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Velletri, la piccola Ilaria ancora senza Giustizia. Il processo ai medici non si apre ed un avvocato chiama 30 testimoni

Di Giancarlo Flavi La burocrazia giudiziaria del Tribunale di Velletri sta impedendo alla piccola Ilaria Humber che a soli 13 anni  (oggi avrebbe fatto la maturità ) nel lontano 28 Aprile 2012  morì nell’Ospedale di Colleferro per un "mal di...

Di Giancarlo Flavi

La burocrazia giudiziaria del Tribunale di Velletri sta impedendo alla piccola Ilaria Humber che a soli 13 anni (oggi avrebbe fatto la maturità ) nel lontano 28 Aprile 2012 morì nell’Ospedale di Colleferro per un "mal di pancia" di avere giustizia.

A quasi cinque anni di distanza da quella tragica data ancora deve iniziare la fare dibattimentale del processo nonostante ci sono, già da tempo, due precise perizie del CTU che avrebbero individuato responsabilità precise di 11 persone tra medici e paramedici dell’Ospedale di Colleferro

Nei giorni scorsi a Velletri c’è stato l’ennesimo rinvio dopo che un avvocato dei medici ha chiesto ed ottenuto di portare in aula ben 30 testimoni. Il presidente del Collegio Giudicante ha fissato, quindi, l’altra udienza al 9 maggio prossimo.

Ma andiamo con ordine nel ricordare i fatti accaduti. Nel lontano 27 Aprile 2012 la piccola studentessa llaria Humber, torna da una gita scolastica con forti mal di pancia, viene ricoverata nel reparto di pediatria dell’Ospedale di Colleferro, dove il giorno dopo muore.

Vengono fatti i funerali ma il padre che vive a Paliano, un sottufficiale dell’Esercito Italiano, viene assalito dai dubbi e la salma viene riesumata dal cimitero di Genazzano, dove era stata sepolta per volontà della madre e viene effettuata la perizia, che attesta che la ragazzina è morta per “Mega Colon Tossico”. A questo punto vengono sequestrate le cartelle cliniche che risultano essere state alterate e inizialmente la Procura della Repubblica indaga 11 persone tra medici e paramedici per omicidio colposo e vengono nominati due CTU medici dal tribunale che fanno affiorare delle precise responsabilità per come la ragazzina è stata trattata. Tutti e 11 vengono rinviati a giudizio per omicidio colposo per responsabilità mediche e falso per aver manomesso anche le cartelle cliniche. Lunedì 3 Aprile 2017, dopo diversi rinvii per motivi tecnici-burocratici, doveva iniziare il processo ma ecco il "colpo di teatro" di un avvocato difensore di un medico che ha presentato la richiesta per far ascoltare 30 testimoni, che sarebbero stati presenti al momento del ricovero della ragazzina. Il giudice, a questo punto, ha annunciato, dopo essersi consultato con tutti gli avvocati, “che potrebbe esserci un motivo di incompatibilità” e si tira fuori fissando l’udienza al 9 maggio. Con questo modo di fare è palese che si miri alla prescrizione per salvare la faccia ai medici e paramedici coinvolti, quasi tutti oggi andati in pensione, e salvarli dagli aspetti penali. La prescrizione però non "salva" dagli aspetti civili della delicata questione che dovrà trovare una soluzione. E' chiara e legittima l’azione giudiziaria della difesa degli imputati che vogliono allungare i tempi il più possibile, ma un giudice serio non ci dovrebbe "cascare" visto che il processo dapprima era stato affidato al giudice monocratico, poi è ricominciato daccapo e insomma, una volta per un cavillo giudiziario, un’altra volta per incompatibilità di un giudice ecco che il processo non inizia e la piccola Ialia ancora non riesce ad ottenere giustizia. Sarebbe veramente il caso che qualche magistrato della Suprema Corte aprisse un'inchiesta per capire se veramente è una storia di malagiustizia o di furbizia degli avvocati difensori.

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