VIDEO | Ceccano, l'estremo saluto del vescovo Spreafico e della comunità a padre Antonio Mannara
In giornata i funerali del sacerdote, morto davanti alla parrocchia di Santa Maria a Fiume. La cerimonia, a cui hanno partecipato centinaia di persone commosse, è stata officiata dal vescovo di Frosinone: "Voleva bene a chi aveva bisogno"
Nel pomeriggio di oggi, giovedì 23 settembre, il vescovo di Frosinone Ambrogio Spreafico ha officiato i funerali di padre Antonio Mannara presso la chiesa di Santa Maria a Fiume di Ceccano. A rivolgere l'estremo saluto al parroco, trovato morto ieri mattina davanti al cancello della parrocchia, sono stati in centinaia. Dentro e fuori dal santuario, grazie a un maxi schermo, tutti hanno potuto assistere alla cerimonia funebre.
Al termine della stessa, l'omaggio della banda musicale e un infinito applauso hanno accolto l'uscita del feretro. Padre Antonio, parroco di S. Maria a Fiume e superiore dei Passionisti di Ceccano, è stato poi trasferito e sepolto nella sua città d'origine: Cava de' Tirreni (Salerno).
Spreafico: "Padre Antonio voleva bene a chi aveva bisogno"
“Del mistero della vita e della morte oggi non si parla più, a volte con l’idea di essere eterni oppure sempre giovani e forti – ha esordito il vescovo Spreafico nella sua omelia - Ma noi, cari amici, siamo deboli, siamo fragili, siamo donne e uomini che dovrebbero avere di più la coscienza di essere poca cosa, ‘un soffio’ direbbe la Bibbia”.
“Padre Antonio era un uomo di fede, viveva per il Signore e per il popolo che gli era stato affidato – ha detto di lui - Voleva bene alla comunità di Paliano, dov’era stato come parroco, e poi qui ha imparato a voler bene anche a voi e a noi. Eravamo amici e anche lui aveva le sue fatiche, che non faceva trasparire perché lavorava con il Signore per tutti noi. Per questo capiva le fatiche degli altri e cercava di rispondere al bisogno con carità e affabilità. Era un uomo di unità, come ha mostrato anche in questi ultimi anni come vicario foraneo di Ceccano”.
“Padre Antonio voleva bene a chi aveva bisogno, a tutti ma soprattutto a loro - ha sottolineato in conclusione monsignor Spreafico - e voleva bene alle donne e agli uomini della Rems perché è da lì che si impara ad amare». Dalla Residenza per l’esecuzione delle misure di sicurezza, dove il parroco conosceva per nome tutti gli autori di reato infermi di mente”.
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