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Pastena, ricorda Falcone e Borsellino e le stragi del 1992

Son passati ormai molti anni da quei terribili attentati, quello di Capaci del 23 maggio e l’altro di via d’Amelio del 19 luglio nei quali persero la vita i giudici Giovanni Falcone e Paolo Borsellino con gli uomini della scorta.

Son passati ormai molti anni da quei terribili attentati, quello di Capaci del 23 maggio e l’altro di via d’Amelio del 19 luglio nei quali persero la vita i giudici Giovanni Falcone e Paolo Borsellino con gli uomini della scorta.

Eventi che hanno inciso profondamente nella coscienza civile degli italiani, hanno segnato la cultura dei giovani e hanno scosso le fondamenta dello Stato italiano.

Affari e misteri, politica e mafia , omertà e collusioni che non hanno ancora a distanza di tempo messo in luce la strategia delle stragi e le responsabilità di alcuni settori delle istituzioni strettamente sotto il controllo del potere mafioso.

La risposta dello Stato fu decisa ed energica ma non radicale fino al punto che ancora oggi tra annunci e smentite si parla di una trattativa Stato-mafia con protagonisti ed interlocutori che agirono grazie alle coperture e all’assenso dei servizi segreti o di una parte deviata degli stessi.

Di sicuro si chiuse la stagione di alcuni capi-mafia latitanti ad oltranza e da lì a qualche anno quelle degli attentati che avevano lo scopo di intimidire lo Stato e quando necessario eliminare gli uomini che non venivano a compromesso o a patti con le regole mafiose.

Lo Stato prese alcuni provvedimenti legislativi che introducevano pene più severe per gli appartenenti all’organizzazione criminale ma lasciò decantare la richiesta di regolemenatre e punire anche gli scambi di voto e di favore di cui la mafia si serve per avere nelle istituzioni uomini di sua fiducia e sicuri interlocutori per l’aggiudicazione di appalti e la concessione di licenze e servizi . Dalle stragi del 1992 in poi la mafia ha cambiato pelle, è diventata sempre più una s.p.a. con capacità di investire nelle borse e nelle attività commerciali i proventi delle attività legate al traffico della droga, delle armi, al racket e alle estorsioni.

Ha sotterrato la lupara e nascosto la coppola per utilizzare veri professionisti, esperti del settore per riciclare il denaro sporco nei paradisi fiscali e avviare attività imprenditoriali che non lasciano assolutamente trapelare i legami con il mondo mafioso.

In questi anni la corruzione dilagante e la bramosia di denaro e di potere che si è diffusa in tutti i settori della politica ha facilitato la diffusione della mafia nelle regioni italiane fino al punto che ormai non reputa più necessario dominare un territorio o avere l’esclusiva di un settore perché i suoi affiliati riescono a mediare, accordarsi e a intrecciarsi con le diverse organizzazioni criminali quali camorra, ‘ndrangheta e sacra corona unita.

La corruzione è l’altra faccia della mafia, la corruzione rafforza il sistema clientelare fondato sul voto di scambio e ove si rafforza l’illegalità e prevale la logica degli interessi privati e del potere personale lì è possibile creare dei comitati d’affari dove la mafia avanza le proprie richieste e il politico di turno le asseconda.

Falcone e Borsellino oltre a creare ricordi ed emozioni intense in quegli anni rappresentarono la speranza della società civile per l’affermazione di una politica sana e trasparente che avrebbe tra l’altro seppellito il marciume emerso con la tangentopoli milanese. Cosà è rimasto di quel periodo ? cosa ne sanno le nuove generazioni ? dov’è andata a finire la società ? e soprattutto la politica ha preso posizioni nette contro la mafia e la corruzione ?

Pastena vuol dare risposte precise e sollecitare le istituzioni a non aver paura di assumere un atteggiamento intransigente e chiaro nei confronti delle trame mafiose che infiltrano, ricattano e occupano le istituzioni democratiche .

dott. Arturo Gnesi sindaco di Pastena

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