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Paliano, detenuto del carcere riceve il Sacramento della Cresima dal Vescovo Sigalini

Un detenuto nel carcere di massima sicurezza di Paliano ha ricevuto il Sacramento della Cresima. Il rito è stato presieduto dal Vescovo di Palestrina mons. Domenico Sigalini.

Un detenuto nel carcere di massima sicurezza di Paliano ha ricevuto il Sacramento della Cresima. Il rito è stato presieduto dal Vescovo di Palestrina mons. Domenico Sigalini.

Nell’Istituto di pena di Paliano, carcere che ospita solo una sessantina di collaboratori di giustizia, i detenuti sono prima di tutto persone e la parola d’ordine per chi lavora al loro fianco è una sola: rispetto per chi si trova in difficoltà. Il giorno della Madonna di Zancati, venerata in città, uno di loro ha ricevuto la Cresima, a testimonianza che anche da detenuti un percorso virtuoso è possibile. Ne è convinto il vescovo di Palestrina, mons. Domenico Sigalini:

“Direi che proprio il fine che ha un carcere, un istituto di pena, è quello di ridare dignità alla persona che l’ha persa a causa di alcune cose che non poteva fare, che non doveva fare o in responsabilità che non si è assunto. Quindi un Istituto di pena nasce appunto per aiutare una persona a recuperare la sua dignità e quella si recupera abbastanza bene, per quel che vedo io…

E’ vero che viene cancellato il diritto di cittadinanza, ma io dico che cancella la speranza. Se tu cancelli la speranza in un uomo, che uomo è? E’ una specie di pacco che ha già la sua destinazione, non ha più niente di nuovo. Invece, come dice sempre Papa Francesco, che è contro l’ergastolo, perché spegne la speranza in una vita - e lo ho ricordato anche ai ragazzi - se non abbiamo speranza, non siamo più neanche persone. Quindi tutto questo lavoro che deve essere fatto dalla legge, dai nostri istituti giuridici deve essere assolutamente aperto a questa prospettiva di futuro, pur sapendo che i delitti sono gravi e che tante cose non si riparano assolutamente più. E sono i primi loro a sapere che questo perdono fanno fatica a ottenerlo dalle persone, lo hanno soprattutto e soltanto da Dio.

Paliano è certamente un esempio in cui direzione, Polizia penitenziaria e volontari hanno trovato il coraggio della parola e dell’esempio, avallando in via prioritaria politiche solidali e di sostegno per i detenuti che peraltro stanno collaborando anche con l’amministrazione locale, che ha dato loro la speranza a chi non ne ha.

Speranza condivisa anche dalla vulcanica direttrice Nadia Cersosim, che invita anche gli altri istituti a fare quello che è stato fatto a Paliano, ma il sovraffollamento delle carceri forse rende difficile fare questi discorsi. “Noi ci auguriamo che le nostre istituzioni possano riacquistare quella dignità necessaria per gli operatori, ma anche per darla ai detenuti che hanno necessità di riacquistare la loro dignità per poter poi rientrare nella società come uomini liberi, con una revisione critica fatta sul vissuto delinquenziale”.

Giancarlo Flavi

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