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Piglio, una pista ciclabile tra natura, cultura e… rovi. Ridateci il treno turistico

La trasformazione in pista ciclabile del tratto Fiuggi-Paliano lungo la ex ferrovia Stefer Roma-Frosinone aveva dato l’avvio ad un progetto, per rivitalizzare l’economia del Nord Ciociaria, presentato a Fiuggi per ben due volte l’11 Gennaio 1997 e...

La trasformazione in pista ciclabile del tratto Fiuggi-Paliano lungo la ex ferrovia Stefer Roma-Frosinone aveva dato l’avvio ad un progetto, per rivitalizzare l’economia del Nord Ciociaria, presentato a Fiuggi per ben due volte l’11 Gennaio 1997 e il 7 Febbraio 1998 dall’Assessore Regionale di allora, Michele Meta.

“Scusate il ritardo! Non è stato possibile partire prima – aveva detto Meta- perchè si è reso necessario ottenere prima tutte le relative autorizzazioni”. Però il progetto sarà realizzato entro il Giubileo del 2000.

Infatti il progetto definitivo era stato portato all’esame del Comitato tecnico consultivo regionale, la giunta regionale lo aveva approvato e, nella primavera del 1998, bandita la gara d’appalto, sono iniziati i lavori che puntualmente sono stati terminati nell’anno Giubilare.

La prima fase prevedeva un investimento di 4 miliardi delle vecchie lire, finanziati interamente dalla Regione Lazio per la realizzazione della pista ciclabile più lunga d’Italia, un percorso di 26 chilometri che, fiancheggiando i monti dello Scalambra e Pila Rocca, si snoda sul territorio di cinque comuni: Fiuggi, Acuto, Piglio, Serrone e Paliano.

Successivamente sarà completato il restauro e il recupero dei vecchi stabili (stazioni, e sottostazioni). Purtroppo quello che avevano presagito alcuni bontemponi del luogo ora si è puntualmente avverato.

La pista ciclabile, fiore all’occhiello della passata gestione della Regione Lazio e dei comuni attraversati, è ora ridotta in condizioni pietose. I rovi stanno coprendo la sede ciclabile già di dimensioni ridotte specialmente nel tratto Colle Borano - Fiuggi.

Si tratta ovviamente della solita opera realizzata a suon di miliardi e clamore di gran cassa e successivamente abbandonata a se stessa. I ciclisti della zona fanno di tutto per evitarla preferendo le strade provinciali e statali oppure i prati d’Arcinazzo.

Il “Regolamento recante norme per la definizione delle caratteristiche tecniche delle piste ciclabili", (decreto del 30 Novembre 1999, n° 557 pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale serie generale n° 225 del 26 Settembre 2000), specifica che le piste ciclabili debbono essere oggetto di costanti interventi di manutenzione, curando al massimo la regolarità delle superfici per rendere agevole il transito ai ciclisti. Sul tema della sicurezza il decreto in questione detta precise norme per ciò che concerne la segnaletica (con particolari riferimenti alle indicazioni di attraversamenti ciclabili, alle colonnine luminose, ai delineatori di corsia, cambi di direzione ecc.), l’illuminazione stradale e le rastrelliere per la sosta.

Allora cosa si aspetta ad affidare in gestione la pista ciclabile in modo da evitare la completa rovina dell’opera?

Giorgio Alessandro Pacetti

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