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VIDEO | Egato, il neo presidente Buschini: "Non alternativi ma assieme ai sindaci"

Il consigliere regionale uscente del Pd, in mezzo al caos politico ma senza troppe sorprese, ottiene la presidenza del nuovo ente di gestione dei rifiuti della provincia di Frosinone

L’assemblea dell’Egato Frosinone, il nuovo ente per la gestione dei rifiuti provinciali, si è svolta stamattina senza troppe sorprese. La presidenza in Ciociaria, secondo gli accordi politici a livello regionale, è finita a un esponente del Pd: Mauro Buschini, che non si ricandiderà a consigliere regionale proprio per via del nuovo incarico.

È andata a vuoto inizialmente la proposta di rinvio da parte sindaco di Frosinone Riccardo Mastrangeli, candidato alla presidenza della Provincia, principalmente in rappresentanza della Lega. Rispetto alle 78 amministrazioni presenti all’appello per la votazione, 63 hanno voluto Buschini come presidente. Rappresentano il 61.58% della popolazione provinciale.

Nell’universo della Lega, intanto, le strategie del “suo” consigliere provinciale Gianluca Quadrini hanno portato a una doppia cacciata dal partito: la sua e quella di Simona Girolami, assessora di Fiuggi, nominata all’interno del Cda dell’Egato Frosinone. Fratelli d’Italia, invece, è rimasta a casa attraverso le assenze dei sindaci Roberto Caligiore (Ceccano) e Lucio Fiordalisio (Patrica).

64 su 68, infine, i comuni favorevoli al Consiglio di amministrazione dell’Egato: oltre al presidente Buschini, Giovanni Betta e Alessia Santoro in rappresentanza dei grandi comuni, nonché Simona Girolami (comuni medio-grandi) e Piergiorgio Gentile (piccoli comuni).

Come detto, Girolami era entrata in quota Quadrini, eletto in Provincia come indipendente in seno alla Lega. Betta è l’ex rettore dell’università di Cassino (espressione del Pd), Santoro incarna Azione-Italia viva e Gentile abbraccia il Cassinate.

Il discorso di Buschini: "Non alternativi ma assieme ai sindaci"

“Grazie per la stima e la fiducia, anche per una sorta di delega in bianco in un ente che dovrà fare la differenza per far recuperare alla nostra Regione anni in cui abbiamo inseguito modelli. Bisognerà lavorare molto, assieme. L’assemblea dei sindaci non verrà convocata soltanto per rituali di votazione, ma l’impegno immediato è quello di coinvolgere sindaci e amministratori, i veri protagonisti delle vicende territoriali, che resteranno comunque sempre in capo ai Comuni”.

“Siamo chiamati a fare un grande passo in avanti. Tantissime realtà si sono distinte nel corso di questi anni con percentuali di raccolta differenziata molto spesso veri e propri record. Siamo chiamati a fare in modo di lavorare ad esempio sulla qualità della differenziata, per fare a meno dei grandi impianti”.

“Chi vi parla è stato l’autore di uno dei più grandi bandi di finanziamento in Italia, da 57 milioni di euro, per il compostaggio di prossimità. Sono decisioni che possono e debbono aiutarci a fare in modo che la filiera di gestione sia più corta possibile e incida su un elemento fondamentale, quello dei costi. Fare in modo che attraverso la tariffa puntuale, ad esempio, i cittadini che meglio differenziano più possano risparmiare”.

“Mai ci sarà da parte nostra la volontà di essere un’istituzione alternativa, un contraltare, qualcuno che impone decisioni e modelli di gestioni. Bisogna partire dalle realtà che ci sono, come le municipalizzate che, in tante parti della regione e in particolare nella nostra provincia, fanno la differenza”.   

“Bisogna fare in modo che con una capacità di gestione superiore possiamo lavorare attraverso il reimpiego del materiale indifferenziato, a costi accettabili e soprattutto per la grande emergenza ambientale. Fare in modo che le risorse reimpiegate possano proteggere le risorse naturali e abbassare i costi. Le risorse naturali non sono illimitate. Fare in modo che discariche e termovalorizzatori siano sempre più residuali: meno differenziamo, meno abbiamo bisogno di grandi impianti”.

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