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Alatri, “battaglia vinta per una sanità migliore” ha affermato Zingaretti

Visti i recenti  articoli di stampa apparsi sui quotidiani locali, mi sembra opportuno tornare sulla questione del S. Benedetto. Il Consigliere Tarquini, parla di autocelebrazione della maggioranza e del Sindaco, ma non è così: abbiamo ancora una...

Visti i recenti articoli di stampa apparsi sui quotidiani locali, mi sembra opportuno tornare sulla questione del S. Benedetto. Il Consigliere Tarquini, parla di autocelebrazione della maggioranza e del Sindaco, ma non è così: abbiamo ancora una volta dovuto ristabilire la verità. E la verità è che senza le battaglie portate avanti da questa compagine politica, al fianco dei comitati e dei Cittadini, oggi il S. Benedetto sarebbe chiuso, o peggio ancora privatizzato. "Bisogna dare a Cesare quello che è di Cesare - mi ha detto il Presidente Zingaretti poco tempo fa, presso l'Ospedale - qui c'è stata una battaglia, una battaglia vinta, per una sanità migliore". Onestamente, ma non gliene faccio una colpa, i vari Tarquini, Pavia etc. a questa battaglia non hanno partecipato, né da esponenti politici o della società civile, tantomeno come i tantissimi semplici cittadini di Alatri che hanno imbracciato striscioni e bandiere e sono scesi più volte in piazza, con in testa il loro Sindaco, per difendere il sacro diritto alla salute. Mi ricordo che in campagna elettorale, gli amici e miei avversari politici, gridavano a gran voce, nei loro comizi che il nostro ospedale sarebbe stato chiuso per colpa all'inattività di questa Amministrazione. Nonostante i fatti dicano chiaramente ed in maniera incontrovertibile che il S. Benedetto, lungi dall'essere chiuso, sta vivendo una fase di riorganizzazione e potenziamento dei servizi, questi esponenti politici locali, continuano ad istillare nella gente di Alatri il tarlo del dubbio sull'efficienza e sulla funzionalità del nosocomio. Niente di più falso e oltretutto ingiurioso, per la professionalità degli operatori e per quanto oggi il S. Benedetto può offrire all'utenza in termini di servizi innovativi e di alta specializzazione. Quando si parla di rischio di ridimensionamento dei servizi sanitari offerti dal S. Benedetto, vorrei capire a cosa ci si riferisce, quando si valuta un rischio vanno valutati a priori i fatti: è un fatto che ad Alatri abbia riaperto e sia operativo, con 12 p/l, il reparto di Pediatria che verranno portati a 18; è un fatto che la Regione Lazio ha investito più di 600 mila euro per potenziare e dotare di strumentazioni le sale operatorie e l’ offerta ospedaliera del presidio di Alatri; è un fatto che il giorno 10 Marzo 2017 sono state inaugurate due delle quattro nuove sale operatorie dell’ospedale e a breve partiranno i lavori di ristrutturazione della terza e quarta sala operatoria; è un fatto che delle 75 unità di personale destinate alla ASL di Frosinone, 7 infermieri sono stati destinati all’unità sub-intensiva di Alatri, che è stata riattivata il 4 ottobre 2014; è un fatto che sono previsti stanziamenti per nuovi macchinari e per lavori di riqualificazione del piano terra della struttura ospedaliera, ove troveranno posto gli ambulatori territoriali. E' vero ci sono ancora molte cose da chiarire, o "zone d'ombra", come drammaturgicamente le definiscono i nostri consiglieri di opposizione, a cominciare proprio dalla costosissima Casa della Maternità, sempre osteggiata dal sindaco di Alatri e mai entrata in funzione e voluta fortemente ed esclusivamente da un direttore generale che oggi non c'è più. Forse anche grazie all'azione di qualche sindaco che ha bocciato l'Atto aziendale proposto da questo, o che si è incatenato davanti alla Direzione Generale, o ancora che ha consumato la via della Regione Lazio, rappresentando le ragioni di un territorio. Questo potevamo fare nello specifico e questo abbiamo fatto, senza risparmiare le forze; le conclusioni sull'impiego di denaro pubblico, non le possiamo e vogliamo tirare noi, tocca ad altri, per titoli e competenze. Voglio concludere: ho certezza e, posso rassicurare i miei concittadini, che grazie al nostro impegno, a quello dei nostri amici in Regione, ma soprattutto alla coesione di un intero territorio, c'è stato nei palazzi Romani un forte cambiamento di rotta e di valutazione sul nostro Ospedale. Alla luce dei fatti, consentitemi di essere orgoglioso dei risultati raggiunti, risultati che debbono essere consolidati e migliorati; per questo continueremo a vigilare e a metterci in gioco personalmente, se necessario.

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