettura rincasava nel quartiere San Bartolomeo al tentativo del gruppo di aggressori, di sfondare la porta blindata dell’appartamento della vittima con lo scopo di aggredirlo, mentre lo stesso si trovava in casa. L’autovettura era andata completamente distrutta e il portone aveva riportato danni di una certa consistenza. Nei giorni successivi il gruppo criminale ha continuato a dare la caccia al giovane che per sfuggire alle minacce ed alle ritorsioni, si è trasferito in un altro quartiere della città.

L'agguato     

Un allontanamento che non ha rabbonito, come emerso dalle indagini, i 'titolari' della piazza di spaccio che la sera del 26 giugno 2019, sono entrati in azione dopo che hanno scoperto la presenza del ventiseienne nell'ex abitazione dov'era tornato per recuperare gli effetti personali abbandonati al momento della fuga. Il giovane, in compagnia della fidanzata, è stato accerchiato mentre era in auto. Un lancio di bottiglie e pietre mentre un componente del gruppo, armato di pistola semiautomatica cal. 6,35, esplodeva più colpi di arma da fuoco contro i due ragazzi che per un soffio sono riusciti a schivare i proiettili che si sono conficcati nella carrozzeria della vettura.

Gli autori

La complessa e articolata attività di indagine svolta dai Carabinieri del NORM - Sezione Operativa di Cassino ha consentito quindi di identificare colui che materialmente ha aperto il fuoco, ovvero Matteo Di Silvio, coadiuvato con funzioni di palo dai fratelli Massimo e Francesco De Silva, che avevano il ruolo di copertura qualora fossero intervenute le forze dell’ordine. Gli altri indagati sono stati identificati quali autori delle aggressioni fisiche e dei danneggiamenti nei confronti del ragazzo.

L'ordinanza

Il Gip di Cassino alla luce degli elementi raccolti dai Carabinieri e della richiesta avanzata dal magistrato Mattei, ha emesso tre ordinanze di misura cautelare in carcere e due obbligo di dimora. Nel corso delle perquisizioni, all’interno di un appartamento dove vive uno degli arrestati, è stata rinvenuta anche una piantina di marijuana di cm 20 coltivata in un vaso che è stata sequestrata. 

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