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Frosinone, sviluppo e lavoro. Amata in sostegno di alfredo pallone. occorre valorizzare la nostra tradizione storico-culturale, non i rifiuti”

Al di là dell’aspetto tecnico e formale e degli iter amministrativi che hanno i loro precisi profili e perimetri che devono seguire il loro percorso, quanto sostenuto dall’onorevole Alfredo Pallone non può non essere condiviso: la provincia di...

Al di là dell’aspetto tecnico e formale e degli iter amministrativi che hanno i loro precisi profili e perimetri che devono seguire il loro percorso, quanto sostenuto dall’onorevole Alfredo Pallone non può non essere condiviso: la provincia di Frosinone non può essere trasformata nel distretto dell’immondizia.

Ad affermarlo il vicepresidente della Provincia di Frosinone Andrea Amata.

“E non può esserlo per diversi ordini di motivi. Il primo: questo territorio dal punto di vista dei rifiuti ha già dato. Tanto. Oltre naturalmente, ad avere un ciclo di smaltimento autosufficiente. Dunque, nessuno spazio all’arrivo di immondizia da territori incapaci di organizzarsi”.

“Ma soprattutto, occorre che il sistema produttivo si riorganizzi rilanciando le specificità della nostra terra, che non sono di certo legate ai rifiuti”. La politica ha il dovere di promuovere scelte di indirizzo e rendere attrattivo il territorio rispetto ad investimenti capaci di avere un effetto moltiplicatore sullo sviluppo locale. La pantomima del rimpiattino non si addice ad una classe politica che ha l’ambizione di incoraggiare la credibilità nelle istituzioni e innescare un processo virtuoso di crescita. Pertanto, occorre vigilanza sugli insediamenti produttivi di trattamento rifiuti che potrebbero avere un impatto inquinante sul nostro ambiente, assumendoci la responsabilità di orientare le scelte di investimento rigettando con fermezza l’etichettatura di territorio “digestore” di spazzatura. Dalla denominazione di origine controllata alla denominazione di origine contaminata il passo è breve e non possiamo consegnare ai nostri figli un territorio avariato per la fatalistica rassegnazione di chi avrebbe dovuto, invece, non accettare passivamente il corso degli eventi, ma agire per modificarli.

“Quando sostengo ciò, mi riferisco in particolare alla nostra vocazione naturale: territorio ricco, da nord a sud, dal punto di vista culturale, turistico, ambientale, enogastronomico. E’ questo il core business del nostro sistema produttivo. Queste sono le leve di sviluppo da valorizzare e promuovere, attraverso una convergenza univoca da parte di tutti gli attori locali”.

“A questo core business – aggiunge Amata – di certo non va disgiunta la possibilità di valorizzare l’industria tradizionale: il settore dell’automotive in piena ascesa lo dimostra. Così come lo dimostrano i seppur timidi segnali su nuovi investimenti, come quello sulla ex Siderpali del gruppo turco, anche sfruttando le opportunità dell’Area di crisi complessa e non complessa”.

“Fermo restando questo aspetto dunque – conclude il vicepresidente della Provincia – ne consegue come logica conseguenza che lo sviluppo e il rilancio di questa terra non passano di certo dai rifiuti, e dal loro trattamento e smaltimento, ma dalla valorizzazione di quello che hanno costruito e ci hanno tramandato i nostri predecessori: la vocazione storica, culturale e ambientale di un territorio capace di inglobare le qualità del popolo di Ciociaria, con quelle dell’Alta Terra di Lavoro”.

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