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Veroli-Certosa di Trisulti dalla badia di san sebastiano alla certosa di trisulti una tappa sospesa tra fede e storia

Quinta tappa da incorniciare sorto il profilo culturale, artistico e naturalistico. Partenza da Veroli (588 metri di altezza) e arrivo alla Certosa di Trisulti, 832 metri sul livello del mare. In tutto 21,4 chilometri

Quinta tappa da incorniciare sorto il profilo culturale, artistico e naturalistico. Partenza da Veroli (588 metri di altezza) e arrivo alla Certosa di Trisulti, 832 metri sul livello del mare. In tutto 21,4 chilometri

Oggi i pellegrini del Cammino di San Benedetto (siamo alla seconda edizione dell’evento, organizzato dalla Camera di Commercio di Frosinone)hanno percorso l’antica via dai collegamento tra Alatri e Veroli, fino alla Badia di San Sebastiano, sulla via delle Abbazie, per costeggiare Collepardo, risalendo poi il torrente Cosa fino al Ponte dei Santi e quindi raggiungere la Certosa di Trisulti. Il trasferimento finale ad Alatri è stato effettuato con le navette.

A Veroli partenza in salita (letteralmente) verso la parte più alta della città. E’ stato possibile ammirare subito il Monastero di Sant’Erasmo, fondato da San Benedetto. E poi la chiesetta romanica subito prima della Rocca. Da qui un panorama unico. Poi i camminatori hanno percorso in discesa via Aia Cardarillo, quindi sono saliti fino alla Contrada Torre Caravicchia. Infine hanno seguito i classici segnalini bianco-rossi della Via delle Abbazie. Poi tutto sul sentiero, tagliando a mezza costa Monte Pizzuto, fino a raggiungere l’antica mulattiera che arriva alla Sorgente di Silvidé (da Silva Dea, cioè Diana, alla quale il bosco circostante era consacrato). Infine la Badia di San Sebastiano, meta di una visita guidata. Le origini della badia risalgono tra la fine del V e l’inizio del VI secolo: fu edificata sulle rovine di una villa del patrizio romano Liberio. Nel 528 il complesso ospitò Benedetto da Norcia, in viaggio verso Montecassino con i discepoli Placido e Mauro. Secondo la storia è proprio qui che Benedetto trasse spunto dalla Regula Magistri, osservata nella badia. Il cammino è ripreso fino a raggiungere le prime case di Fontana Scurano. Poi i pellegrini hanno raggiunto la via delle Grotte ai piedi di Collepardo. Le Grotte di Collepardo, note anche come Grotte dei Bambocci, sono state originate da quell’insieme di fenomeni carsici legati all’erosione sotterranea. Il riferimento ai Bambocci si deve al fatto che le forme di numerose stalattiti richiamano l’aspetto di bambole e pupazzi. Il nome fu sostituito da Grotte Regina Margherita nel 1904, quando il Comune di Collepardo dedicò il sito alla Regina d’Italia dopo la sua storica visita nella caverna. Successivamente sentiero in salita e panorama di altri tempi, tra torrenti, ponti di legno e strade sterrate per raggiungere Ponte dei Santi e poi Ponte Romano. Quindi la Certosa di Trisulti, ubicata alle falde del Monte Rotonaria, dove la vita monastica ha avuto inizio grazie alla presenza e all’opera di San Domenico di Foligno. Dopo due secoli dp presenza benedettina, nel 1204 Papa Innocenzo III° decretò il passaggio dell’abbazia e dei relativi beni all’ordine dei Certosini, i quali inviarono sul posto quattro fratelli per curare la costruzione di un nuovo monastero, a pochissima distanza dalla vecchia abbazia.Dal 1947 la Certosa è abitata e curata dai monaci cistercensi della Congregazione di Casamari. Dopo la visita alla Certosa i pullman hanno portato i pellegrini ad Alatri, dove è stato possibile visitare i caratteristici mercatini di prodotti tipici e di artigianato artistico. Infine, spettacolo di intrattenimento musicale.

Domani sesta tappa, da Alatri agli Altipiani di Arcinazzo.

Sotto: La benedizione del vescovo Spreafico ai pellegrini nella chiesa di Santa

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