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Sabato, 20 Aprile 2024
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Anagni, il 2 giugno con un cielo che non è stato “sempre più blu”

Nel 70° anniversario della Repubblica, coincidente col 35° della scomparsa di Rino Gaetano, la città dei papi ha vissuto una giornata da last valz, con avvenimenti che coraggiosamente potrebbero essere da monito e da sprone. Co.E.Sa. e gli...

Nel 70° anniversario della Repubblica, coincidente col 35° della scomparsa di Rino Gaetano, la città dei papi ha vissuto una giornata da last valz, con avvenimenti che coraggiosamente potrebbero essere da monito e da sprone. Co.E.Sa. e gli irriducibili combattenti per l’ospedale avevano annunciato il ritorno in piazza, ed il timore che la concomitanza con la cerimonia del 2 giugno provocasse attrito era naturalmente fondato. Scegliere lo spazio antistante l’ingresso della Caserma dei CC è stato per l’amministrazione comunale come infliggersi un “daspo”, ed il tentativo di recuperare omaggiando i Caduti con una visita da last minute, la cura peggiore del male. Nel portico comunale, al di sotto della Sala che riunì i comuni lombardi contro il Barbarossa (1159) e vide la riscossa degli anagnini contro i Colonna ed i francesi (1303) a difesa di Bonifacio, i 200 reduci dalla “prima” del mese scorso; attesi da carabinieri e poliziotti degni di miglior causa, che probabilmente avevano scoraggiato il resto del popolo. La sensazione di aver varcato il Rubicone infiammava gli animi degli oratori, e gli interventi di Valeriano Tasca e Daniele Natalia in primis, Carlo Marino e gli altri a seguire, guadagnavano applausi convinti. Ad ascoltare le parole di Fausto Bassetta, ospite del Cap. Camillo Giovanni Meo, tre assessori e quattro consiglieri; del popolo neppure l’ombra. Non c’è da cantare vittoria: hanno perso tutti. Co.E.Sa. è poco più che vox clamans in deserto, il governo cittadino non può far finta di nulla. La città è mortificata dagli enti superiori che la schiaffeggiano continuamente; i ridicoli “si riparte” riferiti all’ospedale non convincono neppure chi li scrive o diffonde. La sensazione che un “grande fratello” stia usando il “divide et impera” per tenere in scacco Anagni ed il resto del territorio non è più tale, ma certezza. Il colonnello prestato alla politica, invece che obbedir tacendo ai padrini romani potrebbe accettare di sedersi al tavolo e togliere i puntini da una sigla trasformando in “coesa” quella che sarebbe non unione contro natura, ma ritorno alla speranza. Geronimo

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