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Martedì, 23 Aprile 2024
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Roma, Nicolo’ Costa ha scritto un interessante libro su : “Turismo e terrorismo jiadista”

Il Prof. Nicolò Costa, affermato sociologo del turismo e dello sviluppo locale, nonché attuale Coordinatore del Corso di Laurea in Scienze del turismo presso l’Università di Roma Tor Vergata, ha recentemente dato alle stampe un interessante quanto...

Il Prof. Nicolò Costa, affermato sociologo del turismo e dello sviluppo locale, nonché attuale Coordinatore del Corso di Laurea in Scienze del turismo presso l’Università di Roma Tor Vergata, ha recentemente dato alle stampe un interessante quanto attuale volumetto dal titolo “Turismo e terrorismo Jiadista” pubblicato dalla Rubbettino Editore.

Il testo affronta, con lucidità, correttezza e lungimiranza, il drammatico tema del rapporto tra i valori liberali ed i piaceri materiali dell’Occidente, con la visione del mondo islamico fondamentalista o terrorista. Il libro pone una serie di domande, fornisce le plausibili diagnosi ed individua le linee d’ azione di contrasto al terrorismo e di riforma del fondamentalismo islamico, nonché le possibili soluzioni.

In particolare, l’Autore esamina i motivi per i quali le attività dell’ospitalità e del tempo libero, i luoghi del divertimento e della socialità ricreativa delle metropoli occidentali e delle località turistiche nei Paesi arabo-musulmani siano entrate prepotentemente nel mirino dei terroristi jiadisti. Di fatto, i luoghi del piacere, sia del divertimento di evasione, che del turismo culturale e dei viaggi, sono target privilegiati da parte dei terroristi jiadisti e fonte di disprezzo da parte dei fondamentalisti. Gli attentati alla maratona di Boston del 15 aprile 2013, i brutali assalti contro il turismo culturale e marino in Tunisia (Museo del Pardo a marzo e spiaggia di Sousse a giugno del 2015), il vettore aereo russo decollato da Sharm-el-Sheik il 31 ottobre 2015 carico di turisti, il massacro compiuto al Teatro Bataclan, in quattro ristoranti/caffè ed allo Stade de France del 13 novembre 2015 a Parigi (e prima al Giornale satirico “Charlie Hebdo”) e quello successivo in un albergo del Mali in cui erano presenti numerosi stranieri, nonché l’attacco anti-turistico vicino alla Moschea Blu ad Istambul il 12 gennaio scorso, ripetono tutti la visione di un film dell’orrore già proiettato. In aggiunta, i furti, le molestie e gli stupri praticati in modo deliberato durante il Capodanno 2016 contro le donne a Colonia ed in altre città, mentre festeggiavano il rito secolare dell’anno nuovo, possono essere considerati atti di terrorismo sessuale ma anche di disprezzo culturale per le tradizioni occidentali, laiche e secolari, come la festa del Capodanno.

Il lungo elenco delle predette azioni presenta come denominatore comune la centralità dei luoghi dell’ OTT (Ospitalità – Turismo – Tempo libero), i contenitori in cui si celebrano i riti sociali della socievolezza e dell’effervescenza collettiva, che i fondamentalisti islamici disprezzano ed i terroristi jiadisti colpiscono con efferata ferocia.

A questo punto il saggista si interroga sul perché vengano scelti proprio i luoghi dell’ospitalità commercializzata, del turismo culturale e della mobilità geografica. Occorrerà convivere per decenni con i terroristi perché è in atto una rivoluzione islamica di “lunga durata”, dall’esito incerto per la sopravvivenza della civiltà occidentale? I nostri piaceri verranno denigrati come lussuria ed effeminatezza dai virili islamici che già adesso cercano di velare le donne anche nelle piscine o sui campi da sci occidentali, giusto per ricordarci che comandano loro sulle donne e su di noi ?

Al contrario, i piaceri ricreativi e turistici possono diventare uno strumento di incontro interculturale con gli islamici disponibili a riformare la loro tradizione di chiusura alla “società aperta” occidentale? L’Autore conclude affermando che anche i musulmani possono cambiare in funzione dei valori liberali veicolati dalle vite mobili, restando fedeli a loro stessi e contribuendo ad intensificare la pace attraverso i viaggi di piacere. La tradizione non è immobilità granitica, è soltanto un’innovazione riuscita. Nient’altro, niente di più e di meglio.

Giorgio De Rossi

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