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Roma, via libera dei professionisti ai Fondi Strutturali Europei

 La legge di stabilità 2016 ha previsto che l’accesso ai Fondi europei (FESR – FSE)   venga estesa anche ai liberi professionisti equiparandoli alle piccole e medie imprese. Il Senato della Repubblica, infatti, in sede di conversione del predetto...

La legge di stabilità 2016 ha previsto che l’accesso ai Fondi europei (FESR – FSE) venga estesa anche ai liberi professionisti equiparandoli alle piccole e medie imprese. Il Senato della Repubblica, infatti, in sede di conversione del predetto Disegno di legge, al comma 474, ha stabilito che << I Piani operativi POR e PON del Fondo sociale europeo (FSE) e del Fondo europeo di sviluppo regionale (FESR), rientranti nella programmazione dei fondi strutturali europei 2014/2020, si intendono estesi anche ai liberi professionisti, in quanto equiparati alle piccole e medie imprese come esercenti attività economica, a prescindere dalla forma giuridica rivestita>>. La modifica, rispetto al testo approvato dalla Camera dei Deputati, è stata introdotta da un emendamento approvato dalla Commissione Bilancio ed inserito nel Maxi emendamento sostitutivo del ddl stabilità approvato definitivamente dal Senato il 22 dicembre scorso.

I liberi professionisti, spiega la norma, sono «equiparati alle PMI come esercenti attività economica, a prescindere dalla forma giuridica rivestita»; inoltre, come evidenziato nella Relazione illustrativa, l’emendamento trova la propria giustificazione nella necessità di equiparare, per quanto attiene alla eleggibilità ai fondi europei, le libere professioni alle imprese, secondo una prassi consolidata a livello europeo. I presentatori dell’emendamento si sono soffermati in particolare sul fatto che nella normativa comunitaria il fattore determinante per l’identificazione di un’impresa non è – come nel nostro ordinamento – la forma giuridica, ma l’attività economica, così come previsto dalla Raccomandazione della Commissione europea n. 361, del 6 maggio 2003, relativa alla definizione delle microimprese, piccole e medie imprese, espressamente richiamata dal Regolamento UE n. 1303/2013 (recante disposizioni comuni sui fondi strutturali). Merita di essere citato l’art. 1 dell’Allegato alla predetta Raccomandazione n. 361 , che recita testualmente: “Si considera impresa ogni entità, a prescindere dalla forma giuridica rivestita, che eserciti un’attività economica. In particolare sono considerate tali le entità che esercitano un’attività artigianale o altre attività a titolo individuale o familiare, le società di persone o le associazioni che esercitino un’attività economica.”

I fondi vengono erogati direttamente, oppure attraverso Stati e Regioni. La norma inserita nella Legge di Stabilità rende finalmente coerente la legislazione italiana con le direttive comunitarie, superando le interpretazioni diverse su base regionale.

Soddisfazione è stata espressa da Gaetano Stella, presidente di Confprofessioni, secondo il quale l’equiparazione fra professionisti e PMI: «è un risultato storico, per sbloccare ingenti risorse a favore de­gli studi professionali», che consentirà «a tutti i professionisti, nessuno escluso, di poter accedere a risorse indispensabili per far crescere un settore strategico per lo sviluppo economico e sociale del Paese», superando «atteggiamenti ambigui e non uniformi a livello regionale», ovvero evitando la possibilità di escludere i liberi professionisti dai Piani operativi regionali e nazionali della programmazione 2014/2020 dei fondi strutturali europei». «Un risultato straordinario che finalmente proietta le libere attività professionali italiane su una dimensione europea. Non si tratta di un traguardo, ma di un punto di partenza per assicurare a tutti i liberi professionisti, senza alcuna distinzione, le risorse necessarie per competere ad armi pari sul mercato dei servizi professionali. Adesso dobbiamo rimboccarci le maniche perché siamo all’inizio di un percorso che, in linea con gli orientamenti comunitari, supera le distinzioni tra PMI e studi professionali e ridisegna dalle fondamenta il valore dei liberi professionisti in un contesto economico ancora fragile».

Giorgio De Rossi

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