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Piglio, condotte idriche colabrodo. Quale beneficio dal centro trasferenza ? Bruchi sulla pista ciclabile

Proseguono i problemi legati alle perdite d'acqua sulla storica via di San Lorenzo che conduce all’omonimo convento francescano.

Proseguono i problemi legati alle perdite d'acqua sulla storica via di San Lorenzo che conduce all’omonimo convento francescano.

A denunciare il fatto è sempre lui, il “difensore civico”, Giorgio Alessandro Pacetti, che sottolinea il modo di operare non all’altezza da parte di alcune imprese edili incaricate dal servizio idrico dell’Acea Ato 5, per la manutenzione e le riparazioni delle perdite.

Come se non fossero bastati i disagi causati dalla perdita della condotta idrica su Via San Lorenzo al civico 41, segnalata da Pacetti a mezzo stampa, dopo i continui solleciti (oltre 50 giorni) da parte dell’amministratore del condominio, e riparata il 24 Luglio 2014 come da foto n° 1 -spiega Pacetti- che ancora oggi non solo gli abitanti della zona ma anche gli automobilisti che percorrono l’arteria, si lamentano perché, dopo la riparazione della condotta idrica, che aveva compromesso anche la stabilità delle mura di contenimento del terreno sottostante, ora si è formata una buca sulla strada carrozzabile perché l’impresa incaricata dopo la riparazione della condotta, ha provveduto a ripristinare il manto stradale con della breccia dove ora si è formata una buca come da foto n° 2.

Credo che siamo dinanzi ad una situazione non più tollerabile in quanto i cittadini sono costretti a fare i conti con un servizio non adeguato.

Bisognerebbe, a questo punto, che gli amministratori locali dei 91 Comune della Provincia di Frosinone e il Commissario Patrizi, anziché fossilizzarsi sulle tariffe già esose del prezioso liquido, che pagano tutti gli utenti, dovrebbero aprire un’inchiesta contro Ato 5, accertando non solo le responsabilità non escludendo un’azione cumulativa per il ristoro dei metri cubi di acqua che scorrono come fiumi lungo le strade comunali e provinciali per le continue perdite di acqua non solo nel territorio di Piglio ma anche in tutti paesi della Provincia di Frosinone.

Nel futuro non sarà più il “solista Pacetti” a segnalare i guasti delle condotte idriche, ma dovrà essere la “corale dei Sindaci dei 91 Comuni della Provincia” a farsi risarcire dall’Ato 5 comminando salatissime multe sui disservizi. Solo in questa maniera si potrà risolvere il problema.

Ritornando alla buca su via San Lorenzo: quando è prevista la chiusura? Cosa si aspetta forse qualche incidente? La parola all’Ato 5.

IL CENTRO DI TRASFERENZA DEI RIFIUTI URBANI COMPIE 17 ANNI. MA ALLE FAMIGLIE DI PIGLIO NON HA PORTATO ALCUN BENEFICIO.

Correva l’anno 1997 quando Piero Badaloni, Presidente della Giunta Regionale del Lazio, con le ordinanze n° 26 di Febbraio e n° 77 di Ottobre 1997, ordinava al dott. Salvatore Suriano, Commissario straordinario del Consorzio tra i comuni di Cassino, Formia e Gaeta costituito per il riciclaggio dei rifiuti solidi urbani, di: “continuare i lavori relativi alla realizzazione, giusto il progetto presentato a questa Amministrazione, della stazione di trasferenza dei rifiuti ubicata nel Comune di Piglio, località “Casa Zompa”, finalizzata alla realizzazione del trasporto dei rifiuti all’impianto di preselezione e compostaggio di Colfelice.

Il centro di raccolta di “Casa Zompa” a Piglio, era stato oggetto anche di una interrogazione presentata dall’on. Panetta ai Ministri dell’Ambiente e delle Politiche Agricole. Panetta nella sua interrogazione pone l’attenzione sul fatto che: “nel 1973 il Presidente della Repubblica riconosceva per decreto, al vino “Cesanese del Piglio”, la denominazione D.O.C. e tra le premesse a base della concessione si faceva chiaro riferimento al mantenimento delle condizioni ambientali, che dovevano rimanere inalterate (art. 4); nel 1988 il Comune di Piglio individuava nella zona “Casa Zompa” il luogo per la raccolta dei rifiuti di questo comune; che dopo vari atti amministrativi del Comune di Piglio e della Regione Lazio il luogo della discarica veniva confermato, provocando l’esposto da parte degli abitanti della zona alla Procura della Repubblica di Frosinone ed al Ministro dei Lavori Pubblici, che in risposta forniva una nota del 15 Novembre 1996 del Genio Civile in cui si comunicava di non aver mai concesso alcuna autorizzazione ed invitava l’amministrazione comunale ad adottare i provvedimenti conseguenti; tutto ciò premesso, poiché con ordinanza n° 77 dell’Ottobre 1997 il Presidente della Regione Lazio ribadiva l’individuazione della stazione di trasferenza dei rifiuti di Casa Zompa per la razionalizzazione del trasporto dei rifiuti destinati all’impianto di Colfelice, si chiede ai Ministri interrogati quali provvedimenti si intendano adottare per la salvaguardia del territorio in primis e della salvaguardia del marchio “Cesanese del Piglio” e dell’economia ad esso collegata”. F.to Panetta.

Anche il consigliere regionale di Forza Italia Antonello Iannarilli, nell’Aprile ‘97 aveva chiesto al Presidente della giunta Regionale Piero Badaloni e all’assessore all’Utilizzo, Tutela e Valorizzazione delle risorse ambientali, la revoca dell’ordinanza n° 26 del Febbraio 1997. Iannarilli nella sua interrogazione poneva l’attenzione sul fatto che “la realizzazione della stazione di trasferenza dei rifiuti solidi urbani in una località a vocazione agricola, in cui si produce vino doc, era lesiva dei diritti della cittadinanza e nociva all’ambiente, che andrebbe, invece, protetto, salvaguardato e tutelato soprattutto dall’Ente Regione”.

Il consigliere regionale Iannarilli nello scrivere a Badaloni dichiarava che “risulta poco trasparente l’iter amministrativo seguito dal Comune di Piglio che, senza alcun atto deliberativo e solo per volontà del sindaco, ha accettato, dopo averla proposta, l’attivazione del centro di trasferenza al quale non risultano essere state rilasciate le previste autorizzazioni e/o concessioni dagli organi preposti e che, anzi, i manufatti già realizzati risultano, agli atti, abusivi”. Iannarilli inoltre faceva presente a Badaloni che “insufficienti, contraddittorie e superficiali risultano le relazioni dei tecnici incaricati di esaminare e studiare l’area individuata dal Comune di Piglio, area di proprietà di una ditta a suo tempo scelta, senza procedere nè a gare, nè a trattative di sorta” . Dulcis in fundo, Iannarilli rincarava la dose con l’affermare che “ il terreno in questione, sede di una falda acquifera, risulta ricco di emergenze superficiali, sino ad oggi utilizzate per i vigneti ed il cui inquinamento arrecherebbe danni irreparabili al territorio ed alla sua economia”.

Per la cronaca, il centro di trasferenza era stato posto sotto sequestro dalla Magistratura di Frosinone, in data 20 Maggio 1997 dal Dott. Saverio Francesco Musolino. Il copioso fascicolo aveva richiesto approfondimenti volti ad individuare le molte zone di ombra che avevano contraddistinto l’iter burocratico. L’indagine era stata condotta dal GIP presso la Procura Circondariale di Frosinone che, in data 23 Luglio 1997, aveva revocato il sequestro. Una delle domande che antecedentemente all’Ordinanza Regionale circolava tra la cittadinanza pigliese era questa: “Come si è giunti ad individuare Piglio come centro di trasferenza in contrapposizione alle decine e decine di industrie sorte nell’area di Colleferro, Anagni e Ferentino, poi dismesse, e che potevano egregiamente servire alle bisogna senza pregiudicare la zona agricola DOC del Cesanese?”

Nel contempo, la minoranza comunale di Piglio, nel Giugno 1997, aveva chiesto un consiglio comunale straordinario, che era stato disertato, dopo l’apertura, dalla maggioranza. I rappresentanti di minoranza avevano quindi inoltrato al Prefetto di Frosinone un esposto, chiedendo di indagare sulla pretestuosità dell’abbandono lasciando così ancora più ombre sull’operato della civica amministrazione.

I consiglieri di minoranza Neccia, Salvatori, Ceccaroni e Lucidi volevono conoscere tutta la verità sull’iter amministrativo burocratico dell’intera vicenda e sulla scelta dell’area ed avevano inoltrato nel mese di Maggio un esposto alla Procura di Frosinone successivamente rigettato. Sul fronte dei “no”, contrari al Centro di trasferenza dei rifiuti a Piglio, oltre la gioventù pigliese, che aveva manifestato il 23 Maggio sfilando in corteo con striscioni lungo le vie del paese, c’era stata anche la presa di posizione della “Cantina sociale Cesanese di Piglio” e del CODACONS, area metropolitana di Roma, che aveva inviato al Comune di Piglio una nota, in occasione del consiglio comunale del 4 Aprile ‘97., con la quale si auspicava che “qualsiasi decisione fosse presa dal consiglio comunale, nel rispetto delle risorse ambientali e delle produzioni tipiche della zona”.

Anche il rappresentante locale di Italia Nostra, Giorgio Alessandro Pacetti, nel “cahier de doleances” Dossier sul “Centro di smistamento e di trasferimento rifiuti solidi ed urbani in località Casa Zompa”, faceva rilevare l’aggravarsi della già precaria situazione viaria dovuta al forte flusso di automezzi pesanti sulla Provinciale Piglio-Anticolana, con il conseguente maggior dissesto totale dell’arteria ed inevitabili disagi per gli abitanti delle contrade interessate.

Ma mentre a Piglio si polemizzava e si parlava senza concludere nulla, a Roma, invece, il Presidente della Giunta Regionale del Lazio, con le ordinanze n° 26 di Febbraio e n° 77 di Ottobre 1997, ordinava al Dott. Salvatore Suriano, Commissario straordinario del Consorzio tra i comuni di Cassino, Formia e Gaeta per il riciclaggio dei rifiuti solidi urbani, di “continuare i lavori relativi alla realizzazione, giusto il progetto presentato a questa Amministrazione, della stazione di trasferenza dei rifiuti ubicata nel Comune di Piglio, località “Casa Zompa”, finalizzata alla realizzazione del trasporto dei rifiuti all’impianto di preselezione e compostaggio di Colfelice, e che i lavori di realizzazione dovranno essere completati entro 90 giorni dal presente provvedimento”. Al di là della storia del Centro di trasferenza di “Casa Zompa” quale beneficio ha portato alle famiglie di Piglio, avendo la pattumiera a (Km 0)? Nessuno!!! Si pensava almeno ad una riduzione delle aliquote TARSU, rispetto agli altri paesi del circondario. Purtroppo anche questo è stato precluso ai pigliesi.

PIGLIO: UNA PISTA CICLABILE MULTIUSO. ANCHE I BRUCHI PASSEGGIANO!!!

Il cittadino che volesse fare una passeggiata a piedi nei dintorni di Piglio allo scopo di godersi al tempo stesso il panorama e l’aria pura, si troverebbe di fronte a delle spiacevoli quanto inaspettate sorprese. E’ quanto capitato ad un gruppo di romani, amanti delle due ruote e delle cose belle che, approfittando di una giornata di festa e di sole, si sono messi a pedalare lungo la pista ciclabile del tratto Piglio-Acuto-Fiuggi ricavata nel binario in disuso della ex ferrovia Stefer Roma-Frosinone, incrociando persone ed altro che passeggiavano beatamente lungo la pista riservata ai ciclisti.

La pista ciclabile, già di dimensioni ridotte, che è stata il fiore all’occhiello della Regione Lazio al tempo di Badaloni e dei comuni attraversati, è ora ridotta in condizioni pietose per mancanza di manutenzione specialmente nella tratta Acuto-Colleborano-Fiuggi. Si tratta ovviamente della solita opera realizzata a suon di miliardi e a clamore di gran cassa e successivamente abbandonata a se stessa e i ciclisti della zona fanno di tutto per evitarla, preferendo le strade provinciali e statali.

La Regione Lazio aveva dato l’avvio al progetto, presentato a Fiuggi per ben due volte nel 1997 e nel 1998 dall’Assessore Regionale di allora, Michele Meta per rivitalizzare l’economia del Nord Ciociaria.

Il progetto era stato approvato dalla giunta Badaloni nella primavera del 1998, e portati a termine puntualmente nell’anno Giubilare. Con una spesa di svariati Miliardi delle vecchie lire è stata realizzata la pista ciclabile più lunga d’Italia, per un percorso di 26 chilometri che, fiancheggiando i monti dello Scalambra e Pila Rocca, si snoda sul territorio di cinque comuni: Fiuggi, Acuto, Piglio, Serrone e Paliano.

Un ulteriore uso della pista è quello che si è sviluppato di recente:

in una grotta in prossimità del percorso si è instaurata una serie di iniziative religiose con l’apposizione di statuine, di cui una dedicata alla Madonna del Cammino e l’altra a Sant’Antonio, inoltre c’è chi si reca alla Grotta per recitare il Santo Rosario. Ultimamente la pista ciclabile è stata urilizzata anche da un “Brugo” come da foto.

Queste iniziative sono peraltro pregevoli, tuttavia non bisogna dimenticare il “Regolamento recante le norme per la definizione delle caratteristiche tecniche delle piste ciclabili", approvato con (decreto del 30 Novembre 1999, n° 557 pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale serie generale n° 225 del 26 Settembre 2000), il quale specifica che le piste ciclabili devono essere costantemente manutenute, curando al massimo la regolarità delle superfici per rendere agevole il transito ai ciclisti”.

Sul tema della sicurezza il decreto in questione detta precise norme per ciò che concerne la segnaletica (con particolari riferimenti alle indicazioni di attraversamenti ciclabili, alle colonnine luminose, ai limitatori di corsia, cambi di direzione ecc.), l’illuminazione stradale e le rastrelliere per la sosta.

Allora cosa si aspetta ad affidare in gestione la pista ciclabile e le stazioni e le sottostazioni ormai completamente restaurate in modo da evitare la completa rovina della intera opera?

MOSTRA SPELEOLOGICA NEL CONVENTO DI SAN LORENZO.

Nel chiostro del convento di San Lorenzo, durante i festeggiamenti in onore del Compatrono Beato Andrea Conti, che si svolgeranno a Piglio dal 21 al 24 Agosto, verrà allestita una mostra Speleologica sulle grotte di Piglio e dintorni con pannelli, a cura del “Gruppo Speleo” di Arcinazzo Romano che, con l’esperienza accumulata in tanti anni d’esplorazione, ha dato un valido aiuto a Gianfranco Pirosini, volenteroso ed appassionato esploratore di Piglio.

Ben 10 saranno i pannelli fotografici illustrativi che verranno esposti, arricchiti dalle foto più significative delle “Grotte”, recentemente esplorate dal gruppo Speleo, presenti nel territorio di Piglio, fino ad oggi sconosciute ai più ma non a Gianfranco Pirosini.

Il Gruppo Speleo sta provvedendo, inoltre, ad una mappatura organica delle “Grotte” sull’intero territorio di Piglio, ed ha già progettato un programma intenso di esplorazioni in zona, oltrechè una serie di iniziative (lezioni, proiezioni ed escursioni).

Al già notevole patrimonio culturale di Piglio, dal famoso vino “Cesanese” alla gatsronomia, alle bellezze artistiche, alla mostra personale dell’artista Piero Ricci nella Rocca del castello medievale dei Colonna, agli affreschi custoditi nella chiesa di San Rocco Madonna della Valle, ai resti dell’acquedotto romano sito nel cimitero comunale di Piglio, alla mostra storico-iconografico-agiografica su il Beato Andrea Conti, al cammino contemplativo di Karol Wojtyla in località Madonna del Monte- Insuglio- Santo Biagio, al sentiero Europeo E1, alla pista ciclabile, si aggiungono, ora, queste ulteriori meraviglie, le “Grotte”, che contribuiranno, senza dubbio, a fare del Comprensorio del Nord Ciociaria un importante polo turistico. Da oggi in poi tutto il comprensorio non avrà più necessità di allontanarsi per ammirare tali bellezze naturali grazie alla passione di Gianfranco.

GROTTA del Pertuso

Giorgio Alessandro Pacetti

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