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Paliano, Mariuccio racconta Ruffo di Calabria e quella volta che portò Maccari sulla cariola

“Non riesco a capacitarmi di come tutto sia così finito male” ci dice l’ottantaseienne Mario Minori che per ben 36 anni ha lavorato nell’azienda Ruffo, come uomo di fiducia di Don Antonello di Calabria e che ha vissuto al fianco dell’uomo che una...

“Non riesco a capacitarmi di come tutto sia così finito male” ci dice l’ottantaseienne Mario Minori che per ben 36 anni ha lavorato nell’azienda Ruffo, come uomo di fiducia di Don Antonello di Calabria e che ha vissuto al fianco dell’uomo che una volta era una stella il "Califfo” per i volgari- ed ha chiuso La Selva cacciato da tutti.

“Eppure di idee il Principe ne aveva avute - ci racconta il buon Mario Minori di Paliano - Mi ricordo che un giorno quando stavo tagliando l’erba al prato del suo giardino si avvicinò il Principe, così veniva chiamato dai suoi dipendenti, e mi disse: hai sbagliato. Perché risposi io “ hai tagliato l’erba troppo alta doveva essere molto più bassa”, ma più bassa di quello non la potevo fare. Solo in seguito con un po' di ritardo ho capito la sua ironia. Il Principe era anche molto ironico. Quando un giorno mi ordinò di fermare uno Struzzo che era uscito dal recinto, tentai in tutti i modi, anche cavalcandolo, ma non ci riusci e lui mi disse non preoccuparti andrà meglio la prossima volta. Un'altra volta stavo allevando un Pavone femmina che faceva con la sua coda rose bellissime e da poco aveva finito la covata delle pavoncelle. Venne una signora, che poi ho saputo essere la Contessa Premoli, che mi voleva far scappare gli animali allora presi un sasso e la colpii alle gambe. Lei mi rimproverò! Ma Ruffo mi disse “hai fatto bene perché questa gente non conosce il valore degli animali . Fu per me quello un importante riconoscimento”.

"Alla Selva veniva sempre tanta gente a trovare il Principe - aggiunge ancora “Mariuccio” come viene bonariamente chiamato a Paliano, ricordo alla perfezione le visite che faceva l’Avv. Giuseppe Schifalacqua, oppure quelle del Principe Colonna, con il quale Ruffo andava spesso a mangiare al ristorante i due Camini un piatto di spaghetti aglio-oglio e peperoncino, ne andavano matti tutti e due".

Inoltre, ricordo che un giorno venne un signore piccolo come me di statura e Ruffo mi ordinò di metterlo sulla cariola e io lo portai in giro per la Selva, nel borgo e nei posti più belli del parco, mentre tutti e due parlavano di natura e ambiente. Ricordo che una volta ho dovuto portare questo ometto dalla casa di famiglia a pranzo fino al ristorante “il Laghetto”. Poi mi dissero chi era”. Certamente lui non poteva rendersi conto che aveva portato a spasso sulla cariola il grande artista senese- romano Mino Maccari, uno dei più grandi artisti del tempo, della fine del '900. “Mino Maccari, nasce a siena nel 1898. Dopo aver vissuto nel centro Italia approda a Roma, per la sua opera pittorica ricca di evidenti accentuazioni cromatiche e pennellate veloci, il disegno violento unito al tratto vivo del segno grafico delle sue incisioni, viene riconosciuto dalla critica artista completo. Nel secondo dopoguerra continua ancora ad acquisire riconoscimenti, merito di un prolifico lavoro creativo, e a presentare mostre personali. Nel 1962 gli viene anche affidata la presidenza dell'Accademia di San Luca a Roma e riesce ad ottenere una mostra personale alla Gallery 63 di New York. Sterminata è la sua produzione di disegni, acquarelli, tempere ecc., a volte in collaborazione con case editrici di prestigio; merita citare, solo come ottimo esempio, i 32 disegni in b/n e a colori con i quali illustrò Il gusto di vivere, volume che raccoglie scritti di Giancarlo Fusco, curato da Natalia Aspesi e pubblicato dalla Laterza nel 1985. Muore senza grandi clamori, in silenzio, novantenne, a Roma il 16 giugno 1989”. Così si legge su Wikipendia.

Quando il pittore frequentava la selva nei primi anni 80 Ruffo gli fece realizzare delle cartoline e delle etichette per il vino e da lui aveva acquistato anche numerosi quadri, che poi per i guai giudiziari, soprattutto con le tasse, finirono all’asta nell’ex Banco di Santo Spirito a Paliano e uno dei maggiori acquirenti fu l’ex vice presidente del Senato, allora avvocato, Romano Misserville.

Ma torniamo alla chiacchierata con Mario Minori, l’uomo di fiudcia di Ruffo, che ci racconta quando una mattina Ruffo lo andò a prendere a casa perché al ristorante “il Laghetto” c'erano ad attenderli Romina Power e Albano Carrisi, che stavano girando un film.

Ogni volta che eravamo insieme Ruffo mi ripeteva: “Mario, bisogna girare il mondo per vivere meglio”, am io gli rispondevo; sono stato solamente a Venezia e Capri”.

Sono veramente dispiaciuto di come sia finita la Selva. Non c’è più nessuno che si interessa. Ogni qual volta ci torno per un motivo e per un altro mi viene da piangere nel pensare a come era fiorente prima. Pensa ci lavoravano 90 persone, tra i fissi ed a chiamata. Oggi è tutta abbandonata. Dal 1990 sono in pensione e vedere la selva cosi ridotta mi fa veramente male".

Giancarlo Flavi

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