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Nord Ciociaria Piglio

Piglio, le lacrime di San Lorenzo si rinnovano artificialmente.

Come tanti altri centri italiani, Piglio celebra la festa del patrono San Lorenzo, il Martire decapitato il 10 Agosto del 258, che la tradizione popolare vuole arso vivo.

Come tanti altri centri italiani, Piglio celebra la festa del patrono San Lorenzo, il Martire decapitato il 10 Agosto del 258, che la tradizione popolare vuole arso vivo.

Come sempre accade in occasione del genere, il pezzo forte è costituito dalla processione notturna (Domenica 9 Agosto ore 21) che lenta e devota, percorre le vie del centro storico di Piglio.

Lo spettacolo da non perdere è quello pirotecnico che illuminerà a giorno l’anfiteatro naturale nel quale sono adagiate le abitazioni del grazioso centro ciociaro sorretto dai rigogliosi monti Scalambra e Pilarocca.

Ai fenomeni astronomici e scientifici delle meteore nella costellazione di Perseo visibili dall’osservatorio di Piglio, si aggiunge anche questo anno uno spettacolo reale con la simbologia affascinante dei fuochi artificiali.

Naso all’insù per tutti con la certezza che le meteore artificiali si consumino rapidamente senza lasciare danni né agli spettatori né alla natura secondo la ormai consolidata esperienza.

Insomma a Piglio, le lacrime di san Lorenzo si rinnovano artificialmente con lo spettacolo pirotecnico che continua a riservare fantasticherie ed emozioni in tutta la vallata del Sacco.

La festa di San Lorenzo, inserita “nell’E…state a Piglio 2015” viene organizzata dall’Assessorato alla cultura e al turismo del Comune di Piglio, dalla Città del vino, dal Comitato Giovani, dalla strada del vino Cesanese e da Lazio EXPO.

Una fiera di merci e bestiame, concluderà la festa del Patrono Martedì 11 Agosto ore 8,30, dove si potranno vedere ancora i “sensali” che cercano di piazzare qualsiasi cosa, con una mimica professionale, facendo così contenti, per l’affare fatto, sia il venditore che il compratore.

Con la festa di San Rocco si continua il ciclo estivo delle celebrazioni sacre nella parrocchia di San Giovanni in Piglio, iniziate con la festa di Sant’Antonio.

Tra le varie iniziative promosse dal parroco don Gianni e dal Comitato dei festeggiamenti degne di nota sono:

- visite culturali guidate dalle ore 10,30 alle ore 12 e dalle ore 16,30 alle ore 18,00;

- Recita del Santo Rosario ore 18,00

- Vespri ore 18,30.

Il popolo pigliese è sensibile a queste manifestazioni religiose e le vive ogni volta con rinnovato fervore. Così anche questa volta i fedeli aspettano la festa di San Rocco anche in riconoscenza dei tanti favori e grazie spesso ricevute dai devoti pigliesi.

La prima cosa che colpisce, visitando la chiesa di San Rocco-Madonna della Valle, è lo stato di abbandono e di degrado dovuto a tre cause principali:

-la prima risale agli anni ‘60, quando fu realizzata la Via della Circonvallazione che collega Via Piagge alla Via Prenestina, edificata molti metri al di sopra della chiesetta, che perciò è finita in “grotta”;

-la seconda causa della rovina è il fosso che scorre nei paragi del luogo sacro a cielo aperto convogliando così umidità ai preziosi affreschi all’interno della chiesa;

-la terza causa è il tetto restaurato 25 anni fa che lascia infiltrare tra i canali di copertura l’acqua piovana, provocando umidità all’interno del sacro edificio, compromettendo così l’integrità dei preziosi affreschi (in)-custoditi all’interno.

Desta meraviglia e rammarico che non si siano trovati i fondi (parliamo di modiche cifre) a fronte degli abbondanti contributi stanziati per le sagre paesane che durano appena una giornata e non lasciano nessuna traccia culturale ma solo godereccia.

Questa bellissima chiesa di San Rocco-Madonna della Valle, dimenticata per secoli, essendo stata adibita nel 1656 a sepolcreto degli appestati, sembra che voglia vendicarsi dell’oblìo manifestando ai pigliesi i tesori artistici che possiede e che ne fanno uno dei monumenti più importanti del Nord Ciociaria.

C’è da dire che la Soprintendenza ha purtroppo sospeso i lavori di restauro dell’intera struttura perchè la civica amministrazione non ha ancora, a distanza di 25 anni, ottemperato alla canalizzazione del fosso adiacente, alla sistemazione del tetto e allo spostamento di una fogna che potrebbero, con la loro umidità, far tornare gli affreschi nelle degradate condizioni originarie.

Al fine di non vanificare le spese finora sostenute, da queste colonne si fa appello alla sensibilità del Ministro dei Beni culturali Franceschini, della Civica Amministrazione e della Soprintendenza ai Beni Monumentali ed Architettonici e Artistici del Lazio a voler provvedere affinché, almeno nel prossimo esercizio finanziario, siano stanziate le somme necessarie al completamento delle opere intraprese, in modo di difendere un patrimonio artistico, così prezioso, che non deve essere distrutto per l’incuria di tutti.

UN PO DI STORIA LA CHIESA DI S. MARIA IN VALLE - MADONNA DELLA VALLE - S. ROCCO IN PIGLIO

In una copia di atto notarile del 1599, appartenente all'archivio Colonna, si fa riferimento a un documento del 1527 e si nomina S. Maria in Valle.

In un inventario del 1634 si nomina sia la Madonna della Valle sia S. Rocco.

Sulla relazione della visita pastorale del 1642 si legge una descrizione della chiesa: di forma quadrata oblunga, aveva sulla porta un Cristo di legno e aveva un altare di S. Rocco, che “fu trovato spogliato da ogni parte e privo di tutte le cose necessarie e che non aveva i paramenti e tutte le cose necessarie al sacrificio della Messa”, e un altro altare della Beata Vergine Maria. Vicino all’immagine della Madonna vi erano numerosi voti d’argento e altri di bronzo. Vi si legge anche che il “predetto altare con la sua Cappella fosse unito alla Società dell’Immacolata Concezione, da parte della quale si provvedeva a tutte le cose necessarie e che il predetto altare appare tutto consacrato essendo di pietra e che abbia un sepolcro di reliquie. Nella stessa cappella dello stesso altare si ha l’impegno di celebrarvi la messa in tutti i giorni di Domenica e di sabato, impegno che ogni tanto si adempie anche nell’altare della detta società esistente nella chiesa arcipretale di Santa Maria per il quale motivo si pagano sette scudi e mezzo all’Abate e ai chierici di S. Lucia il quale Abate pretende che possa essere nominato cappellano di detta chiesa e della cappella uno tra i chierici di Santa Lucia”. La Chiesa fu dotata anche di una campana ora scomparsa !!!Nel 1826 il Preposto della Collegiata espose al Santo Padre che nella Chiesa di S. Rocco si venerava "una antichissima Imagine di Maria SS.ma detta della Valle tenuta in grandissima venerazione non solo dai abitanti, ma dai forestieri dei limitrofi paesi, che in devote processioni vi si portano nei sabati, e grazie ne ricevono dalla Augusta Regina. Vi si istituì anche un sodalizio di donne a mantenere viva la devozione". Nello stesso esposto si legge ancora che il Proposto desiderando richiamare la devozione "con farne celebrar la Festa col concorso del Popolo nella Domenica fra l'ottava della Natività di Maria SS.ma, e prevedendo che a maggiormente riuscirvi, e a mantenerla anco in futuro molto vi giova il Tesoro delle Indulgenze", pregò il Santo Padre di concedere la facoltà di poter conseguire l'indulgenza plenaria perpetua. La facoltà di fatto fu concessa dall'allora pontefice Leone XII ma solo per sette anni.

Nel 1924 molte persone offrirono denaro per il restauro della Chiesa, infatti nella relazione della visita pastorale del 1925, redatta da Don Pio Appetecchia, leggiamo che "la Chiesa di S. Rocco, per causa dell'intemperie e per i danni cagionati dal terremoto del 1915 era ridotta in uno stato deplorevole, tanto che si dovette chiudere. Con le offerte del popolo e specialmente dei Pigliesi residenti in America, si sta restaurando quasi a fundamentis e si spera riaprirla al culto nel prossimo Agosto.

In essa vi è la Cappella della Madonna della Valle dipinta sul muro. La medesima minaccia di sparire senza speranza di salvare la pittura per i muri cadenti. Sopra l'altare maggiore vi era la statua del Santo in terra cotta…". Nella medesima relazione leggiamo ancora che vi era una processione di S. Marco che partiva dalla Chiesa di S. Maria e arrivava alla Chiesa di S. Rocco dove si celebrava la S. Messa.

Giorgio Alessandro Pacetti lo scopritore delle opere d'arte chiesa di SANROCCO

Giorgio Alessandro Pacetti

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