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Valle Del Sacco Anagni

Anagni, Snami; non dipende dal ministero la proroga del mantenimento del Ppi

Si torna a parlare del punto di primo intervento della struttura ospedaliera con la lettera del sindacato dei medici

Non passa giorno che ad Anagni non si torni a parlare dell’ospedale o meglio di quel che resta del presidio ospedaliero. Lo Snami, il sindacato autonomo dei medici italiani sezione provinciale, torna sull’argomento della decisione del passaggio da Ppi a Pat mettendo l’attenzione su alcuni aspetti legislativi

La lettera

“Con riferimento agli sviluppi della questione dell'ex ospedale di Anagni, lo SNAMI intende effettuare alcune precisazioni su due questioni che sono state oggetto di recente risalto. La prima – si legge in una nota a firma del Dott. Giovanni Magnante  Presidente provinciale della SNAMI - è la chiamata in causa del ministero della salute che è del tutto fuori luogo. Si è affermato negli ultimi giorni da parte della regione e della Asl che la proroga del mantenimento dei Punti di Primo Intervento ci può essere solo con un provvedimento ministeriale di modifica del DM 70-2105. Non è così. Il decreto deriva da due leggi dello Stato e da una sentenza della Corte Costituzionale, sentenza che pone in capo alle regioni l'intesa sul regolamento sugli standard ospedalieri. Il ministero, una volta adottato il regolamento, sancito dall'intesa con le regioni, non può certo modificarlo motu proprio in assenza di una nuova legge dello stato. Questo nella forma, ma nella sostanza c'è molto di più: per quanto riguarda specificatamente i PPI il decreto 70  dice che si tratta di soluzioni da rimodulare, a seguito della chiusura di un ospedale per acuti, ma devolve a provvedimenti regionali la decisione su modi e tempi, autorizzando oltretutto la regione a specifiche misure addirittura assicurando posti letto ospedalieri  in situazioni particolari in cui sono prevedibili picchi di accesso (ed Anagni è area a rischio industriale).

Giusto il ricorso al Tar

Tirare quindi in ballo il ministero della salute ci sembra solo confondere i cittadini, quando invece le norme imputano le competenze in carico alla regione, e dandole gli adeguati margini di manovra. Ci sembrava una doverosa puntualizzazione tecnica da fare per ricondurre sui giusti binari il tema in oggetto e per evitare le continue confusioni. La seconda questione è la delibera della giunta comunale di Anagni in cui si decide di procedere per il ricorso al TAR contro la chiusura del PPI, su cui non si può che esprimere soddisfazione per una presa di posizione importante, ora però si deve dare seguito in maniera congrua dati i tempi stretti che ci sono per il deposito e le notifiche degli atti”.

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