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Continua a Frosinone il nuovo tour di presentazioni per "Federica – la ragazza del lago"

Continua il tour dello scrittore e giornalista Massimo Mangiapelo, ospite a Frosinone, il prossimo venerdì 4 settembre, alle ore 19, presso la Villa Comunale.

Continua il tour dello scrittore e giornalista Massimo Mangiapelo, ospite a Frosinone, il prossimo venerdì 4 settembre, alle ore 19, presso la Villa Comunale.

Qui presenterà 'Federica, la ragazza del lago' che è, infatti, il titolo del suo libro, pubblicato da Bonfirraro Editore, e dedicato alla nipote Federica, la ragazza di Anguillara Sabazia trovata senza vita il 1° novembre 2012 sulla spiaggia di Vigna di Valle, sul lago di Bracciano. Gli ultimi risvolti giudiziari hanno portato alla luce una verità troppo scomoda: ad ucciderla è stato il fidanzato, Marco, attualmente agli arresti domiciliari.

Non si tratta, dunque, del solito libro dal tono giornalistico su una delle tante vicende tragiche, purtroppo sempre più frequenti, raccontate da terze persone. In questo caso a raccontare la storia è lo zio giornalista della vittima. "Lasciando da parte l'anima giornalistica - dice l'autore, giornalista e zio di Federica- ho voluto raccontare la vicenda di mia nipote partendo da un'angolazione diversa, del tutto personale. Ho messo in primo piano il punto di vista dello zio a cui è morta una nipote. Ho voluto raccontare la sofferenza che ha vissuto la mia famiglia nell'ambito di questa dolorosa vicenda".

Dopo il successo delle ultime presentazioni, a Fumone (FR) e ad Altipiani di Arcinazzo (FR), nell'ambito del Premio Letterario "Racconti e parole", Mangiapelo approda nella città frusinate per abbracciare quanti vorranno conoscere il triste risvolto di una delle tante storie di femminicidio, ancora troppo numerose in un paese civile come l'Italia.

Nel libro non mancano gli spunti di cronaca e quelli giudiziari, ma il vero scopo del volume è quello di raccontare i sentimenti di chi ha vissuto la tragedia: la famiglia, gli amici, la comunità di Anguillara Sabazia. il libro ospita una serie di fotografie inedite di Federica, ritratti che fanno parte di un servizio realizzato dalla zia Laura Rossi, moglie dell'autore. Colpisce, infatti, l'alternanza dei sentimenti (scritti in corsivo) a quella della verità storica (in stampato) ed insieme accompagnano il lettore a concepire la storia con la mente e con il cuore. Un grido di libertà, insomma, rivolta da chi un respiro di libertà voleva ed è stato soffocato.

A coronamento del progetto è stato integrato 'Basta', il nuovo singolo, che precede l'album, del cantautore Andrea Febo, canzone che tratta il tema della violenza sulle donne. Nel video di 'Basta' ci saranno riprese di Federica (da quando era piccola fino a pochi mesi dalla sua morte) che ha girato il nonno Alfio. Il video, prodotto dalla WeDo Video Factory, vedrà anche la partecipazione dell'attrice Vanessa Gravina. La canzone sarà scaricabile da tutti i digital store ed i proventi saranno devoluti all'associazione Telefono Rosa.

Federica, la ragazza del lago

Di Massimo Mangiapelo

"Federica, la ragazza del lago" è un romanzo autobiografico. Narra la storia di Federica Mangiapelo, la ragazza trovata morta due anni fa, sulla riva del lago di Bracciano, in località Vigna di Valle ad Anguillara Sabazia. La vicenda ha avuto un forte risalto a livello di cronaca nazionale, sia per quanto riguarda le emittenti televisive che per la carta stampata, oltre che nel panorama dell'ampio mondo del web.

Chi scrive l'opera è lo zio della vittima. Il papà di Federica è suo fratello: Massimo Mangiapelo è un giornalista professionista, con una carriera ventennale alle spalle. La vicenda di Federica gli ha fatto emergere dei dubbi sulla serietà di una parte del mondo dei mass media.

Il libro "Federica, la ragazza del lago" è suddiviso in due parti ben distinte. L'autore ha adottato i caratteri del corsivo e dello stampato per raccontare due elementi diversi: i primi descrivono le sue sensazioni, i suoi ricordi e quelli degli amici di Federica, le impressioni. Con il corsivo vengono descritte alcune problematiche quali la violenza sulle donne, la violenza dei mass media che si buttano a capofitto su vicende che devastano i diretti interessati. Vengono raccontati episodi del passato che mettono in evidenza il carattere, anche problematico, di Federica. Ma anche la sua parte migliore, quella di essere una donna - bambina che non aveva peli sulla lingua e si nascondeva dietro la maschera della ribellione per combattere i problemi che aveva vissuto nell'infanzia (la separazione dei genitori e il piccolo male, due elementi che l'avevano fatta crescere troppo in fretta rispetto ai suoi coetanei).

Le parti in stampato, invece, rappresentano la storia, nuda e cruda, di come l'autore ha vissuto questa esperienza drammatica. Si parte dalla telefonata della madre in cui gli comunica che Federica era morta. E si prosegue, momento dopo momento, alle ore ed ai giorni successivi. In questa fase vengono descritte le prime giornate vissute ad Anguillara dopo il decesso della nipote, fino al giorno del suo funerale. Poi il testo si dilunga alle fasi successive, alla vicenda giudiziaria partita male.

A quel punto l'autore illustra la tenacia della sua famiglia, con l'appoggio degli avvocati, per la riapertura del caso, fino a giungere alla conclusione, grazie alle prove che ora sono agli atti del Tribunale di Civitavecchia, che il fidanzato è coinvolto nella morte di Federica.

La parte giudiziaria, comunque, serve solo da corollario per far capire a chi legge come si sono svolte le indagini. Mangiapelo racconta questa parte, dunque, per dovere di cronaca. Ma quello che gli interessa maggiormente è il lato umano della vicenda, quello che le cronache non riferiscono. E non c'è modo migliore per far emergere questo aspetto, ossia l'aspetto umano vissuto dalla famiglia di Federica raccontata dallo zio. E' un'immersione dentro l'anima per cercare di far comprendere ai lettori quello che si prova quando si vive un'esperienza così drammatica e la scia di dolore che resta viva, come una fiamma eterna, nel ricordo di una nipote (e di una figlia nel caso dei genitori) che, nonostante la giustizia faccia il suo corso, nessuno potrà mai ridarti.

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