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Amaseno, manifestazione contro la violenza sulle donne

Sabato abbiamo sostenuto assieme ai sindaci dei comuni di Amaseno, Giuliano di Roma e Villa Santo Stefano l’iniziativa della dott.ssa Giuseppina Bonaviri che ha promosso una manifestazione contro la violenza e la discriminazione sulle donne. Con...

Sabato abbiamo sostenuto assieme ai sindaci dei comuni di Amaseno, Giuliano di Roma e Villa Santo Stefano l’iniziativa della dott.ssa Giuseppina Bonaviri che ha promosso una manifestazione contro la violenza e la discriminazione sulle donne. Con la partecipazione degli alunni del presidio scolastico e di molti genitori è stata illustrata la condizione di sudditanza e di segregazione sociale cui la donna è costretta anche in questi tempi contemporanei.

Il femminicidio è l’atto estremo e brutale di una società incapace di ispirarsi ai principi cristiani e ai valori laici della condivisione di un destino comune e alla mancata fedeltà ad una unione fondata sull’amore e sul rispetto reciproco.

Dire no alla violenza ed educare le giovani generazioni al rispetto dell’altro sesso,

dire no alla violenza perché crea emarginazioni, frustrazioni e disagio sociale.

Esiste una violenza psicologica che lede l’identità della donna e utilizza la derisione, la molestia verbale, l’insulto, la denigrazione, finalizzata a convincere la donna di “non valere nulla.

Una violenza che tende ad isolare la donna, allontanarla dalle relazioni sociali ed impedirle l’accesso alle risorse economiche per limitare la sua indipendenza.

Esiste una violenza economica che limita l’accesso alle finanze familiari, impedisce e vincola la gestione patrimoniale in maniera condivisa o abusa dei guadagni provenienti dal lavoro delle donne.

Esiste una violenza sessuale che umilia profondamente la dignità femminile e che smaschera tratti di una cultura brutale e maschilista che non è stata mai completamente sradicata in nessuna parte del mondo.

La violenza fisica che si manifesta con percosse, lancio di oggetti, schiaffi, pugni, tentativi di soffocamento, minacce con armi o coltelli è molto diffusa e rimane racchiusa per molto tempo nelle mura domestiche, a causa della paura e del terrore e delle donne di rimanere da sole, isolate e di compromettere il futuro dei figli. È stato un incontro efficace e lineare che pone all’attenzione delle istituzioni una tematica complessa ed evasiva ma soprattutto esacerbata dai mutamenti culturali e dalla crisi economica che talvolta rende più difficili i rapporti familiari e le relazioni coniugali. Occorre guardare avanti senza dimenticare che tutti gli uomini e tutte le donne nascono liberi ed uguali in diritti e dignità e che non esiste una società, una cultura o un luogo che possano pretendere o avere più diritti e dignità rispetto ad altri.

Bisogna guardare avanti senza dimenticare il monito di Gabriel Garcia Marquez

“Che un uomo ha diritto di guardare un altro dall’alto in basso solo per aiutarlo a rimettersi in piedi.” Un cammino sicuramente lungo e in salita perché ancora oggi la violenza contro le donne , come denunciato dall’ONU, continua ad essere una “pandemia globale”. Cifre impressionanti, oltre una donna su tre, il 35%, nell’intero pianeta subisce nella vita abusi fisici e o sessuali.

dott. Arturo Gnesi sindaco di Pastena

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