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Venerdì, 19 Aprile 2024
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Pastena, nelle grotte rinvenuti reperti archeologici di antiche civiltà

Con la presenza del prof Mario Rolfo dell’università di Tor Vergata e del prof Robin Skeates dell’univeristà inglese di Durahm si è tenuta questa mattina presso il museo di speleologia delle grotte di Pastena la conferenza stampa con la...

Con la presenza del prof Mario Rolfo dell’università di Tor Vergata e del prof Robin Skeates dell’univeristà inglese di Durahm si è tenuta questa mattina presso il museo di speleologia delle grotte di Pastena la conferenza stampa con la presentazione dei reperti archeologici.

È stata una grande occasione per l’intero paese ospitare gli studenti di queste due università che coordinati dalla sovraintendenza regionale dei beni archeologici, hanno lavorato per ricomporre le tracce di antiche civiltà che hanno popolato questi territori.

La piccola nicchia posta al lato ovest dell’ingresso delle grotte di Pastena, ad un livello superiore di quello delle acque meteoriche e quindi immune in tutti questi secoli da depositi aggiuntivi e contaminanti, ha conservato nel suo terreno i frammenti di una storia iniziata almeno duemila anni avanti Cristo.

Un luogo usato non per scopi abitativi ma sicuramente per riti propiziatori o per pratiche cultuali a cui avevano accesso sicuramente un numero ristretto di persone.

Non è escluso visto l’abbondanza di semi tostati ritrovati, che il luogo per brevi periodi dell’anno sia stato usato come rifugio o come soggiorno momentaneo. La varietà dei semi lascia pensare che la popolazione dell’epoca non si dedicasse solo alla pastorizia e alla caccia ma anche alla coltivazione della terra e all’uso dei suoi prodotti per scopi alimentari.

Tra i reperti preistorici mostrati figurano alcune punte di frecce, delle fuseruole che attestano l’origine neolitica del sito nelle quali questi oggetti benché preminentemente servissero per l’arte femminile della tessitura talvolta venivano usate come ornamento e grani delle collane.

Suggestive sono i resti di vasi di terracotta e alcuni monili in bronzo che tracciano le lunghe tappe evolutive dell’antica civiltà locale che ha la possibilità con questi scavi recenti di riscoprire le proprie radici.

Le università di Roma e di Durham avranno il compito di datare i reperti utilizzando anche le tecniche con radioisotopi e alla fine renderanno noti i risultati a tutta la comunità scientifica internazionale.

Ho ringraziato il lavoro svolto in questi anni dall’equipe universitaria perché queste ricerche archeologiche oltre che dare un contributo culturale alla bellezza naturalistica delle grotte di Pastena, hanno insegnato ad avere rispetto per la natura e per le persone e che il fascino del sapere e il mistero della scienza possono favorire lo sviluppo turistico ed economico del nostro paese.

Questi studenti con le loro conoscenze diventano gli ambasciatori di Pastena nel mondo e soprattutto ci dicono che la storia non si consuma o si realizza con una sola generazione , ma è un’evoluzione continua e ognuno di noi ha il dovere di preservare l’ambiente e di consegnarlo, integro, ai posteri.

Dopo la datazione e dopo averne descritto gli usi questi oggetti verranno risposti nel museo “speleo-etno-archeologico” delle Grotte di Pastena e mostrati ai turisti. Grande soddisfazione per i risultati raggiunti e per il valore delle indagini effettuate è stata espressa dalla ricercatrice Letizia Silvestri.

dott. Arturo Gnesi

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