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VIDEO | Nottata di fetori nauseabondi: la disperazione di chi vive nei pressi del depuratore Cosilam Acqua inquinata per irrigare i campi

I cittadini di via Cerro hanno allertato i Carabinieri che sono intervenuti per prendere atto del gravissimo disagio. L'impianto, sotto sequestro da mesi a seguito dell'indagine 'Acque nere', funziona a singhiozzo

Abbandonati al loro destino e senza più nessuna speranza di un futuro diveso. Parliamo dei residenti della zona di via Cerro e via Solfegna a Cassino (Frosinone) che stanno vivendo l'ennesino incubo. In questa estate rovente ci sono famiglie costrette a vivere in casa, con le finestre sbarrate, perchè l'aria nei dintorni della loro abitazione è irrespirabile sia di giorno che di notte.

La causa di tanto fetore è oramai giuridicamente accertata: il malfunzionamento del depuratore del Consorzio Industriale del Lazio Meridionale (Cosilam) porta alla fuoriuscita delle acque nere di scarico delle tante aziende presenti nella zona industriale. L'indagine 'Acque nere', portata avanti dalla Procura di Cassino e dai carabinieri forestali, ha consentito di far emergere delle gravi responsabilità da parte della società che si occupa della gestione del depuratore, la AeA ma non è riuscita a far sparire quell'odore insopportabile che rende la vita un inferno per chi vive in zona. 

Era stata garantita la messa in sicurezza del depuratore, considerato vetusto ed inadeguato alla portata delle acque reflue, ma nulla è cambiato dall'ottobre di un anno fa quando il magistrato Emanuele De Franco ha concluso la delicata indagine e chiesto ed ottenuto, dal Gip del tribunale di Cassino, le misure cautelari. Nulla è cambiato da quell'ordinanza di oltre 100 pagine e dalla quale emergono aspetti sconcertanti, legati anche allo sversamento illegale di acido solforico nelle acque del Rio Pioppeto. 

Nell'immediatezza dell'esecuzione delle misure restrittive c'è stata una levata di scudi da parte della politica provinciale e regionale: tanti i comunicati di solidarietà verso i residenti via Cerro e tante le parole di sdegno verso chi avrebbe dovuto sorvegliare. Passata l'onda emozionale, come sempre accade, tutto è tornato nel limbo della convenienza. 

Fino alla scorsa notte quando, oramai in preda alla disperazione, le decine di famiglie sono uscite in strada ed hanno allertato le forze dell'ordine. Cosa è stato scoperto? "Per l'ennesima volta la pompa di sollevamento 3 all'interno dell'area Cosilam si è fermata - ci spiegano i residenti -. L'acqua sporca dall'odore fortissimo di uova marce è stata canalizzata nel Rio Fontanelle che sfocia a sua volta nel canale di captazione del Consorzio di Bonifica: in sintesi con l'acqua inquinata si annaffiano i campi". 

Perchè l'impianto, gestito da un custode giudiziario, non è stato ancora messo a norma? Per quale motivo in tutti questi anni l'impianto non è stato sottoposto alla quella manutezione necessaria ad un adeguato funzionamento? Domande che cercano una risposta che ad oggi non è mai arrivata.

"La campagna elettorale sia nazionale che regionale è alle porte - concludono i residenti di via Cerro - e siamo certi che sentiremo le solite parole da parte dei soliti candidati: rispetto dell'ambiente, sicurezza, futuro migliore per le nuove generazioni. Peccato che in questa zona le nuove generazioni come le vecchie spesso si ammalano di tumore e difficilmente possono fare pronostici per il futuro. Chi avrebbe dovuto tutelarci in tutti questi anni dov'è stato? Che non venga nessuno a bussare alla nostra porta, la troverà chiusa".

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