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Giovedì, 28 Marzo 2024
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Pastena, presentato a casa Manfredi il libro “ La bambina che non sapeva giocare”

La storia  di una donna che nasce povera e sopravvive miracolosamente grazie alla nonna che le stringe la mano prima che qualcuno la chiuda in un loculo credendola morta.

La storia di una donna che nasce povera e sopravvive miracolosamente grazie alla nonna che le stringe la mano prima che qualcuno la chiuda in un loculo credendola morta.

Una donna che vede la devastazione della guerra ad appena otto anni e non capisce perché gli uomini si inseguono e si sparano addosso e in preda alla follia omicida devastano case, distruggono le strade e mettono a repentaglio la vita di giovani innocenti.

Una donna che per sopravvivere è costretta a chiedere il pane, che si salva dalle bombe e che affronta il lungo viaggio della speranza per non essere costretta a morire di fame. In Inghilterra con l’uomo che gli hanno detto di sposare con il quale avrà due figli e che non tradirà mai anche se era innamorata di un altro che ogni tanto si affaccia nella sua vita.

Una donna che sa leggere e non deve chiedere consiglio a nessuno, una donna che sa di dover andar via dal suo paese e nel quale ritorna prima che i figli diventati adulti decidano di rimanere altrove fuori e lontano dalla sua terra natia.

Un’esperienza vera, passioni e sentimenti che si intrecciano con luoghi e spazi realmente esistiti, che non lasciano nulla all’immaginazione e che rappresentano il teatro dove si è dipanata la vita di una donna tanto moderna da sfidare pregiudizi e tabù e tanto antica da non saper recidere i legami con la sua storia e con la sua appartenenza etnica.

Questo è il romanzo scritto da Romina D’Aniello una giovane cronista incalzata dalle riflessioni e dalle domande di Davide Pisa, un giovane studente che ha rivissuto nella lettura dei testi, le suggestioni e le emozioni di una generazione ormai al tramonto ma che ha saputo dare un esempio di compostezza, di coraggio e di tenacia.

Guerra e miseria, speranza e delusione, frustrazione e riscatto, c’è tanto da imparare dalle pagine di questa storia ma soprattutto l’incitamento a non arrendersi mai nemmeno quando le avversità storiche e la congiuntura economica sembra non dare alcuna speranza al futuro dei giovani.

Anna, la protagonista del libro, non si è mai arresa, ha superato i momenti difficili e ha vinto la sua battaglia.

La modernità di Anna forse sta proprio in questo atteggiamento che non è mai rinunciatario, accomodante, remissivo, ma in grado di leggere ed interpretare la realtà trovando le risposte adeguate per risolvere i problemi, tenendo a mente gli obiettivi e raggiungerli a costo di immani sacrifici.

Un libro non rievocativo, un dramma che non serve a impietosire gli animi o ad addolcire i cuori, ma serve essenzialmente a non far perdere tempo all’inseguimento di miti o idoli che sono distanti o estranei alla realtà che viviamo. Anna è vera perché parla il linguaggio di tutti i giorni, Anna è viva perché ha le mai impolverate e la fronte sudata, Anna è unica perché non delega nessuno a rappresentare i suoi bisogni.

“ Abbiamo vissuto una esperienza utile anche alla vita amministrativa- conclude il Sindaco Arturo Gnesi- perché non basta riparare le strade, sistemare i lampioni o pulire il paese, perché occorre avere un’idea della società, un filosofia della vita e soprattutto principi etici e valori morali che non possono essere svenduti per le convenienze personali o per la carriera politica. Insomma, Abbiamo assistito a conclusione degli eventi di Agosto, ad una serata che ha visto l'autrice del libro illustrare le emozioni che ha vissuto durante idialoghi avuti con Anna, la protagonista della storia che a causa della guerraha da subito dovuto fare i conti con la durezza e la violenza della vita. Davide Pisa ha sezionato il racconto cercando di illustrare la modernità di unastoria che comincia con il passaggio della guerra, si dipana con l'emigrazione e in fine si conclude con il ritorno al paese d'origine”

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