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Frosinone, tanti mugugni della gente rimasta fuori al comizio di Renzi

Il Presidente Renzi al Fornaci Village, a Frosinone a favore del Sì al Referendum. Davanti a lui una sala, a dir poco straripante: gente in piedi, gente accovacciata sulle scale, gente che resta fuori, perché le forze dell’ordine non possono più...

Il Presidente Renzi al Fornaci Village, a Frosinone a favore del Sì al Referendum. Davanti a lui una sala, a dir poco straripante: gente in piedi, gente accovacciata sulle scale, gente che resta fuori, perché le forze dell’ordine non possono più far entrare nessuno, non c'è posto.

Una manifestazione, non organizzata bene, o almeno in parte, visto la maggior parte della gente è rimasta fuori, proprio nel piazzale antistante l’ingresso principale, come documentano le foto.

Controlli, ad ogni pizzo dell’ingresso nel villaggio del cinema, addirittura anche con cani, tanta la Polizia di Stato, coordinata dal Questore Dott. Santarelli, Carabinieri, Guardia di Finanza, Polizia Provinciale e Polizia locale posta ad ogni bivio dall’uscita dell’Autosole per arrivare al “villaggio” che per l’occasione si è rivelato troppo stretto.

“Hanno avuto paura di non riempire il Nestor,- dichiarava un militante rimasto fuori - hanno organizzato al Fornaci Village, che per l’occasione è stato stracolmo". Insomma, quella che doveva essere una festa per accogliere il presidente Renzi, alla fine è diventata una delusione per i presenti, andati via con i mugugni, soprattutto coloro che non sono potuti entrare come i diversi sindaci del comprensorio e il Presidente della camera di Commercio. Tra i tanti presenti anche il politico locale Alfredo Pallone.

Un accenno alle Presidenziali americane, tanto per cominciare. Poi un passaggio sulle politiche europee, con tanto di risposta al presidente della Commissione Ue Junker sugli investimenti per l’edilizia scolastica: «Noi quei soldi li mettiamo fuori dal patto di stabilità, vogliano o meno i funzionari di Bruxelles».

Ma soprattutto Matteo Renzi a Frosinone parla ovviamente del referendum del 4 dicembre. «In queste ore - dice - si sta decidendo il futuro di una grande democrazia. Chi vota “No”, vuole che tutto rimanga com’è». Poi, nel merito, con alle spalle sul maxi schermo proiettato il quesito referendario, il premier ci dà dentro. Concetti brevi e chiari, conditi dall'onnipresente ironia toscana. «Questo referendum non è il punto di arrivo, ma è uno strumento per avere un paese più semplice, più agile. Solo in Italia abbiamo due camere che fanno la stessa cosa. Noi ora non stiamo riducendo la democrazia, stiamo semplificando il sistema rendendo il Senato, così come è già in Francia, in Germania, in Austria, la sede delle autonomie locali».

«Tutti coloro che sono per il no, hanno solo una cosa in comune: il no. Sono d'accordo solo su quello. Proposte in alternativa? Non ne hanno, ma intanto dicono di no. Non stanno difendendo la democrazia, ma i loro privilegi».

Quindi l’appello ai frusinati: «Mancano 27 giorni al referendum e i sondaggi dicono che un terzo degli italiani è indeciso. Ho bisogno di una mano, a Frosinone ve la giocate voi, non io. Avete voglia o no? Dalla risposta a questa domanda, quella del referendum, derivano i prossimi 20 anni dell’Italia. So che non sarà facile perché l’argomento non è semplice da spiegare, ma spiegatela così: il bicameralismo perfetto è come una riunione di condominio interminabile con la vicina del terzo piano che vi sta sul groppone. Alle 2.30 finalmente trovate l'accordo sul pianerottolo che s'ha da fare e andate a dormire contenti. Bene, il giorno dopo arriva un’altra assemblea di condominio, con altri condomini. Questo è l’incubo del meccanismo del bicameralismo perfetto. Ma se questa riforma passa per l’Italia inizia il futuro. Viva Frosinone, basta un sì».

Un boato in sala. Matteo Renzi con un salto scende dal palco e viene a dir poco assalito dalla folla. Il percorso verso l’uscita, tra chi vuole un selfie e chi vuole un bacio, è difficoltoso. Ma alla fine è andata. Altro giro, altra corsa: il tour continua a Latina

Fuori la protesta dei lavoratori in cassa Integrazione che sfottevano Renzi, affiancati da quelli della Jacobucci HF che proprio nei giorni scorsi hanno perso il posto di lavoro.

CASAPOUND IN PIAZZA CONTRO MATTEO RENZI

Circa un centinaio di persone guidate dal leader Fernando Incitti hanno manifestato con CasaPound oggi pomeriggio davanti al Cinema Fornaci di Frosinone, per contestare Matteo Renzi in visita nel Capoluogo ciociaro per sostenere il SI al referendum costituzionale.

''Oggi siamo in piazza per contestare Matteo Renzi e il suo governo e per sostenere il NO al referendum - ha dichiarato Incitti - non vogliamo che la nostra nazione diventi sempre più assoggettata alla volontà dell'Unione Europea e non possiamo accettare che un governo non eletto abbia addirittura la presunzione di voler modificare la Costituzione''.''Invece di venire a fare le passerelle elettorali - ha continuato Incitti - un premier dovrebbe venire qui a costatare i problemi di un territorio come quello Ciociaro ridotto quasi al terzo mondo: sanità pubblica smantellata, centinaia di famiglie italiane che non arrivano alla fine del mese, il dramma della disoccupazione a percentuali esorbitanti, servizi pubblici quasi inesistenti - ha proseguito Incitti - di cui il Partito Democratico a livello nazionale, regionale e provinciale, ne è diretto responsabile''.''Come sempre solo CasaPound scende in piazza e si afferma come unica reale opposizione alla politiche che stanno distruggendo il Paese e il territorio - ha concluso Incitti - oltre noi, c'è il nulla''.

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